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martedì 4 novembre 2008

Wikipedia



Ieri stavo vagabondando nel web quando, dopo aver seguito una serie di link (un po' come nel gioco de Il Bersaglio della Settimana Enigmistica) finisco nella voce: paranoia.

In fondo alla pagina si trova anche la paura di avvelenamento da scie chimiche.
Mi son venuti in mente tutti i video, tutti gli articoli, tutte le persone che ne hanno parlato... Un argomento che anche me ha spinto, sgomenta, a guardare con maggior attenzione, e preoccupazione, il mio cielo.

Wikipedia è affidabile?

O alla fine della storia, con tutte le informazioni cui possiamo accedere, siamo tutti un po' paranoici?









Un po' come dire, qualche dubbio, che alla fine anche l'essere comunisti possa diventare una devianza della personalità, dai tratti ossessivo-compulsivi?

giovedì 4 settembre 2008

Memorie dall'ex sottosuolo

Che siccome han detto che dal 10 in giù di lì, causa lavatrice sotterranea tra Francia e Svizzera, si rischia che un esperimento per ricreare il brodo primordiale, ci riduca in un brodo primordiale, appunto.

Il 10 ho deciso che incellofanerò una memory stick con questo messaggio, che la mia coscienza, casomai trasmigrasse e/o sopravvivesse, almeno avrebbe una chance in più, sollevandola io da ogni responsabilità, anche in caso di reincarnazione in corpo alieno o asteroideo.

Cose in sospeso e/o testimonianze in caso di dubbio su altre anime e/o varie.

  1. Ettorex ti ho sempre amato, sempre, non ho mai smesso un istante;
  2. familiari sparsi per il mondo: vi ho sempre amato, anche se qualche volta no, ma avevo le mie buone ragioni;
  3. P. tu per me sei tutto (caffé inclusi, infanzia, adolescenza, giovinezza, ora) e ti ho sempre sostenuto, anche nelle cose che più mi rompevano le palle;
  4. amici cari e vari e sparsi per il mondo: idem, ma con meno intensità;
  5. lavoro: ho fatto il meglio che potevo, anche quando mi giravano un po' le palle, che poi in fondo stronza non sono, e prima di ogni decisione importante ho vagliato attentamente tutto, mettendo da parte il mio ego;
  6. ex fidanzati: è andata come andata, non portiamoci rancore; mi dispiace aver sputtanato qualcuno, anche per quelle lettere e/o telefonate offensive, mi dispiace; anche per aver rotto due vetri di due macchine, un cambio e un parasole, anche se lato passeggero;
  7. i miei furti son sempre stati innocenti: qualche rossetto e qualche penna, cartoline, due poltrone, una brocca e gli asciugamani degli hotel;
  8. non ho fatto chirurgie estetiche e quindi ho rispettato la natura, se qualche volta mi sono lamentata o ho invidiato è stato durante la fase premestruale;
  9. ho fatto tante cose buone, relativamente a me, intendo;
  10. ho detto bugie, ma anche se contorte erano tutte a fin di bene;
  11. la seconda volta che sono andata a Salamanca, in realtà ero in Marocco, ma se ve lo dicevo stavate in pensiero;
  12. non mi sono mai fatta le vaccinazioni obbligatorie per i viaggi, anche se ho sempre sostenuto di sì, ma son sempre sana;
  13. ogni volta che ho promesso qualcosa (tipo basta, non bevo più; domani smetto di fumare; mangio sano; etc.etc.) se poi non l'ho fatto, non è stata colpa mia, è stata colpa delle situazioni, che io non sempre riesco a gestire, che mi gestiscono loro, quindi passo la colpa;
  14. rimango solidamente ferma sulle offese a: il governo, il papa, bush, la colonizzazione spagnola e portoghese e inglese e francese nelle americhe, i ladri di portafogli, 2 o 3, anche 7 o 8 conoscenze universitarie, quei colleghi di lavoro;

Divinità soprannaturale, se ti capita, punisci la Gelmini, tipo trasformala in una precaria di una coopertiva per la pulizia dei cessi negli autogrill e fai rinascere Maroni in un accampamento nomade spaziale, fai rinascere il veterinario che ha operato Ettorex con un testicolo solo e trasforma in uno sputo in caduta gravitazionale perenne quello che si è fottuto mio nonno.

Grazie

martedì 2 settembre 2008

Leggere dopo il post precedente

Tutto l'articolo linkato incentra il problema sulla clandestinità, tanto che come immagine riporta la perquisizione di due persone.

In realtà non è così.

Se si affitta una casa illegalmente,

a immigrati, a clandestini, a italiani, a chiunque,

senza registrare il contratto d'affitto e

denunciare alla Polizia Municipale la presenza di affittuari,

il reato NON lo compie chi va ad abitare nella casa, ma il proprietario.

Il clandestino, che ha bisogno di una casa in cui stare, che spetterebbe per diritto costituzionale, si abbassa al potere del proprietario di casa che si approfitta della sua situazione, affittando abitazioni, spesso non a norma, ed esigendo un affitto che non dichiara, quindi in nero.

