Morire non piace a nessuno [eccetto alcune eccezioni].
Non so se sia una questione istintiva o una costruzione mentale, perché cosa succeda con la morte ancora non si sa. So però che per chi vive, qui ed oggi, sicuramente duole, da morire.
Vorrei imparare a credere nella morte come a un dolore indotto, ché si sapesse, per esempio e con certezza, che dopo la morte si va a star meglio, allora ci sarebbe più nessun problema al riguardo.
Molte popolazioni hanno connotato in maniera differente il rapporto con la morte: reazioni, comportamenti e riti distanti anni luce dai nostri, che solo a nominarli il nostro regolamento morale inorridirebbe.
Chi accetterebbe, per esempio, di abbandonare un anziano su un'amaca, distante da tutto e da tutti, senza acqua né cibo, ad aspettare la morte? Eppur ci son state delle società dove questa pratica era ricorrente. E chi accetterebbe di uccidere un bambino, buttandolo in un pozzo, per garantirsi la beatitudine? Eppur ci son state delle culture che durante questa pratica, iniziavano anche tutta una serie di festeggiamenti. O chi affiderebbe la propria vita a uno sciamano, ben sapendo che tutto ciò che deciderà e farà sarà dettato da una fortissima dose di sostanze allucinogene?
Tra l'altro noi, per esempio, accettiamo cose quali stragi e sfruttamenti, soprusi e torture.
Ma anche il giochetto con la vita, al fine di guadagnare soldi.
Tanti soldi, in una società dove la morte è sentita e vissuta con un profondo dolore da tutti i congiunti.
Con dolore, personalissimo, leggo informazioni su Tullio Simoncini, un oncologo, che pare aver trovato una soluzione al cancro con l'uso del semplice bicarbonato di sodio, atto ad uccidere la colonia di candida albicans che ha sviluppato il tumore come difesa.
L'articolo mi fa tristemente dolore.
Il boicotaggio della medicina ufficiale verso queste terapie, a favore invece di cure disastrose, ma di facili guadagni per le multinazionali farmaceutiche, mi spaventa.
Dall'altro il conflitto per chi, con un congiunto malato per cui tenta di fare il possibile, anche.
L'informazione, la dittatura farmaceutica sulla medicina, la controinformazione e la denuncia.
Non so se sia una questione istintiva o una costruzione mentale, perché cosa succeda con la morte ancora non si sa. So però che per chi vive, qui ed oggi, sicuramente duole, da morire.
Vorrei imparare a credere nella morte come a un dolore indotto, ché si sapesse, per esempio e con certezza, che dopo la morte si va a star meglio, allora ci sarebbe più nessun problema al riguardo.
Molte popolazioni hanno connotato in maniera differente il rapporto con la morte: reazioni, comportamenti e riti distanti anni luce dai nostri, che solo a nominarli il nostro regolamento morale inorridirebbe.
Chi accetterebbe, per esempio, di abbandonare un anziano su un'amaca, distante da tutto e da tutti, senza acqua né cibo, ad aspettare la morte? Eppur ci son state delle società dove questa pratica era ricorrente. E chi accetterebbe di uccidere un bambino, buttandolo in un pozzo, per garantirsi la beatitudine? Eppur ci son state delle culture che durante questa pratica, iniziavano anche tutta una serie di festeggiamenti. O chi affiderebbe la propria vita a uno sciamano, ben sapendo che tutto ciò che deciderà e farà sarà dettato da una fortissima dose di sostanze allucinogene?
Tra l'altro noi, per esempio, accettiamo cose quali stragi e sfruttamenti, soprusi e torture.
Ma anche il giochetto con la vita, al fine di guadagnare soldi.
Tanti soldi, in una società dove la morte è sentita e vissuta con un profondo dolore da tutti i congiunti.
Con dolore, personalissimo, leggo informazioni su Tullio Simoncini, un oncologo, che pare aver trovato una soluzione al cancro con l'uso del semplice bicarbonato di sodio, atto ad uccidere la colonia di candida albicans che ha sviluppato il tumore come difesa.
L'articolo mi fa tristemente dolore.
Il boicotaggio della medicina ufficiale verso queste terapie, a favore invece di cure disastrose, ma di facili guadagni per le multinazionali farmaceutiche, mi spaventa.
Dall'altro il conflitto per chi, con un congiunto malato per cui tenta di fare il possibile, anche.
L'informazione, la dittatura farmaceutica sulla medicina, la controinformazione e la denuncia.
Al momento hanno il 50% e il 50% di possibilità di avere ragione, entrambe.
Si deve tirare a indovinare?
Si deve tirare a indovinare?
[ La soluzione a questo problema non la spiega nessuno, ma poi, qualora ci fosse qualcuno che lo spiegasse, potremmo credergli?
C'era un indovinello una volta, uno di quei giochetti di logica demenziale, che io non ho mai saputo risolvere, tra l'altro, che chiedeva: sei di fronte ad un bivio, non sai qual è la strada giusta da prendere; ci sono due fratelli, di cui uno bugiardo ed uno no; hai a disposizione una domande da fare ai due fratelli per chiedere loro la via giusta. Cosa chiedi per avere la certezza di non sbagliare strada? La soluzione non me la ricordo.]
C'era un indovinello una volta, uno di quei giochetti di logica demenziale, che io non ho mai saputo risolvere, tra l'altro, che chiedeva: sei di fronte ad un bivio, non sai qual è la strada giusta da prendere; ci sono due fratelli, di cui uno bugiardo ed uno no; hai a disposizione una domande da fare ai due fratelli per chiedere loro la via giusta. Cosa chiedi per avere la certezza di non sbagliare strada? La soluzione non me la ricordo.]