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martedì 11 novembre 2008

ECCE CAPRA II - Il Monopolio


Assieme al fallimento, abbiamo assistito ad un martellamento continuo di denigrazione e di denuncia delle funzioni pubbliche e tutto perché l'opinione pubblica fosse preparata al suo smantellamento.

Non bisogna dimenticare che, fino a pochi mesi fa, il tormentone mediatico è stato un martellamento continuo sulla scostumatezza degli insegnanti, dal prof tossicomane alla prof pornostar, fino alla denuncia costante del bullismo. Gli effetti sono stati duplici: da una parte ci siamo dimenticati di tutte quelle centinaia di insegnanti professionalmente con in contro-coglioni, dall'altra per gli studenti è stato 'legittimato' il comportamento scorretto.

Perché, ad esempio, nessuno ha mai parlato delle aberrazioni nelle scuole private?
Perché, ad esempio, nessuno ha mai parlato di come sono trattati gli insegnanti nelle scuole private?
Perché nessuno a mai parlato a chiare lettere dei veri e propri 'diplomifici' privati, dove il titolo di studio si acquista in base alla retta?
Perché nessuno ha mai parlato di quanti studenti avrebbero voluto studiare, ma non hanno potuto a causa della mancanza di borse di studio, o posti nelle residenze universitarie, che in realtà ci sono, ma finiscono sempre per essere attribuite ai soliti noti?

E ancora. Perché ciò che succede nelle strutture sanitarie pubbliche si racconta e ciò che succede nelle strutture sanitarie private no?
Perché, se diagnosticano un tumore, il medico ti dice che dovrai aspettare fino a maggio per l'intervento, ma se vi accedi privatamente, lo stesso medico, garantisce l'intervento nel breve di poche settimane?
Perché il diritto alla salute non è uguale per tutti?

Improvvisamente però, attraverso un'informazione deviata e deviante, appena l'opinione pubblica è convinta, anche le funzioni pubbliche sono pronte per essere privatizzate.

Monopoli privati si accaparrano di società pubbliche, create e pagate dai contribuenti, le acquistano per due soldi, dopo che lentamente sono state disintegrate, e le gestiscono in un regime monopolistico, con sovrapprezzi monopolistici, con regolamenti monopolistici.

Per scoprire poi che il nostro governo, mantenuto e sovvenzionato da noi proprio per evitare la distruzione dell'apparato pubblico, altro non fa che distruggere lui stesso l'apparato pubblico, per poi riacquistarlo e monopolizzarlo.

Il cittadino si trova così di fronte ad una scelta obbligata: di qualsiasi bene abbia bisogno non si trova di fronte ad una scelta, basata sull'efficienza o sulla qualità, su una sana competizione, ma si trova di fronte ad un pacchetto preconfezionato unico monopolistico: o prendere o lasciare.

Talvolta vengono anche creati i suoi desideri, e per soddisfarli il cittadino non può far altro che rivolgersi al monopolio; ma anche se ha una necessità vera ed effettiva, il cittadino non può far altro che rivolgersi al monopolio.

Anche là dove, si lasci un margine personale al cittadino, offrendo lui la possibilità di investire, ecco che il suo capitale viene comunque risucchiato dal monopolio fiscale e bancario.

sabato 1 novembre 2008

Vaticanopoly, ovvero il vero volto dell'Istruzione Italiana


E la saga continua. In caso di masochistico interesse, si clicchi sull'immagine per ingrandire.

In offerta, simpatiche suore lesbiche portafortuna ed un grazioso schiacciapalle da taschino.

giovedì 30 ottobre 2008

mercoledì 29 ottobre 2008

Monopoli


[si sconsiglia la lettura ai forti di fede ed i moralisti che si scandalizzano per una bestemmia, mentre strangolano un bambino]

in fin dei conti era tutto inutile, già si sapeva, anche prima che diventasse cosa nota, uno sciopero addirittura preparato per il giorno successivo alla decisione contro cui si protestava: che si tratti di veggenza o di risparmio per lo stato, fatto sta che ce l'abbiamo nel culo comunque. a questo giro la vasellina tocca solo ai tour operator delle agenzie che hanno organizzato pulman per roma da tutta italia.

facce di merda tutti, nessuno escluso.

dai grilli che starnazzano nell'aia e raccolgono firme su fogli che rivendono a sotheby's come carta da parati, ai giornalisti che infamano gli altri giornalisti che a loro volta infamano altri giornalisti che infamano altri giornalisti.

caro gesù ce l'hai nel culo pure tu: i satanisti hanno pregato meglio di noi, sponsorizzati dai monopoli ideologici mondiali, cardinalizi e governativi, dove a loro tocca sempre Parco della Vittoria ed a noi Vicolo della Merda.

per l'informazione non c'è più spazio. ma da ambra angiolini in poi hanno scoperto che basta mettere in bella vista una faccia di culo, che poi alle parole ci pensano le persone di merda che popolano il nostro paese.

per la cultura hanno inventato il revisionismo, insegnato a piccole dose nei quiz televisivi, che se sai di che colore erano le mutande di napoleone vinci un milione netto, basta che non dici rosso, però. dice la mamma poverino, a scuola non ce lo mando, non ce la fa a studiare, credo sia dislessico, disgrafico ed abbia la discalculia, però conosce tutti i protagonisti di amici. che tenero! per il suo sessantesimo compleanno gli regalerà l'orsetto winny the pooh.

ogni giorno c'è una protesta nuova e tutti dietro a far protesta e a metter banner nei blog, qualcuno ne ha collezionati a centinaia, a stargli dietro ci sarebbe da fare una protesta al minuto per qualsiasi cosa e domani ci sta che protesteranno per l'acqua del cesso.