E, in tema di denuncia, ciò che va denunciato è questo: IL PROPRIETARIO DELLA CASA.

Non il clandestino, perché non compie nessun reato.

Ma la stampa di questi coglioni, insiste a puntare il dito contro i clandestini e la prostituzione, sviando di fatto il problema, accusando chi non è colpevole e fomentando i pensieri degli idioti che gli vanno dietro.

giovedì 28 agosto 2008

Quando si dice sfiga


Ci son certi momenti della vita in cui, pur di contenere l'ansia di un'attesa, scongiuri la sfiga, pesando come potrebbe andare nella peggiore delle ipotesi,

E son proprio quelle ipotesi, che fanno capire quanto siamo limitati, noi, di fronte l'universo,

Che ha sempre di riserva qualcosa di peggiore, lui, della peggiore delle ipotesi.

martedì 26 agosto 2008

Medicinali, in abbondanza.

Che Paolo Nori, a un certo punto del suo libro I Quattro Canni di Pavlov, che è già la seconda volta di fila che lo leggo, ché lo amo io, quell'uomo lì, ha detto che ogni inizio di Secolo ha le sue manie e che in questo inizio del Secolo, noi abbiam la mania dei medicinali.

Che questa frase qui mi ha fatto riflettere molto, a me.

Che alla fine è vero, a rifletterci bene.

Che siamo tutti un po' psicotici per le medicine, che basta fare una ricerca di mercato che in una sola via, di farmacie, ce ne son sette o otto.

Che delle volte io, quando non so che fare, mi metto a sedere con la scatola dei farmaci in mano, che faccio la cernita, dico.
Che mi metto a controllar le scadenze, che magari c'ho i rimasugli di qualche malattia fa e li butto via se son scaduti.

Che lì per lì, il dottore, quando ci vado e gli dico mi fa male qui, lui mi dice allora prendi queste pasticche, 1 al dì per 5 giorni.
E allora io vado in farmacia e compro le pasticche, che però nella confezione mi accorgo che ce ne son 20 di pasticche, e così me ne avanzano 15.
Che allora mi dispiace buttarle via, che non son per lo spreco io, e dico che magari posson sempre servire di nuovo, anche se spero di no.

Che una volta, tanti anni fa, che mi è sempre piaciuto viaggiare a me, sono andata a Bali, in Indonesia, quando ancora non c'eran gli alberghi che ci son ora, che li stavan costruendo allora, quando ci sono andata io.
Che la gente dice che è in uno di quei posti che son sottosviluppati, ma che secondo me, invece, son più intelligenti.

Che quella volta lì che ci andai, che ci son stata tanto, che allora ero giovane e certe cose me le potevo permettere, mi ricordo a un certo momento c'avevo bisogno delle medicine che mi faceva male qualcosa, e che sono andata in farmacia e mi han detto quante pasticche ti servono, 1 al dì per 5 giorni, son 5, me ne servono 5, e me ne dettero 5.

Che quelli lì che chiaman sottosviluppati, allora secondo me son più intelligenti, che con quella confezione lì da 20 ci potevan star bene 4 persone che gli servivan 5 pasticche, invece che una sola che poi ne buttava via 15, di pasticche.

Le ForSe dell' Ordine


Per una volta, vorrei testimoniare a favore delle ForSe dell'Ordine e della Tutela del Cittadino.

Che devo dire che ultimamente, se ne vedono molti in giro di ForSe dell'ordine, e che secondo me gli fa bene un po' di movimento, che prima a star tutti sempre in ufficio hanno messo su tutti la pancia, che si vedono dei fisici, che riescono a far perdere anche il fascino alla divisa.

Allora, la mia amica G., l'altra sera, era in macchina con il suo amico C., che non facevan quelle cose, che oramai c'han la mia età e quelle cose, quando possono farle, preferiscono il letto alla macchina, che è più comodo ed è meno deludente, soprattutto quando scopri che quello c'hai in mano è il cambio delle marce.

Insomma, mentre eran lì che parlavano, si avvicina uno, che sembrava, mi han detto, un po' mezzo di fuori, e inizia a urlare e a dargli fastidio, che loro gli han pure detto ma vaffanculo, hanno messo in moto e se ne sono andati.

Ma quello messo male, che siccome c'aveva il motorino li ha seguiti e al semaforo, che era rosso e loro si son fermati, si è avvicinato ed ha continuato a urlare, che loro a lui vaffanculo non glielo dovevano dire.

Che allora la G., che anche se è una donna c'ha due palle così, ha detto ora scendo che mi hai rotto i coglioni, e poi è sceso anche il C., che non c'ha due palle così, ma è comunque molto grosso, che han ripetuto che ora aveva rotto i coglioni davvero, che son di poche parole il C. e la G..

E insomma dice, han fatto gente e qualcuno ha chiamato i carabinieri. Che il tipo in motorino allora se n'è andato e gli hanno chiesto al C. e alla G. che volevano fare, che se volevan potevan far denuncia.

E il C. e la G. che non volevano rotture di coglioni, han detto anche no, che facciamo anche finta di niente.
Però, gli han detto che comunque per sbrigare la burocrazia dovevano firmare un verbale e che dovevano andare in centrale che tanto era lì vicino.

