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giovedì 24 giugno 2010

Purificazione


“You will hear of the sea turning black, and many living things dying because of it."

“Tu sentirai che il mare diventa nero, e molte creature muoiono per questo.”

Questo è il settimo segno della profezia degli indiani americani Hopi. Sono in molti che associano gli eventi nel Golfo del Messico a questa frase. Non ci sono dubbi che ci sia una forte componente simbolica in tutto quello che sta succedendo. Il mare è simbolo dell'inconscio, dell'ignoto e del pericolo. Una sostanza nera, portatrice di morte, che esce dal fondale verso la superficie, simbolo della coscienza, rappresenta il male che “viene a galla” e appare sotto la luce del sole (la coscienza per eccellenza).

In questi tempi, quante cose non stano “venendo fuori” da luoghi creduti eterne tombe?

Se quello che succede nel mondo è solo un riflesso dell'anima umana, cosa succede nel nostro profondo? Il nero veleno comincia a sgorgare senza sosta: il nostro male interiore inizia a uscire verso la coscienza. L'individuo che nega il suo lato scuro, la sua ombra, finisce per essere ricondotto dalla sua anima stessa ad una situazione di coscienza attraverso i più svariati mezzi: lapsus, nevrosi, incidenti e altro ancora.


L'anima mundi, che collega tutto il creato, ci sta portando verso una maggiore coscienza collettiva tramite giganteschi eventi impossibili da non vedere? Sì, credo che il disastro del Golfo del Messico sia un tale evento, in grado di farci riflettere e prendere nota di quanto marcio abbiamo nascosto nelle nostre vite. Mi riferisco ai crimini contro l'umanità compiuti in nome della “libertà” e alle guerre (Afganistan, Iraq, Congo...) per la “giustizia” . Penso al nostro stesso stile di vita, possibile solo grazie allo sfruttamento di milioni di persone in paesi poveri e ad un consumo irrazionale di risorse naturali. Chi non è stato tentato a speculare nel mercato finanziario, inseguendo l'illusione della ricchezza senza lavoro? Non è ora di accettare la sconfitta? Abbiamo vissuto facendo finta di nulla e adesso è ora di levare la testa dalla sabbia. Inizia la purificazione!

domenica 17 agosto 2008

Anno Bisesto, Anno Funesto

E ho già detto tutto. E non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro.

Se non che io, che se continua così mi vedrò costretta a ritirarmi in una caverna, cibandomi di radici e accendendo sporadici fuochi, con una coperta e via, e una scorta di sigarette, da aggiungere ne avrei ancora molto, perché sono indecisa.

Che oltre alla caverna, mi tenterebbe anche l'isola sperduta, ma sarebbe più arduo raggiungerla e in più non so pescare. Di contro potrei farmi dei gran bagni e non avrei problemi di sale.

venerdì 1 agosto 2008

Ecco come la ministra ci porta i tropici in Italia, che tanto i soldi per far viaggi non ce li abbiamo, noi.

Una volta ero su una spiaggia tropicale ad andar per conchiglie, che non era una zona turistica quella, che a me quel turismo che fan nei villaggi turistici non piace. Ho sempre viaggiato particolare io.

Insomma, ero su questa spiaggia di un posto abbastanza sperduto, quando incontro un bambino e mi metto a parlare con lui, che conoscevo la lingua ispanica, che l'avevo studiato lo spagnolo.

E lui, con quegli occhi grandi grandi mi dice che voleva fare l'avvocato da grande, e io gli dico che doveva andare a scuola allora, e lui mi dice che la scuola era troppo lontana e che forse ci sarebbe andato più avanti.

Allora io, me lo ricordo bene, ci son rimasta male, che non sapevo più che dirgli a quel bambino lì, che voleva fare l'avvocato ma non poteva andare a scuola e che forse ci sarebbe andato più in là, che allora ho tagliato il discorso e siam andati a mangiare il gelato.

Ecco, io quegli occhi di quel bambino non me li dimenticherò mai, che non eran proprio marroni marroni completamente, ma c'avevan qualcosa d'oro nel mezzo e che sembrava che c'avessero tutto il senso della vita dentro, quegli occhi lì, che non eran tristi, ma eran densi densi.

E non me lo dimenticherò mai, allora, ché pensai che noi eravam fortunati che i bambini da noi a scuola ci potevano andare, e che se volevano fare l'avvocato lo facevano o se non lo volevano fare, comunque la possibilità ce l'avevano lo stesso.

Ecco, oggi, che sono passati anni, che c'avevo ventitre anni quando ero lì, che son passati poco più di dieci anni, quell'episodio lì mi è rivenuto in mente, pari pari, che son strani i ricordi, che è come se non ci fossero più e poi all'improvviso ritornan fuori e ti metton nostalgia.

Ecco, a me, quel ricordo lì però, oltre alla nostalgia, mi ha fatto anche incazzare, perché me lo son ricordato oggi, quel giorno lì, quando ho letto che la ministra dell'istruzione nostra, oggi, che siam nel 2008, ha fatto un decreto legge che alla Camera gli han già detto sì ed ora aspettano il sì del Senato.

E in questo decreto legge ha deciso, quella ministra lì dei miei coglioni, che nei paesi dove ci son meno di 5 mila abitanti le scuole vanno chiuse.