tutti dobbiamo protestare per l'acqua del cesso che si dovrebbe riciclare in nome di una pianta nel centro dell'Amazzonia che si è estinta oramai da 150 milioni di anni, ma che potrebbe sempre reincarnarsi in una confezione di tetrapak.

un'ora dopo ci sarà un'altra protesta e fanculo la pianta, la sinistra e la destra.

nelle redazioni dei giornali ci sono impiegati appositi, prelevati da ogni facoltà e incaricati di sfornare minimo minimo 10 proteste al giorno. si inventano una storiella strappalacrime, un po' di morti ingiuste, due o tre disastri ambientali.
il decalogo dei diritti umani è stato stilato appositamente per inventare le proteste.
dice la giornalista tu a quale articolo sei? mah, io mi sto buttando sulla costituzione, pare che protestare per leso diritto costituzionale tiri di più ultimamente. l'altro giorno ho organizzato una protesta su donna moderna, guarda che carino, ho fatto il banner e raccolgo firme per abrogare la scelta del rosso Valentino, lotto per i diritti del Giallo pervinca e del celeste fogna.

teste di cazzo. ma domani chi ci penserà più alla scuola?

trionfa l'individualismo e l'io che non sono niente, a meno che non si tiri nel mezzo quella stronzata del granello di sabbia, che insieme ad altri granelli di sabbia formano la rena, che è già privatizzata. a chi appartiene l'Io? alla bayer? forse, ma non si sa con certezza. fatto sta che a me, mi ha comprato qualcuno, con un mutuo, il cui debito è stato venduto a diciamo 159 milioni di azionisti, che a loro volta hanno venduto il mio valore presunto, fasullo, inventato, finto, crollato e risalito ad altri 159 milioni di azionisti più piccoli. vai a sapere te di chi sono io. sono frazionata, iperinflazionata e mi pago le tasse da sola. in compenso da tokyo a new york investono e perdono su di me, senza nemmeno sapere come cazzo mi chiamo.

madonna prostituta.

nel condominio vicino al mio hanno fatto una protesta perché il portinaio ha detto che tagliava le spese per la pulizia delle scale. allora la vedova ventenne del terzo piano ha detto che da lei le scale sono sempre un po' sporche comunque e quella del sedicesimo piano ha detto che quelli in basso con i soldi delle pulizie ci compravano il concime per le piante al piano terra. così hanno fatto una petizione per togliere il tappeto davanti le porte con il numero dispari. il portinaio ha preso le firme e ci si è pulito il culo per un mese, così hanno fatto una ricerca ed hanno scoperto che con i soldi che risparmiava in carta igienica ci pagava una ronda notturna che andava a sporcare i garage. a causa della pulizia dei garage c'è stato bisogno di aumentare le spese per la pulizia condominiale. allora tutti sono scesi in strada ed hanno manifestato tre giorni. il custode ha fatto quello che cazzo gli è parso. ha tagliato le spese comunque per la pulizia delle scale. tutto a vantaggio di quella del trentesimo piano, dice il ragioniere, che è ultracentenaria e fa l'usuaria e sul suo pianerottolo non ci passa mai nessuno, cazzo gli frega a lei.

domani è indetta una manifestazione davanti la saiwa contro i biscotti alla fragola, il popolo ha cambiato idea, ora li vuole al melone. firma anche tu. qui il banner.

ok, adesso non mi rimane altro che andare a vendere direttamente il culo ai moralisti dei miei coglioni.

martedì 28 ottobre 2008

i miei studenti non sono appendici infiammate, né rami secchi da potare, né ingerenza economica

"La maggior parte delle scuole [...] è in rovina, come lo sono le case dei bambini che le frequentano. Quei bambini ora sono sparsi per il Paese. Questa è una tragedia. Ma è anche un'opportunità per riformare radicalmente il sistema educativo" Milton Friedman

lo Zio Miltie, noto fautore dei genocidi moderni nell'America Latina (vedi: Cile e Argentina), in queste poche righe, anche se riferite all'uragano che ha distrutto New Orleans, ha riassunto tutto ciò che sta accadendo all'istruzione nel nostro Paese.

in un ipotetico parallelo, a New Orleans con la riforma del sistema educativo Friedman e la scuola di Chicago hanno privatizzato intere strutture pubbliche: i miliardi di dollari destinati a ripristinare il preesistente sistema scolastico pubblico sono stati trasformati in bonus (le nostre attuali Gelmini Card) per gli studenti, spendibili poi nelle ex-scuole pubbliche oramai a scopo di lucro, trasformate e gestite da enti privati (la nostra attuale 'riforma' universitaria) che hanno iniziato a seguire una logica imprenditoriale e di mercato.

l'educazione si è così diversificata, i ragazzi 'sparsi per il paese' non hanno più avuto la possibilità di accedere ad un'istruzione gratuita e uguale per tutti. gli insegnanti hanno perso il loro potere contrattuale e la libertà di insegnamento e, là dove non si sono adeguati alle nuove richieste, sono stati licenziati, anche solo per un'autonomia di pensiero.

con la progressiva privatizzazione la scuola è diventata la più grande fonte di ineguaglianza.

quando la scuola pubblica viene considerata un'ingerenza al sistema economico, per diventare opportunità di mercato in tempi di crisi, occorre chiamare le cose con il proprio nome: non più quindi dl 133/2008 o 'riforma' o decreto Gelmini, ma opportunità per speculazioni finanziarie sui diritti dell'uomo.












p.s.: il 'metodo Friedman' ha portato inoltre a regimi, morte e tortura.

venerdì 19 settembre 2008

Confronto

Alitalia:
4 mila esuberi

e tutti ne parlano.