Che allora a quel punto, han detto serata di merda per serata di merda, che son di poche parole, andiamo in caserma.

Che allora è arrivato uno che gli ha detto che se volevan fare denuncia era meglio di no. Che quello del motorino lo conoscevano loro, che forse era anche agli arresti domiciliari, ma che era un giro di gente brutta. Che poi se facevan denuncia venivano fuori un sacco di beghe, e alla fine ci andavano di mezzo il C. e la G. che quelli di quel giro, se si incazzavano potevano fargli anche del male, poi, tipo danni alla macchina o picchiarli, anche.

Dalla Serie : la Tutela del Cittadino.

lunedì 25 agosto 2008

Fottitura al cervello. Ricetta per 8 o più persone, poi basta il passa parola.


Come ci fottono il cervello.

E' molto semplice : se quelli del potere vogliono qualcosa, non ce lo dicono in faccia, son più stronzi loro, ci fottono il cervello, così almeno facciamo quello che vogliono loro.

Un esempio :

se per esempio devono fare un appalto a un amico che vende lampioni verdi e quindi vogliono mettere i lampioni verdi (anche se non servono a un cazzo o fanno male alla salute, per esempio) in tutte le città d'Italia, ecco quello che fanno:

a . iniziano a dire che la luce verde fa bene alla salute e ci fanno un sacco di pubblicità e trasmissioni;

b . i prezzi delle luci verdi vanno alle stelle, vanno di moda, tutti i vip ce li hanno e anche la casalinga di Altopascio ce l'ha e non può più farne a meno;

c . iniziano a pubblicare studi serissimi in cui sostengono che le luci verdi proteggono dalle malattie, i medici iniziano a prescrivere sessioni di luci verdi;

d . iniziano a far vedere che delle persone muoiono perché non hanno usato le luci verdi;

e . iniziano a raccontar tragedie che le luci verdi avrebbero potuto evitare;

f . iniziano a dire se c'eran le luci verdi questo non succedeva;

g . se c'eran le luci verdi si evitava tutte le tragedie;

h . gli opinionisti iniziavano a fare manifestazioni per avere le luci verdi;

i . tutta la gente vuole le luci verdi.

Nel frattempo però nessuno si è preoccupato di cercare informazioni sulle luci verdi,

che se poi per esempio sbuca fuori che le luci verdi fanno male alla salute
son cazzi nostri, perché le luci verdi le abbiam volute noi.

Quindi per evitare di prendere abbagli, BISOGNA CERCARE UN SACCO DI INFORMAZIONI, IL PIU' POSSIBILE, LEGGERE TANTO E TUTTO, prima di dire sì o no alle cose.

Esercizio n.2 : sostituire il termine luci verdi con termovalorizzatori, vaccini, esercito per le strade ...

venerdì 22 agosto 2008

Bang!


Sulla situazione italiana della scuola

(che qui va fatta una digressione :
che per 'scuola' oggi le prime cose che vengono in mente sono i professori pedofili e le professoresse pornostar, e che palle c'è da studiare, e quanto è stronzo il professore,
ma in realtà SCUOLA,
a prescindere dalle inclinazioni e/o gusti sessuali e/o caratteristiche caratteriali degli insegnanti
SCUOLA SIGNIFICA AVVIO ALLA CULTURA, ALLA CONOSCENZA, ALL'INTELLIGENZA, ALLA CAPACITA' DI DISCERNIMENTO, ALLA CAPACITA' DI CRITICA, ALLA CAPACITA' DI SAPER DIRE NO A CHI TI VUOLE SCHIAVO DI UN SISTEMA)

mi sa che sulla stampa ufficiale han leggermente barato sui tagli all'istruzione
(che son perseguitata dai numeri)

che non hanno fatto dei TAGLI,
come ha detto la stampa di regime,
che uno dice toh, ci metto un cerotto!
o che comunque fa meno impressione di SBRANI e SFREGI,

che in realtà l'istruzione italiana l'hanno VERAMENTE SBRANATA E SFREGIATA,

ma con dei tagli così profondi, che se si rischia il dissanguamento è solo ottimismo.

Dico quel che succede con la scuola. Succede che questo ammirevole governo che ci propone la sua bella immagine infiorettata, non è sterco, è peggio dello sterco, che potrebbe essere vomito, ma anche lì l'immagine non renderebbe, o Le 120 giornate di Sodoma, nemmeno in versione desadiana, che scritto fa meno effetto, ma pasoliniana, ma forse anche lì non farebbe lo stesso effetto che fa la situazione dell'istruzione oggi in Italia.

Che a quattordici anni (ripeto 14) nel cellulare, anziché sane immagini porno, c'han le foto di Mussolini.

Ecco, questi sono i grandi genioni della scuola italiana che magari son capaci di passare con tutti 9.
Che per quest'anno la novità è che finalmente in classe c'hanno messo il crocefisso nuovo nuovo, che quell'altro era rotto, ma la carta igienica te la porti da casa.
Che a storia dell'arte ti indicano sempre le sculture delle chiese, ma sorvolano sul fatto che se osservi con attenzione certi punti dell'edificio ci son ancora il segni delle fucilazioni.

