martedì 5 agosto 2008

La Vita di Saragaia


La Vita di Saragaia di Sara Falli

Setaccio librerie e scalo scaffali alla ricerca della mia generazione, la premessa.

La mia è una generazione letteraria autobiografica.

Una generazione di gente che non ha più il mal sociale del sessantotto.

La mia generazione il male ce l'ha dentro, nelle pieghe d'anima, si dice, e non sa stirare.

La storia è la biografia di questa Saragaia che ha avuto una vita abbastanza particolare e che le ha lasciato un gran groviglio dentro.

Quei tipici grovigli che assume la vita e che più cerchi di dipanarli, più si aggrovigliano, almeno per me.

Lo stile è semplice e nemmeno dei miei preferiti.

Strano però è che il libro sembri proprio scritto per me - stile a parte -.

Che i dolori, gli scompensi, le tristezze, le esperienze interiori, i casini interiori, pigiati nel vaso del cranio, come dice Folgore, quelli sì, sono uguali.

Anche il mal d'orecchi e le nonne e le gabbie.

Ma forse alla fine, quella Saragaia lì, ha avuto meno sfiga di me.

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volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.