Scuola:
taglio di 70 mila posti di insegnanti,
taglio di 43 mila di ATA,
espulsione dei precari,
aumento fino a 35 degli alunni per classe,
riduzione ore di lezione, tempo pieno e prolungato,
riduzione del sostegno all’handicap,
cancellazione delle scuole con meno di 500 alunni,
ritorno al maestro unico nella scuola elementare,

e nessuno ne parla, o se lo fa, si chiama strumentalizzazione politica.

mercoledì 17 settembre 2008

I miei studenti sono bellissimi

Solo tre giorni con loro e già son così.
Son bellissimi, perché son dannati.
Son bellissimi, perché sono abbandonati a loro stessi.
Son bellissimi, perché sono ignoranti.
Son bellissimi, perché son brutti.
Son bellissimi, perché sono sporchi.
Son bellissimi, perché non si lavano.
Son bellissimi, perché hanno i vestiti bucati.
Son bellissimi, perché son deformi, sono sdentati e gli mancano le dita, perché un giorno uno ha fatto una bomba con la polvere di alcuni petardi e gli è esplosa in mano.
Son bellissimi, perché sono miseri, famiglie inesistenti, situazioni degradate.
Son bellissimi, perché son bulli, dicono le bestemmie e le parolacce.
Son bellissimi, perché non sanno ragionare, perché vengono da culture povere, perché giocano a briscola durante la ricreazione.

E lo ripeto, sono bellissimi, perché alle superiori scrivono io 'o' la fidanzata senza la H.

Son bellissimi, ma non hanno diritti, hanno solo doveri e una briciola di futuro senza nemmeno troppe speranze.

Mettili lì tutti insieme e giocano a chi è il più cattivo, ma poi si imbarazzano quando sanno rispondere ad una domanda e negli occhi, a quindici anni, ci vedi già la vecchiaia.

Ed io mi vergogno per loro.

Mi vergogno di appartenere ad un mondo dove conta più l'immagine che la sostanza, dove siamo invasi dalla bellezza siliconata e le facce di plastica a tronisti, di una Italia dove c'è spazio per tutto, ma non per loro.
Dove c'è spazio per la sicurezza ed il decoro per le strade, per gli appartamenti di lusso, i Montecitori, i palazzi d'epoca e le auto velocissime, dove le mignotte vanno multate e il papa si mette le scarpe di Prada, dove le facciate son tutte pitturate di fresco e tutti i problemi son grandi dilemmi etici di poco valore e solo chiacchiere, se confrontati con la semplicità di quelle vite lì, quelle dei miei studenti.

Che l'intellettualismo di chi sa tutto ed ha sempre ragione, li ha distrutti, ha distrutto quei ragazzi lì che già son conviti, che loro tanto, c'è poco da fare, non capiscono niente.

Che a veder quelle facce, ti vien da dire, di diritti noi ne abbiamo fin troppi.

Che a guardarli di nascosto, quando loro non ti vedono, ti vien voglia di dire, anch'io voglio essere come loro, voglio svuotarmi la testa di tutte le minchiate e rimboccarmi le maniche, per costruire con loro una vita migliore.

Che la Gelmini, Brunetta, Tremonti e la Carfagna ce li metterei lì, davanti a quelle facce lì: provate ad amarli, adesso, gli direi, con tutti i vostri discorsi, prima di andare al Parlamento.
E lo direi anche a Berlusconi, che lui dice che lavora per gli italiani, gli direi Allora prima di lavorare, impara ad amare quei miei studenti lì, vedrai che poi lavori meglio.

Che son più dignitosi loro, alla fine, per me.

Che son tagliati, esclusi, evitati, giudicati e cancrene della vostra bella immagine sulle barche a Portofino.

Ma che il diritto alla vita, ce l'hanno anche loro.

E l'unico momento in cui potrebbero riscattarsi è la scuola.

E il momento dove loro hanno una possibilità, la sola forse, ma che gli vogliono togliere, che non son ragazzi benestanti, loro, di famiglie di città, son figli di cassaintegrati e di casalinghe che tirano avanti facendo le pulizie e la scuola pubblica è già una manna, che a volte, anche se han meno di sedici anni, a lavorare ci vanno già.

Ed i loro diritti, allora, sono i nostri doveri.

A loro, che forse il sapore della vita, loro, lo hanno assaggiato prima di me, e non gli è andato tanto poi giù.

sabato 13 settembre 2008

Lo spettro della Gelmini & Co nei corridoi dell'ospedale

Oltre al mancato diritto allo studio per i ragazzi diversamente abili, (confermo anch'io per le mie classi) che su carrozzine raggiungono la scuola con il pulmino della Misericordia, per trovarsi poi, senza nessuno, a sostare per tempi incredibilmente lunghi in aule incredibilmente numerose e rumorose e senza nemmeno un docente esperto (che ha speso a suo tempo fior di euro per specializzarsi all'Università, S.S.I.S. alias Corsi di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario post-laurea, ma che ora è disoccupato),

un'altra novità sul fronte istruzione.

Sei malato? Magari terminale? Ospedalizzato o immobilizzato ai domiciliari?
Allora, a che ti serve la scuola?

Demente ironia, di fronte ad una triste realtà:

il taglio agli insegnanti destinati all'istruzione dei bambini malati.

Qui solo alcune delle denunce:

Bologna
Bari e Bari
Firenze
Sicilia

E per finire un giro sulla disabilità.

mercoledì 10 settembre 2008

Caro libro fascista


Caro libro fascista, almeno tu eri più sincero nel manifestare le tue intensioni, quando apponevi il sigillo lettorino sulle tue prime pagine ed inneggiavi il duce.
Una persona poteva anche odiarti, ma almeno aveva di fronte chiaramente il nemico.