Che quest'anno una media di 25 cattedre son diventate una media di 5 cattedre.
Che non è una questione di disoccupazione, no, è una questione di tagli, che sa un cazzo la gente che significa.

SIGNIFICA CHE CI SARA' ANCORA PIU' IGNORANZA SULL'IGNORANZA, CHE PIU' IGNORANZA DI COSI' SI MUORE - e non è una metafora.

Boh... sarà che oggi vedo così nero, che a guardarmi allo specchio ero convinta di essere senegalese.

Nei prossimi mesi attenderemo immancabilmente e sempre di più alla diffamazione continua della scuola e degli insegnanti, che la scuola perderà sempre più credibilità, che la cultura diventerà sempre più relativa, che inizieranno a fiorire come muffe putride, cancerogene e puzzolenti le scuole private, che scuole private non significa solamente che va a scuola solo chi c'ha i soldi, che già sarebbe gravissimo, ma significa anche che potrai imparare solo certe cose ed in certo modo, e che diventeremo come il popolo degli Eloi dei Morlock, che non sanno né leggere né scrivere, vivono nella totale indifferenza del prossimo e sono il cibo dei padroni, esseri orribili che vivono nel sottosuolo, tipo topi di fogna.

giovedì 21 agosto 2008

Ossimori


E menomale si chiama Parco della Libertà, che se si chiamava Parco del Divieto ...

mercoledì 20 agosto 2008

da Gli Sfoghi di Una Cittadina Qualunque

Mi devono spiegare una cosa a me, i signori commercianti, di come funzionano i numeri.

Ché la matematica non è mai stato il mio forte, ma fino ad ora all'incirca, almeno nelle operazioni base, credevo di averci capito qualcosa.

Ma sono andata a comprare una camicetta che era in uno scaffale che c'era scritto QUI TUTTO AL 50% di sconto. La camicetta aveva il prezzo a 90 euro, così mi son fatta due conti e il risultato faceva 45, ma quando sono andata a pagare era 54 euro.

Poi siccome c'era una oreficeria che chiudeva e c'aveva un anello in acciaio che mi piaceva tanto e c'era scritto ANELLI TUTTI A 10 EURO, ho fatto il diavolo a quattro per trovare la mia misura che c'ho le dita magre io e la commessa mi ha pure detto che culo che di questo tipo qui son rimaste solo le misure piccole, ma quando sono andata a pagare eran 40 euro.

Che poi siccome ero a scuola, che c'avevo lezione di mattina e pomeriggio e non ce la facevo al tornare a casa che son 78 chilometri, son passata di fronte a un ristorante che c'aveva scritto all'ingresso PRIMO E BEVANDA 5 EURO e mi son detta, per oggi invece che il pezzo di pizza di plastica a 3 euro mi tratto bene, che sono entrata ma ho preso un'insalata che la cameriera mi ha detto che andava bene lo stesso e una bottiglia d'acqua, ma quando sono andata a pagare eran 10 euro.

martedì 19 agosto 2008

da Gli Sfoghi di Una Cittadina Qualunque

Che stamani c'avevo da andare al sindacato per avere un'informazione sulla scuola.
Allora entro in questo bel palazzo in centro che c'ha una scalinata in travertino e ficus enormi ai pianerottoli, che mi son detta, cazzo.
Vado dalla centralinista che faceva il sudoku e le dico scusi devo chiedere delle informazioni per la scuola che sono anche abbastanza urgenti dove devo andare?
E questa mi dice che stamattina è aperto solo un ufficio, ma che lei non è proprio sicura che è lì che devo andare, può darsi di sì, ma comunque se viene oggi alle 15,30 ci son quelli proprio della scuola. Che son specializzati, che in quell'ufficio lei può provare, ma non lo so, comunque oggi, quelli della scuola sono al piano di sopra, sulla sinistra, che sulla destra ci sono gli immigrati.
Che così vado a vedere in quell'ufficio lì, ma c'era un sacco di gente che faceva la fila, che mi son detta va be' vengo oggi alle 15,30.

Così oggi alle 15,30 vado da quelli del sindacato della scuola, al secondo piano, sulla sinistra, che anche lì c'avevano un ficus che pareva una palma.
E sulla porta di quelli della scuola, che erano le 15,40, c'era un post it con scritto Torno Subito, che mi son messa a sedere in mezzo agli immigrati, che sulla sinistra le sedie non c'erano, che eran tutte sulla destra.

Che a un certo punto è arrivato un omino che gli ha detto a quello del sindacato che lui aveva bisogno del rinnovo del permesso di soggiorno, che era andato dall'avvocato e aveva pagato l'avvocato, ma gli rispondeva sempre una signorina che gli diceva lo dico all'avvocato, che aveva già pagato, ma l'avvocato poi non lo sentiva mai. Che quello del sindacato allora gli ha detto che se è andato dall'avvocato lui non ci può far nulla e l'omino gli ha ripetuto la storia dell'avvocato che l'aveva pagato ma non lo trovava più. E quello del sindacato gli ha detto ma allora non capisci nulla, se trovi un marocchino fattelo tradurre che io non ti posso fare nulla. E quell'omino che tremava tutto e c'aveva pure i pantaloni di velluto gli ha detto pure grazie, a quello del sindacato e se ne è andato.