Ecco e allora mi è venuto in mente quel bambino lì, che abitava in un paese con meno di 5 mila abitanti e voleva fare l'avvocato ma non lo poteva fare perché la scuola era troppo lontana.

Che se il Senato dice sì, che son quasi sicura che lo dice sì, allora anche da noi, può succedere che se si vada su una spiaggia di un paese dove ci son meno di 5 mila abitanti, che ce ne son tanti in Italia, si trovi qualche bambino che dica che vuol fare l'avvocato ma che lo farà più avanti ché la scuola è troppo lontana.

Che io già ce l'ho avuta a scuola una ragazza che siccome non aveva i soldi per pagare il treno per venire a scuola, che abitava in un paesino lontano con meno di 5 mila abitanti, faceva tutto il viaggio in bagno.


Aggiornamento (aggiornato una mezz'oretta dopo)

Dopo aver scritto questo post sopra, mi è venuta curiosità e sono andata sul google maps e ho visto che per esempio Arcidosso, che è il comune più grande della Toscana, a ridosso del monte Amiata, fa solo 4.200 e rotti abitanti.


martedì 29 luglio 2008

Vacanze - Lavoro



Sempre di coglioni si tratta.

domenica 27 luglio 2008

Ettorex. Intermezzo. Quinta parte

Stamattina sono andata a fare una lunga passeggiata sulla spiaggia


-mi ero appena alzata, ero ancora addormentata e la pigrizia mentale non aveva fatto in tempo a dirmi no-


così,


-dopo un lungo tempo in cui la pigrizia mentale l'aveva pressoché sempre vinta-


ho riassaporato il piacere dei miei muscoli tesi ed in movimento.


Mi ero dimenticata che sensazione fosse, quella di sentire i miei muscoli lavorare, e mi sentivo anche più tonica, atletica, in forma,


-tanto che mi son promessa, o ripromessa, di cominciare, o ricominciare, al fare le miei lunghe camminate, quelle dove Ettorex si stancava prima di me. Dove, per farmi smettere di camminare, Ettorex giocava sul fattore compassione e iniziava, talvolta, anche a fingere di zoppicare: non è mai stato un grande atleta, Ettorex.


La prima passeggiata con Ettorex la feci in centro a Firenze. Capirai, era un batuffolo bianco, ancora piccolo come un gatto piccolo, bianco e nero che faceva una tenerezza che non me la dimenticherò mai. Insomma, appena prelevato dalle amene campagne toscane, borghi e boschi, me lo porto in centro. Ecco, da quando siamo scesi di macchina a quando non siam tornati in macchina, Ettorex è stato all'incirca paralizzato: prima non voleva nemmeno camminare, poi non è riuscito nemmeno a fare la pipì. Insomma me lo son portato in braccio, che tant'è vero che a un certo punto che l'avevo messo in terra e lui si era nascosto sotto la mia gonna, io mi ero abbassata e la gente pensava che mi sentissi male.


Insomma ecco, da quella volta lì, secondo me è rimasto traumatizzato, che poi ha sempre camminato poco volentieri ed ha continuato a nascondersi sotto la mia gonna.


Però, devo dire, che ho sempre tenuto molto alla sua de-forma fisica e a fare le passeggiate ce lo portavo lo stesso.


A lui c'era solo un posto che gli piaceva veramente: il bosco; lì era capace di girellare ore solo per un mero piacere olfattivo.

Annusava per ore, trovava una pista e la seguiva, facendo rocamboleschi giri, di norma giri in tondo o giri a otto, con divagazioni sul tema, e correva veloce veloce fin quando non perdeva il filo della traccia.

In realtà non so quali tracce seguisse, animali non credo, perché una volta era a due centimetri da una lepre, che io l'ho vista scappare e lui nemmeno se n'è accorto; secondo me aveva una filosofia tutta sua in campo dell'odore.


Insomma, oggi mi faccio questa bella passeggiata marina, quando mi trovo ad attraversare una spiaggia piena di cani.

C'era una marea di cani con i loro padroni e mi son detta: toh, che bella una spiaggia dove puoi portare i cani!

Era la prima volta che la vedevo, e ce ne era di tutti i tipi, grandi e piccolini, legati al guinzaglio, sciolti, nell'acqua, a rincorrer legni e palline.

C'era un dalmata che nuotava con il padrone al guinzaglio e un altro che cercava di prendere un sasso nell'acqua, ma non ce la faceva ad andare sotto con la testa, e un boxer che cercava di giocare con un altro cane e gli faceva i finti assalti, e poi ce n'era un altro grosso tutto insabbiato e uno minuscolo sull'asciugamano accanto alla padrona che prendeva il sole.

Un paradiso, mi son detta.

Ecco, mi son detta, se ora avessi Ettorex qui con me lui avrebbe: prima litigato con tutti i cani vicini e poi avrebbe guaito a ore per il caldo. Ché lui e il caldo non vanno d'accordo, come non va d'accordo con l'acqua. Poi avrebbe abbaiato a chi fa il bagno e abbaiato alle onde, tentando di morderle selvaggiamente.


No, mi son detta, decisamente Ettorex non è un cane da mare. Lui è più un tipo da poltrona, ecco, è un tipo da ombra, acqua fresca nella ciotola, salotto, poltrona e aria condizionata o, come opzione per sconfiggere il caldo, se proprio proprio va male, il ventilatore, che poi sul resto proprio non transige.

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.