Adesso il nemico è diventato più subdolo e si nasconde anche tra le tue pagine, caro libro, in maniera da creare confusione, da toglierci riferimenti precisi contro cui eventualmente scagliare il nostro dissenzo, da creare malafede, diffidenza e paura.

Prendo spunto da un articolo di Peter Gomez, dove si denuncia che la nuova cultura on line scolastica è chiaro appannaggio e di stampo berlusconiano, o di regime se vogliamo essere chiari, con addirittura una rivisitazione dei grandi dittatori, che da criminali dell'umanità diventano indiscusse figure da approfondire e dalle quali imparare.
Chi potrebbe pensare altrimenti ad un Hitler come un bravo ragazzo che intesse la sua filosofia di vita sulla base della spiritualità, la stessa, tra l'altro del Dalai Lama?

La questione caro-libri scuola ecco allora che trova la sua giusta collocazione nell'ottica dell'informazione manipolata e ambigua, nell'ottica della creazione di una cultura di regime.

I libri che rimangono nelle case di molte famiglie italiane, purtroppo, sono solo i libri di scuola. Essi sono considerati come vere e proprie Bibbie del sapere a cui far riferimento, spariti quelli, per molti rimarrà solo la tivvù a far da insegnante.
Quando un insegnante, per esempio, si discosta da ciò che il libro di testo dice, veloce si alza l'accusa da parte degli studenti, che indicano l'insegnante come non preparato.

Non a caso a suo tempo, seguendo un sito di un ragazzo appena uscito dalla scuola, che accusava gli insegnanti di essere impreparati, ho voluto mettermi in contatto con lui, chiedendogli rispettosamente in base a quali criteri poteva affermare che un insegnante fosse impreparato. Era una sincera curiosità, gli ho scritto, per capire, veramente come venisse percepita la figura dell'insegnante dall'esterno.
Non mi ha risposto.

La questione dei libri di testi adottati nella scuola, per me, non è una questione marginale.

La stampa invece propone la questione del caro-libri, come una colpa degli inseganti che dispongono l'adozione di libri eccessivamente costosi.

Il Ministro tiene a precisare che per evitare di pesare sulle famiglie si è vista la necessità di mettere un tetto massimo di spesa, oltre la quale non si può andare, per contenere quella brutta abitudine degli insegnanti di voler adottare libri di testo costosi.

Mi sembra doveroso chiarire che un insegnante basa la sua scelta del libro di testo in relazione ad altre cose, ben più importanti, che però non vengono mai menzionate, come la qualità, i contenuti, la portata didattica, tutti aspetti mirati al rendere migliore la preparazione degli studenti.

Caso mai dovrebbero essere le case editrici ad essere responsabili.

Ma la legge 133/2008 adirittuta si trova nella posizione non solo di voler mettere un tetto per contenere le spese, ma adirittura di ridurre a zero la spesa sui libri, affinché entro il 2011 le edizioni cartacce siano sostituite da versioni on line dei libri di testo.

In realtà i libri di testo hanno poco a che vedere con insegnanti "spendaccioni", che dalla stampa trapelano come coloro che, senza una motivazione reale, si dilettino a scegliere i libri di testo scolastici in base al capriccio del momento.

Nel dettaglio però ci sono anche altri molti aspetti particolarmente utili ed interessanti che mostrano a cosa possa essere utili tutta questa denuncia del caro-libri.

Partendo dal presupposto che la funzione prima della politica (quella logicamante ispirata esclusivamente al profitto personale) si muve lungo tre tappe: creare un problema, attendere la reazione della società, fornire la propria soluzione (nella speranza di mantenersi l'appoggio necessario per esistere).

Le principale case editrici di libri scolastici sono Mondadori e Le Monnier che, non a caso, sono di proprietà di Berlusconi.

Gli autori, che di norma sono un docente universitario e uno o due docenti di scuola superiore percepiscono come diritti d'autore solo dal 3% al 5% del prezzo, il resto va logicamente alla casa editrice.

Ultimamente i libri, soprattutto quelli di storia del Novecento, ma che sconfinano anche nel 2000 e più, argomentano i loro contenuti in una maniera tendenziosa.

In questi libri si aggiungono pagine su pagine di attualità: attentato alle torri gemelle, terrorismo fondamentalita e Silvio Berlusconi sorridente, talvolta definendo questa come l'era berlusconiana.

L'infiltrazione nell'istruzione scolastica non è secondaria, ma se fino ad ora, nonostante dopo lunge analisi sulla qualità dei libri di testo, un insegnante poteva scegliere almeno tra più libri, magari un po' meno di parte, anche se costosi come gli altri,

ecco la legge-gelmini che riduce il cartaceo a favore dell'on line, sicuramente più economico e meno costoso delle case editrici, tutto profitto.

Ma dietro la cultura on line, chi portrebbe essere impegnato nella grande opera di riscrittura della storia?
Chi, se non che berlusconi ed i suoi amici?

Due versioni dell'articolo, uno dal sito "Voglio scendere" di Travaglio, qui, l'altro dall'Espresso [di proprietà di Berlusconi] qui.

Mi auguro che le poche case editrici non ancora di Berlusconi possano accedere alla loro diffusione tramite internet.

I tre step sono al completo.
Si crea il problema : il caro libri,
si attende una reazione : famiglie disagiate per il caro-libri,
si trova la soluzione : si economizza con libri in cui si riscrive la storia in base a chi detiene il potere.

Prossimamente scannerizzerò le pagine di storia sull'attualità del libri di testo di storia del Novecento che dovrà restare in adozione per cinque anni, per essere poi sostituito per gli approfondimenti dalla versione on line. Il libro è delle Edizioni Mondadori.

giovedì 4 settembre 2008

Grazie


[Foto formato tomba]


Grazie. Grazie. Grazie.
Qui la prima tranvata ufficiale.