Che io lì mi sarei messa a pianger, se non di più, che solo a vederlo, quell'omino lì, ho sentito tutto quello che si può patire di più tremendo nella vita.

Che poi gli ho detto a quello del sindacato se quelli della scuola c'eran, che era già mezz'ora che aspettavo e lui mi ha detto boh.

Che poi è arrivato un rumeno che gli ha detto che aveva il permesso di soggiorno che era scaduto da un anno, ma che si era dimenticato di rinnovarlo, che allora quello del sindacato gli ha detto va bene, vediamo cosa possiamo fare.

Che poi, dopo un'ora che aspettavo, che eran le 16,30 ormai e quel Torno Subito lì, mi stava un po' sulle palle allora, son scesa dal centralino, che era un'altra, anche se faceva il sudoku, che mi ha detto che quelli della scuola erano in ferie, che dovevo parlare con quelli dell'ufficio che erano aperti stamattina, ma che ora non ci sono e che ci risono dopodomani.

lunedì 18 agosto 2008

Sconsigli per gli acquisti


Questa è la storia di G. e P. (nomi fittizi, che non vorrei creare inutili imbarazzi) e lo shampoo.

G. si è sempre lamentata, dice, chè il P. c'aveva la forfora e non era un gran bello spettacolo, no, che senza forfora insomma sarebbe stato meglio, dice, un po' perché a lei le piace la biancheria scura e a vedersi tutte quelle squame sul cuscino accanto, dice, non era così tanto divertente. Dice anche che P. sarebbe anche un bell'uomo appunto, e che gli sta tanto bene il nero, ma al cinema per esempio, quando si accendono le luci che finisce il film, be' dice, anche lì, a volte ha anche fatto finta di non conoscerlo.

P. dice che lo sa, che gli dispiace, ma che non può farci nulla, dice, ne ha provate tante, ma non hanno funzionato. Dice che secondo lui è una questione di stress, che siccome c'ha lo stress, dice, il suo corpo reagisce così e gli viene la forfora. Che una volta, dice, è andato anche in un'erboristeria di quelle serie, che gli han dato tre tipi di shampi diversi e poi gli han detto che la forfora è un problema che viene dall'interno e che se la voleva eliminare completamente doveva fare una cura regolare con le capsule di bardana, così gli han venduto anche una scatola formato famiglia di capsule gelatinose. P. dice che gli shampi li ha provati, anche a giorni alterni, e che la bardana probabilmente gli ha fatto effetto nel posto sbagliato, che ha avuto la diarrea per quattro giorni. L'unica cosa che sembra gli funzioni un po' meglio, ma solo a periodi, dice che è il Clear.

G. un giorno che era rimasta senza lo shampoo gli dice a P. : "Senti P., ho finito lo shampoo, posso prendere un po' del tuo Clear?" e va così per tre volte, che la G. lo shampoo ancora non l'aveva ricomprato, che alla fine la G. gli dice al P. : "Ma lo sai che mi è venuta la forfora anche a me".

La G. e il P. hanno avuto una leggera crisi coniugale, che lei gli diceva che le sembrava ingiusto che con tutte le cose buone che aveva fatto per lui, lui la ripagasse attaccandole la forfora.
Che allora il P. per dispetto ha iniziato a usare lo shampoo della G. di nascosto, solo per farle uno spregio che la G. ci spende anche 30 euro a volte per uno shampoo.

Dopo una settimana al P. gli è andata via la forfora, che si è convinto, dice, di essere stato uno stupido, dice, a credere che esistesse uno shampoo che manda via la forfora, ché sennò, dice, a forza di mandar via forfora a quest'ora la Clear sarebbe bella e che fallita.

domenica 17 agosto 2008

Anno Bisesto, Anno Funesto

E ho già detto tutto. E non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro.

Se non che io, che se continua così mi vedrò costretta a ritirarmi in una caverna, cibandomi di radici e accendendo sporadici fuochi, con una coperta e via, e una scorta di sigarette, da aggiungere ne avrei ancora molto, perché sono indecisa.

Che oltre alla caverna, mi tenterebbe anche l'isola sperduta, ma sarebbe più arduo raggiungerla e in più non so pescare. Di contro potrei farmi dei gran bagni e non avrei problemi di sale.

lunedì 11 agosto 2008

Relativismo logico

Ci son delle cose che io mi sforzo di capire, ma non ci riesco.

Ieri -ma non avevo voglia di scrivere, quindi lo faccio oggi- trovo sul Corriere.it questa fotografia con la seguente didascalia :

Il villaggio di fuoco - Un soldato Usa in Iraq durante una pausa mentre alle sue spalle il fuoco divora delle case di fango nel villaggio abbandonato di Balad Ruz, 75 chilometri a nord-est di Bagdad. Il fuoco viene appiccato per evitare che i terroristi possano trovare rifugio nel villaggio (Ap)


La leggo, la rileggo, la ririleggo e la riririleggo, ma mi sfugge la logica e mi colpisce l'ironia.