Ancora c'è da fare, con tatto e delicatezza, ma va bene. E' sempre un inizio. So che possiamo fare di più, molto di più, ma non c'è male.

Ah!

La Gelmini che fa la furba all'esame e va al diplomificio.

Tenui giustificazioni: dovevo lavorare.
Come la maggior parte delle persone.

Che dalle mie parti, se devi sostenere un esame che devi assolutamente superare per cazzi tuoi, non vai a giro per l'Italia a cercare dove ti regalano l'abilitazione, ti metti lì e studi.

Ah!

Porca!

venerdì 29 agosto 2008

La prova che la Genialità esiste.

La Genialità dell'Organizzazione Scolastica

Collega di lavoro L. ed Io.

L. ed Io : stesso curriculum, stessa specializzazione e stessa abilitazione alla professione.

Stessa cattedra, stesso ordine e tipologia di scuola.

Residenza :
L. : Castelnuovo di Garfagnana,
Io : Lucca centro.

Assegnazione scolastica :
L.: Lucca centro;
Io: Castelnuovo di Garfagnana.

Lucca - Castelnuovo Garfagnana : 100 Km ca. andata e ritorno, strada montana, obbligo catene a bordo, soprattutto per mezzi pesanti, tanti, possibilità di formazioni di ghiaccio e probabile attraversamento animali, capre sparse, rallentamenti dovuti a trattori, tipologia media di guidatori: quelli appena scesi dal trattore.

Rimborso spese : NO, non siamo parlamentari.

Scambio scuola : NON ATTUABILE.

Scambio documenti : NON FATTIBILE, diversa stazza, corporatura, sesso e colore.

Prospettive : ci saluteremo andando in su e giù.

lunedì 25 agosto 2008

Un altro esempio

Fonte : radio di Alex Jones www.infowars.com

Dice che in America un'insegnante ha trovato una telecamera nascosta in classe, dentro una placchetta della spina della corrente.

Giustificazione non plausibile : controllare per eventuali furti.

La gente in Italia, son sicura, dice Sì, che ci vuole più controllo in questo mondo barbaro.
Dove son tutti ladri e cattivi.

Io come insegnante dico di no, e lo dico subito, neh, che mi sentirei privata della mia LIBERTA' DI INSEGNAMENTO.

Che poi finisce che se insegni certe cose va bene, altrimenti via. Caput, raus.
Basta leggere due o tre cosette sui regimi dittatoriali per capirlo.

domenica 24 agosto 2008

Ollà ollà

In riferimento al post sotto sotto sotto
con il link del quotidiano (vedi: posto sotto sotto sotto Dubbi, molti dubbi, tantissimi dubbi),
ecco la risposta, immancabile,
della sig.ra gelmini,
a cui probabilmente hanno ricordato
Garibaldi .

Contraddistinto dal solito dilemma : cosa avran voluto dire?

Continua il post di prima, quindi va letto dopo quello di prima


E QUESTO E' SOLO L'INIZIO ...

- per chi avesse problemi a leggere dal vero queste cose che effettivamente ci vuole più fegato di un alcolista anonimo -

"

Niente reintroduzione del 7 in condotta, si tratta di una cosa diversa. “Non è un 7 in condotta, è l'introduzione alla valutazione del comportamento. È più un 5 in condotta, perchè con il 7 si viene promossi, mentre questa insufficienza fa media e nei casi più gravi viene lasciato alla discrezionalità del consiglio dei docenti prevedere la bocciatura”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, a 'Cortina InConTra' nel dibattito “Dietro la lavagna”.


“La scuola non deve essere un'appendice del Welfare, non deve avere una funzione sociale, ma deve svolgere una funzione educativa e formativa - ha continuato il ministro - Abbiamo introdotto l'educazione alla cittadinanza perché i ragazzi siano cittadini consapevoli dei propri diritti ma anche dei propri doveri e allo stesso tempo anche l'educazione ambientale, alla salute, ai corretti stili di vita e l'educazione stradale. Tutti i progetti che vanno a correggere l'attuale progetto di educazione, che non è nè condiviso nè esaustivo”.

Nella scuola bisogna "premiare il merito e introdurre una rivoluzione che è indispensabile perchè oggi c'è un livello di insoddisfazione generalizzato tra le famiglie e anche fra gli insegnanti - ha proseguito il ministro -. Occorre liberare le risorse. Oggi il 97% del bilancio del ministero viene utilizzato per pagare stipendi molto bassi. La scuola è stata utilizzata come uno stipendificio, un modo per creare occupazione".

E qui mi fermo che l'articolone continua, ed è pure lungo, ma io c'ho i conati di vomito e non voglio sporcare tutto il pc.

Dubbi, molti dubbi, tantissimidubbi

Io, questo articolo non l'ho capito.

Se qualcuno che passa, cortesemente, me lo potesse spiegare, ne sarei veramente grata e felice.

Da un'analisi anche approfondita, tra l'altro, alcune parti mi risultano piuttosto oscure, altre, che inizialmente mi pareva di aver compreso, arrivano a delle conclusioni la cui logica mi sfugge completamente, talune infine sono veramente un dilemma.

L'autore non si è firmato e pertanto non posso nemmeno chiedere al diretto compilatore delucidazioni, ma, data la tipologia del suo scritto, dubiterei anche nella mia comprensione di una eventuale risposta.

Il titolo :

Corsi intensivi per i prof del sud abbassano la qualità della scuola

il sottotitolo

Il ministro dell'Istruzione ha spiegato che il taglio agli insegnanti si è reso necessario: "Il Italia la scuola è uno stipendificio". E spiega: "Combatteremo il bullismo con il 5 in condotta".

i contenuti dell'articolo:

non pervenuti;

Contenuti correlati:

stop al bullismo
sabato a casa per tutti gli studenti
baby gang devasta un appartamento e picchia i proprietari
vandalismi e furti filmati per You Tube
ruba occhiali da sole al compagno e pretende riscatto per restituirli
rompe bottiglia e minaccia coetaneo

Cazzo c'entrano, con la Gelmini a Cortina d'Ampezzo?

No, non sto diventando pazza.
No, non sto diventando pazza.
Va tutto bene. Sono calma. Sono calma.
Non sono pazza.

Che mia nonna, povera donna, che c'ha novantanni e certe cose per lei, anche se legge molti libri, legge i giornali e guarda la tivù, son sempre abbastanza forti, l'altro giorno per telefono mi ha detto:

Io - Nonna vado a scuola, che ricominciano i corsi di recupero, per quelli che son stati rimandati a settembre.

Nonna - Stai attenta! Con tutte le cose brutte che succedono...

venerdì 22 agosto 2008

Bang!


Sulla situazione italiana della scuola

(che qui va fatta una digressione :
che per 'scuola' oggi le prime cose che vengono in mente sono i professori pedofili e le professoresse pornostar, e che palle c'è da studiare, e quanto è stronzo il professore,
ma in realtà SCUOLA,
a prescindere dalle inclinazioni e/o gusti sessuali e/o caratteristiche caratteriali degli insegnanti
SCUOLA SIGNIFICA AVVIO ALLA CULTURA, ALLA CONOSCENZA, ALL'INTELLIGENZA, ALLA CAPACITA' DI DISCERNIMENTO, ALLA CAPACITA' DI CRITICA, ALLA CAPACITA' DI SAPER DIRE NO A CHI TI VUOLE SCHIAVO DI UN SISTEMA)

mi sa che sulla stampa ufficiale han leggermente barato sui tagli all'istruzione
(che son perseguitata dai numeri)

che non hanno fatto dei TAGLI,
come ha detto la stampa di regime,
che uno dice toh, ci metto un cerotto!
o che comunque fa meno impressione di SBRANI e SFREGI,

che in realtà l'istruzione italiana l'hanno VERAMENTE SBRANATA E SFREGIATA,

ma con dei tagli così profondi, che se si rischia il dissanguamento è solo ottimismo.

Dico quel che succede con la scuola. Succede che questo ammirevole governo che ci propone la sua bella immagine infiorettata, non è sterco, è peggio dello sterco, che potrebbe essere vomito, ma anche lì l'immagine non renderebbe, o Le 120 giornate di Sodoma, nemmeno in versione desadiana, che scritto fa meno effetto, ma pasoliniana, ma forse anche lì non farebbe lo stesso effetto che fa la situazione dell'istruzione oggi in Italia.

Che a quattordici anni (ripeto 14) nel cellulare, anziché sane immagini porno, c'han le foto di Mussolini.

Ecco, questi sono i grandi genioni della scuola italiana che magari son capaci di passare con tutti 9.
Che per quest'anno la novità è che finalmente in classe c'hanno messo il crocefisso nuovo nuovo, che quell'altro era rotto, ma la carta igienica te la porti da casa.
Che a storia dell'arte ti indicano sempre le sculture delle chiese, ma sorvolano sul fatto che se osservi con attenzione certi punti dell'edificio ci son ancora il segni delle fucilazioni.

Che quest'anno una media di 25 cattedre son diventate una media di 5 cattedre.
Che non è una questione di disoccupazione, no, è una questione di tagli, che sa un cazzo la gente che significa.

SIGNIFICA CHE CI SARA' ANCORA PIU' IGNORANZA SULL'IGNORANZA, CHE PIU' IGNORANZA DI COSI' SI MUORE - e non è una metafora.

Boh... sarà che oggi vedo così nero, che a guardarmi allo specchio ero convinta di essere senegalese.

Nei prossimi mesi attenderemo immancabilmente e sempre di più alla diffamazione continua della scuola e degli insegnanti, che la scuola perderà sempre più credibilità, che la cultura diventerà sempre più relativa, che inizieranno a fiorire come muffe putride, cancerogene e puzzolenti le scuole private, che scuole private non significa solamente che va a scuola solo chi c'ha i soldi, che già sarebbe gravissimo, ma significa anche che potrai imparare solo certe cose ed in certo modo, e che diventeremo come il popolo degli Eloi dei Morlock, che non sanno né leggere né scrivere, vivono nella totale indifferenza del prossimo e sono il cibo dei padroni, esseri orribili che vivono nel sottosuolo, tipo topi di fogna.

martedì 19 agosto 2008

da Gli Sfoghi di Una Cittadina Qualunque

Che stamani c'avevo da andare al sindacato per avere un'informazione sulla scuola.
Allora entro in questo bel palazzo in centro che c'ha una scalinata in travertino e ficus enormi ai pianerottoli, che mi son detta, cazzo.
Vado dalla centralinista che faceva il sudoku e le dico scusi devo chiedere delle informazioni per la scuola che sono anche abbastanza urgenti dove devo andare?
E questa mi dice che stamattina è aperto solo un ufficio, ma che lei non è proprio sicura che è lì che devo andare, può darsi di sì, ma comunque se viene oggi alle 15,30 ci son quelli proprio della scuola. Che son specializzati, che in quell'ufficio lei può provare, ma non lo so, comunque oggi, quelli della scuola sono al piano di sopra, sulla sinistra, che sulla destra ci sono gli immigrati.
Che così vado a vedere in quell'ufficio lì, ma c'era un sacco di gente che faceva la fila, che mi son detta va be' vengo oggi alle 15,30.