Cioè un villaggio non è che si abbandona così, perché una mattina tutti gli abitanti si svegliano e dicono be' sai che c'è oggi? abbiam voglia di abbandonare il villaggio, così i terroristi ci si nascondono. Che poi, ecco, 'sti terroristi, che mi san tanto di leggenda metropolitana, non credo che abbian proprio bisogno in un villaggio abbandonato, se è vero che son così bravi e così pericolosi e astuti come dicono, magari sono un tantinello meglio organizzati, no?

Ecco a me, questa didascalia qui, mi sa tanto di una scusa bella e buona per giustificare una cosa che bella e buona non è.

Ecco mi sembra un po' come quella storia che è successa a Granaiolo -piccolo paesello del contado empolese quasi al confine con il senese- che siccome è morto un ragazzo con la macchina perché aveva bevuto e andava troppo veloce ed ha picchiato contro un albero che costeggia la strada, la gente mica ha detto sarà meglio che si impari ad andar più piano e a non esser ubriachi quando ci si mette al volante, no, la gente ha detto: be', bisogna tagliare gli alberi.

domenica 10 agosto 2008

Ipocrisia


Siccome sembra che la sopravvivenza della vita non sia più legata all'istinto di conservazione della specie, ma al vile denaro, quante vite si salverebbero con la stessa cifra usata per ammazzarle?

sabato 9 agosto 2008

Ironia russa e anche italiana


Con la Georgia vogliamo la pace, dice la Russia, anche a costo della guerra.

Vai a capirli... sarà la cultura diversa... ma a me pare una contraddizione.

Berlusconi vuole il Partito Unico e blinderà la Finanziaria.

Vai a capirli... sarà la nomenclatura diversa, ma a me pare fascismo.

Che questa storia del fascismo, io, mica l'ho capita. L'altra sera sono andata per bisboccia e, tra un bicchiere e l'altro, una bottiglia di Limoncello e l'altro, mi metto a parlare con due ragazzi, eufemismo sì, han la mia stessa età.

E quando si beve, si sa, la lingua si scioglie e ognuno dice la sua.

Il primo era tutto arrapato perché al mare aveva visto quattro ragazze in topless.
Be' avran fatto la loro porca figura, ho detto io a battuta, ma lui la battuta non l'ha capita, era d'accordo però sulle porche. Che nel duemilaotto, uno che si scandalizza per otto tette, mica lo considero bene, io.

Il secondo ha fatto un discorso sulla squadra di calcio, che il presidente era un venduto.
Be' la mamma dei disonesti è sempre incinta, ho detto io, ma lui la tristezza non l'ha capita, era solo d'accordo che la squadra si ama, sì, un po' come la mamma. Che io nel duemilaotto, uno che va allo stadio con gli striscioni a picchiare quelli della curva sud, mica lo considero bene, io.

Allora era il mio turno e chiedo cosa ne pensino della politica, son sempre un po' banale io.
E scopro, dopo due o tre mugugnate, che ecco, be' loro son un po' fascisti. Che mi son chiesta allora io, perchè? Che loro han pensato che son comunista. Che non è vero, ho detto io, il mondo mica è solo o rosso o nero. Dipende, ha detto uno, per me sì, che son del Milan.

Che uno fa il manovale e l'altro l'operaio in un lavanderia industriale, che cosa ci troveranno 'sti due qui nel fascismo? E lì ho sentito l'ispirazione.

Ed ho partorito una delle mie opinioni antropologico-sociali storiche, in separata sede ovviamente, che mica volevo che mi picchiassero, oltre a non avermi pagato il Limoncello.

Che fan leva su questi, quelli che stanno al comando, quelli che usano contraddizioni e nomenclature diverse dalle mie. Che fascismo oggi significa orgoglio nazionale e picchiare chi bisogna picchiare perché lo dice la tv, che son questi, che c'han la repressione, che non c'han l'orgoglio per il lavoro, qualunque esso sia, che son cresciuti fra due mura cittadine e non si son mai spostati di lì, che non leggono, non si informano, non studiano, non son curiosi della vita, che giudicano, che c'han tanto di quell'anestetico nel cervello, che se gli dicon te da oggi sei un squadrista, loro si senton contenti, si senton importanti, convinti anche di aver riscattato una vita di merda e di esser più liberi, che per il benessere, loro, son disposti a tutto, anche a picchiare, o ammazzare.

Vai a capirli, sarà stato il Limoncello, ma a me quelli, mi sa che c'han capito nulla.

Che la libertà, secondo me, è un'altra cosa.

martedì 5 agosto 2008

Questioni di look


Maroni (sì sempre lui)
oggi su Repubblica.it
afferma che vuole dare i 'superpoteri ai sindaci'.

Da Batman a Podestà: che ammirevole fantasia!