Così oggi alle 15,30 vado da quelli del sindacato della scuola, al secondo piano, sulla sinistra, che anche lì c'avevano un ficus che pareva una palma.
E sulla porta di quelli della scuola, che erano le 15,40, c'era un post it con scritto Torno Subito, che mi son messa a sedere in mezzo agli immigrati, che sulla sinistra le sedie non c'erano, che eran tutte sulla destra.

Che a un certo punto è arrivato un omino che gli ha detto a quello del sindacato che lui aveva bisogno del rinnovo del permesso di soggiorno, che era andato dall'avvocato e aveva pagato l'avvocato, ma gli rispondeva sempre una signorina che gli diceva lo dico all'avvocato, che aveva già pagato, ma l'avvocato poi non lo sentiva mai. Che quello del sindacato allora gli ha detto che se è andato dall'avvocato lui non ci può far nulla e l'omino gli ha ripetuto la storia dell'avvocato che l'aveva pagato ma non lo trovava più. E quello del sindacato gli ha detto ma allora non capisci nulla, se trovi un marocchino fattelo tradurre che io non ti posso fare nulla. E quell'omino che tremava tutto e c'aveva pure i pantaloni di velluto gli ha detto pure grazie, a quello del sindacato e se ne è andato.

Che io lì mi sarei messa a pianger, se non di più, che solo a vederlo, quell'omino lì, ho sentito tutto quello che si può patire di più tremendo nella vita.

Che poi gli ho detto a quello del sindacato se quelli della scuola c'eran, che era già mezz'ora che aspettavo e lui mi ha detto boh.

Che poi è arrivato un rumeno che gli ha detto che aveva il permesso di soggiorno che era scaduto da un anno, ma che si era dimenticato di rinnovarlo, che allora quello del sindacato gli ha detto va bene, vediamo cosa possiamo fare.

Che poi, dopo un'ora che aspettavo, che eran le 16,30 ormai e quel Torno Subito lì, mi stava un po' sulle palle allora, son scesa dal centralino, che era un'altra, anche se faceva il sudoku, che mi ha detto che quelli della scuola erano in ferie, che dovevo parlare con quelli dell'ufficio che erano aperti stamattina, ma che ora non ci sono e che ci risono dopodomani.

lunedì 18 agosto 2008

Ognuno fa quel che può

Che stamani son cominciati altri corsi di recupero, solo che stavolta gli studenti eran miei, cioè che li avevo segati io, così gli ho detto che mi ero fatta uno scudo in ghisa refrattaria che gli accidenti quando me li mandavano dovevano stare attenti che gli tornavano indietro.

Una rimpatriata che le belvette avevan delle facce così lunghe che mi divertivo a camminare tra i banchi solo per pestargliele a spregio, che mica l'han capito loro che lo faccio per il bene e non per dispetto. Che mi han detto che del bene me lo volevano anche loro, ma mica mi venivano a rompere le palle in vacanza, loro.

Che son rimasta impassibile io, come una roccia, anche se io, quando andavo a scuola e son stata rimandata a settembre, lo sapevo che il professore mi aveva rimandato a settembre per dispetto, che era comunista lui e non tollerava quelli che andavano in vacanza a ottobre, ed io andavo in vacanza ad ottobre.

Che son scemi, ma gli voglio bene, anche se loro no, ma tanto mi son fatta lo scudo in ghisa refrattaria, anche se secondo me però c'ha qualche buco, che mi son storta pure una caviglia.
E poi capito, la lezione era dalle 14,30 alle 16,30, che una è andata via alle 15,00 che sennò non c'aveva più l'autobus per tornare a casa e uno è arrivato alle 16,00, che come ritardo non c'è male, veramente.

Che pensavano mi divertissi io, sotto il sole cocente del 18 Agosto a parlar di analisi del testo narrativo, con tanto di fabula e d'intreccio, d'analessi e di prolessi, che avevo anche trovato un pacchetto al centro benessere 199 euro tutto incluso, compreso di massaggio e pedicure, per questi giorni qui.

lunedì 4 agosto 2008

Terra chiama Scuola

Dice la ministressa istruente che spalmerà -'sto termine spalmerà l'ha detto lei non io- sulle lezioni già esistenti, lezioni di ex Educazione Civica, ma che per fare la moderna chiamerà Cittadinanza e Costituzione.

Bene.

Dico: ma come gliela spieghi agli studenti la Costituzione, che è vera sì, ma non troppo? che per alcuni è più vera e per altri meno vera? che è vera per certe cose e per altre no? che è vera un pochino, ma non esageriamo? O che è vera, ma che per crederci bisogna fare un atto di fede, proprio perché è indimostrabile ...

Esercizio per casa: trova almeno cinque esempi verosimili di rispetto alla Costituzione.

sabato 2 agosto 2008

Risposta a un giornalista

Vorrei rispondere al
Gent.issimo Sig.rissimo, e forse anche Dott.issimo ma non lo so, Michele Salviati
che pubblica sul www.il Corriere della Sera.it, cioè qui, questo simpaticissimo sifaperdire articolo.

Il Suo articolo, che noto stranamente ben scritto, per essere un giornalista, mi lascia una qualche perplessità, perché mi sembra un po' ignobile ingiusto brutto sbagliato sbrigativo trattare così una cosa importante come l'Esame di Stato, incentrando il problema sulla forma, sulla disparità delle valutazioni e sull'ignoranza degli studenti italiani nei confronti degli altri paesi.


Concorderà con me che effettivamente qualche problemuzzo la scuola italica ce l'ha, qualche tantissimi problemuzzi,

ma la soluzione di qualchissimi problemuzzi,

e qui forse non concorderà più con me,

visto che Lei pubblica sul www.il Corriere della Sera .it,

non è sicuramente quella cui Lei accenna sul Suo su predeterminato articolo.


Se la scuola pubblica hanno deciso,
quelli che a Lei giornalista la pagano con i soldi nostri che diamo al governo,

se quelli del Governo hanno deciso
di privatizzarla la scuola pubblica,

QUESTA è LA COSA di cui si DOVREBBE parlare male.

Con la PRIVATIZZAZIONE, solo per fare un esempio tra tutti quelli che si dovrebbero fare,
la disparità valutativa e preparatoria di cui Lei sopra abbondantemente accenna,
andrà sicuramente aumentando per poche semplici ragioni:

-quelli più poveri non andranno più a scuola, perché non hanno i denari

-gli insegnanti saranno reclutati in base alla parentela e/o amicizia e/o fammiunfavore che ti facciounfavore con l'amministrazione e la dirigenza scolastica, a prescindere dalla effettiva capacità dell'insegnante

-gli insegnanti valuteranno gli studenti in base alla parentela e/o amicizia e/o fammiunfavore che ti facciounfavore, a prescindere dalla effettiva preparazione dello studente

Ecco, è di questa tendenza

allo sputtanamento regolare e continuo della scuola pubblica
alla volontà di privatizzare la scuola pubblica, che i giornalisti,
che scrivono bene e con un sacco di fonti e citazioni come lei,
dovrebbero e devono scrivere.

Punto due

Se lei, qualora le capitasse di insegnare,

ma non lo so se Le conviene perché si fa una vita da cani e siamo pagati anche male, mentre tutta la gente pensa che si lavora niente e siamo pagati bene,

allora forse capirebbe che,

a prescindere da quello che dice la ministressa, tutta incentrata sulle case di moda che han fatto gli appalti per i grembiulini griffati,

il problema della scuola pubblica è tutt'altro,

ma proprio tutto tutto e anche altro,

di quello che Lei e la ministressa dite.

Siccome la ministressa chiacchiera tanto di condotta, bullismo, grembiuli, civiltà e Costituzione eccetera eccetera, forse si perde di vista il concetto che la maggior parte del tempo a scuola si passa in classe e non a fare le sfilate di moda o a fare a cazzotti.

In classe bisogna lavorare e far un sacco di cose che aiutino lo studente a crescere, sapere, maturare, saper fare, saper dire e saper scrivere e saper essere.

E quindi in classe, converrà, bisogna starci bene e avere, gli insegnanti, tutta una situazione che gli permetta, agli insegnanti e agli studenti, di poter fare tutto quello che c'è da fare BENE.

Ma la ministressa se ne frega di ciò. E i giornalisti anche, perché io non l'ho MAI sentito a un giornalista di regime dire che il problema era questo qui che io ora sto per dire.

La ministressa infatti taglia il numero di insegnanti, ma per la gente che non è un insegnante non è facile capire che cosa significa tagliare gli insegnanti.

Tagliare gli insegnanti, che è una cosa che fa incazzare gli insegnanti che già per diventare insegnanti devono vendere il culo per pagarsi gli studi e poi lavorare se gli va bene hanno un contratto a tempo determinato, che l'età media di quelli che sono assunti con un contratto a tempo indeterminato è di 50 anni, ma questo è un altro discorso.

Tagliare gli insegnanti significa risparmiare i nostri soldi dello stato, che però per noi cittadini le tasse da dare allo stato non diminuiscono ed io vorrei sapere con tutti quei soldi cosa ci fanno, che noi abbiamo il debito di stato, ma questo debito noi cittadini mica l'abbiamo fatto,

Tagliare gli insegnanti significa aumentare il numero di studenti per classe.

Quindi chiamiamola con il suo nome, questa enorme puttanata stronzata manovra.

Tagliare gli insegnanti = aumentare il numero di studenti per classe.

Se già ora con 30 (trenta) studenti per classe si lavora male.

Che come si fa a seguirli per bene, interrogarli bene, essere sicuri che tutti han capito, spiegare bene le cose?

Se son così tanti.

Che devi stare attento che in classe c'è quello che fa casino, e gli devi stare dietro,
c'è quello che in crisi perché gli è successo qualcosa di brutto, e lo devi ascoltare,
c'è quello che fa un percorso differenziato (sordo, cieco, sordomuto, in carrozzina, disabile, con ritardi mentali e crisi epilettiche) e che ha diritto a un' attenzione particolare e che ci vorrebbe un insegnante di sostegno, ma che non c'è, perché han tagliato gli insegnati,

c'è quello straniero che non parla l'italiano e che ha diritto a un' attenzione particolare, e che ci vorrebbe un corso di L2, ma che non c'è, perché han tagliato gli insegnanti.

Se son così tanti, che per ogni classe un terzo son stranieri, un terzo son differenziati e un terzo sono in crisi adolescenziale.

Se ora, con i tagli agli insegnanti, per classe ci son 40 (quaranta) studenti, come si fa a seguirli tutti e bene fino in fondo?

Caro giornalista, mi risponda, possibilmente sul giornale di regime su cui scrive, se glielo fanno fare, che almeno la gente sappia che TAGLIARE GLI INSEGNATI NON SIGNIFICA LICENZIARE I FANNULLONI, MA MANCARE A UN DIRITTO COSTITUZIONALE che è IL DIRITTO ALLO STUDIO.

E poi Lei dice che gli studenti sono ignoranti, nèh?

E le ministresse o ministrette che collaborano all'ignoranza, perché non si può dire che sono stronze e ignoranti come le capre?

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.