Chissà se qualche casa di moda, dopo aver sedotto la Gelmini con i suoi grembiulini, proporrà qualche divisa con mantello da pipistrello, cuffietta e ragnatele.

lunedì 4 agosto 2008

Primo giorno di soldati in città

Oggi parte
la manovra
ovra,
ed io non minculpop,
nemmeno
un pop,
anche dovessi fare
un gap.

Prima un pensiero, poi uno tragico


Che c'ho questo brutto vizio la mattina io, che è quello di andar per notizie.

Mi sveglio e col caffè,
al posto del dolciario,
ti leggo il notiziario.

Che a questo punto,
non so se lo faccio
per abitudine o errore
di spaccio -
nel senso che erro
lo spacciatore.


Omaggi a Alexandr Solgenitsin (o agosti, che è il tre, oggi, duemilaotto)

che anche se è stato strumentalizzato, o sputtanato,
a me, quella strumentalizzazione, non mi interessa.

E io ne parlo personalmente,
ché son contro lo strumentalizzare,
ché spesso la letteratura
è stata uno strumento dei regimi.

E Solgenitsin,
quello scrittore russo,
che è morto ieri,
a 89 anni,
dopo una vita che sembra da cani - Ettorex escluso -
ha scritto quel libro:

Una giornata di Ivan Denissovic

che è un libro che, secondo me, tutti devono leggere,
anche più volte.

Che è un libro corto
e quindi lo possono leggere tutti,
anche quelli che non gli piace leggere i libri lunghi.

Che io, quando l'ho letto,
l'ho ricominciato subito da capo.

Solgenitsin parla dei Gulag,
che erano i campi di lavoro forzato russi;

dove ci mettevano
un po' quelli che andavano contro il regime
e un po' quelli che non andavano contro il regime,
ma facevano finta di sì,
ché gli servivano per lavorare e terrorizzare la gente.


E Arcipelago Gulag

- che è un'altra opera,
in più volumi, 4 o 6,
ma io ne ho trovati solo 4,
che son difficili da trovare tutti,
o 2 forse non li hanno ancora tradotti,
ma non lo so di preciso -

anche questi, secondo me, li dovrebbero leggere tutti.

Ma se li leggi, questi qui,
son di quei libri che li leggi solo una volta nella vita,

ma son quelle cose che devi fare, almeno una volta nella vita.

Che io li ho iniziati a leggere,

perché sono contro tutti quelli che vogliono limitare la vita umana,

e mi ci son sentita male a legger tutte quelle cose,
e mi son fermata, che tanto poi ho detto, forse questo non è il momento,
li finirò più avanti.

Che son sensibile io, e quando leggo di come

l'uomo possa annientare l'uomo,

- che uso il congiuntivo, nel senso di possibilità,
anche se dovrei usar l'indicativo, nel senso di certezza,
ma mi fa un po' malinconia -

mi vien la nausea e gli incubi la notte.

Che poi a legger quei libri lì,
ti rendi conto di come essenzialmente

la vita e la storia sono una lunga catena,

ed ogni anello della catena,

è differente solo nella collocazione

dello scorrere del tempo in orizzontale,

che diventa però circolare.

E mi chiedo perché tante volte la gente non ci arrivi a capirlo,
che certe cose che succedono nella vita anche oggi,
son uguali a quelle che son successe,
e che forse, sapendolo, alla fine, forse certe cose si potrebbero anche evitare.

E a me questo momento qui, della mia epoca e della mia società,
mi fa un po' paura, che son mica tanto diverse le cose che succedono
a quelle che son successe.

Che mi chiedo alla fine,
ma io sarei disposta a morire per la vita?

Che sembra un controsenso, ma son domande che ti lasciano un buco dentro,
che mica è facile, a pensarci bene, rispondere.

sabato 2 agosto 2008

Risposta a un giornalista

Vorrei rispondere al
Gent.issimo Sig.rissimo, e forse anche Dott.issimo ma non lo so, Michele Salviati
che pubblica sul www.il Corriere della Sera.it, cioè qui, questo simpaticissimo sifaperdire articolo.

Il Suo articolo, che noto stranamente ben scritto, per essere un giornalista, mi lascia una qualche perplessità, perché mi sembra un po' ignobile ingiusto brutto sbagliato sbrigativo trattare così una cosa importante come l'Esame di Stato, incentrando il problema sulla forma, sulla disparità delle valutazioni e sull'ignoranza degli studenti italiani nei confronti degli altri paesi.


Concorderà con me che effettivamente qualche problemuzzo la scuola italica ce l'ha, qualche tantissimi problemuzzi,

ma la soluzione di qualchissimi problemuzzi,

e qui forse non concorderà più con me,

visto che Lei pubblica sul www.il Corriere della Sera .it,

non è sicuramente quella cui Lei accenna sul Suo su predeterminato articolo.


Se la scuola pubblica hanno deciso,
quelli che a Lei giornalista la pagano con i soldi nostri che diamo al governo,

se quelli del Governo hanno deciso
di privatizzarla la scuola pubblica,

QUESTA è LA COSA di cui si DOVREBBE parlare male.

Con la PRIVATIZZAZIONE, solo per fare un esempio tra tutti quelli che si dovrebbero fare,
la disparità valutativa e preparatoria di cui Lei sopra abbondantemente accenna,
andrà sicuramente aumentando per poche semplici ragioni:

-quelli più poveri non andranno più a scuola, perché non hanno i denari

-gli insegnanti saranno reclutati in base alla parentela e/o amicizia e/o fammiunfavore che ti facciounfavore con l'amministrazione e la dirigenza scolastica, a prescindere dalla effettiva capacità dell'insegnante

-gli insegnanti valuteranno gli studenti in base alla parentela e/o amicizia e/o fammiunfavore che ti facciounfavore, a prescindere dalla effettiva preparazione dello studente

Ecco, è di questa tendenza

allo sputtanamento regolare e continuo della scuola pubblica
alla volontà di privatizzare la scuola pubblica, che i giornalisti,
che scrivono bene e con un sacco di fonti e citazioni come lei,
dovrebbero e devono scrivere.

Punto due

Se lei, qualora le capitasse di insegnare,

ma non lo so se Le conviene perché si fa una vita da cani e siamo pagati anche male, mentre tutta la gente pensa che si lavora niente e siamo pagati bene,

allora forse capirebbe che,

a prescindere da quello che dice la ministressa, tutta incentrata sulle case di moda che han fatto gli appalti per i grembiulini griffati,

il problema della scuola pubblica è tutt'altro,

ma proprio tutto tutto e anche altro,

di quello che Lei e la ministressa dite.

Siccome la ministressa chiacchiera tanto di condotta, bullismo, grembiuli, civiltà e Costituzione eccetera eccetera, forse si perde di vista il concetto che la maggior parte del tempo a scuola si passa in classe e non a fare le sfilate di moda o a fare a cazzotti.

In classe bisogna lavorare e far un sacco di cose che aiutino lo studente a crescere, sapere, maturare, saper fare, saper dire e saper scrivere e saper essere.

E quindi in classe, converrà, bisogna starci bene e avere, gli insegnanti, tutta una situazione che gli permetta, agli insegnanti e agli studenti, di poter fare tutto quello che c'è da fare BENE.

Ma la ministressa se ne frega di ciò. E i giornalisti anche, perché io non l'ho MAI sentito a un giornalista di regime dire che il problema era questo qui che io ora sto per dire.

La ministressa infatti taglia il numero di insegnanti, ma per la gente che non è un insegnante non è facile capire che cosa significa tagliare gli insegnanti.

Tagliare gli insegnanti, che è una cosa che fa incazzare gli insegnanti che già per diventare insegnanti devono vendere il culo per pagarsi gli studi e poi lavorare se gli va bene hanno un contratto a tempo determinato, che l'età media di quelli che sono assunti con un contratto a tempo indeterminato è di 50 anni, ma questo è un altro discorso.

Tagliare gli insegnanti significa risparmiare i nostri soldi dello stato, che però per noi cittadini le tasse da dare allo stato non diminuiscono ed io vorrei sapere con tutti quei soldi cosa ci fanno, che noi abbiamo il debito di stato, ma questo debito noi cittadini mica l'abbiamo fatto,

Tagliare gli insegnanti significa aumentare il numero di studenti per classe.

Quindi chiamiamola con il suo nome, questa enorme puttanata stronzata manovra.

Tagliare gli insegnanti = aumentare il numero di studenti per classe.

Se già ora con 30 (trenta) studenti per classe si lavora male.

Che come si fa a seguirli per bene, interrogarli bene, essere sicuri che tutti han capito, spiegare bene le cose?

Se son così tanti.

Che devi stare attento che in classe c'è quello che fa casino, e gli devi stare dietro,
c'è quello che in crisi perché gli è successo qualcosa di brutto, e lo devi ascoltare,
c'è quello che fa un percorso differenziato (sordo, cieco, sordomuto, in carrozzina, disabile, con ritardi mentali e crisi epilettiche) e che ha diritto a un' attenzione particolare e che ci vorrebbe un insegnante di sostegno, ma che non c'è, perché han tagliato gli insegnati,

c'è quello straniero che non parla l'italiano e che ha diritto a un' attenzione particolare, e che ci vorrebbe un corso di L2, ma che non c'è, perché han tagliato gli insegnanti.

Se son così tanti, che per ogni classe un terzo son stranieri, un terzo son differenziati e un terzo sono in crisi adolescenziale.

Se ora, con i tagli agli insegnanti, per classe ci son 40 (quaranta) studenti, come si fa a seguirli tutti e bene fino in fondo?

Caro giornalista, mi risponda, possibilmente sul giornale di regime su cui scrive, se glielo fanno fare, che almeno la gente sappia che TAGLIARE GLI INSEGNATI NON SIGNIFICA LICENZIARE I FANNULLONI, MA MANCARE A UN DIRITTO COSTITUZIONALE che è IL DIRITTO ALLO STUDIO.

E poi Lei dice che gli studenti sono ignoranti, nèh?

E le ministresse o ministrette che collaborano all'ignoranza, perché non si può dire che sono stronze e ignoranti come le capre?

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.