Visualizzazione post con etichetta bene. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta bene. Mostra tutti i post

giovedì 4 settembre 2008

Conflitti informativi

Morire non piace a nessuno [eccetto alcune eccezioni].

Non so se sia una questione istintiva o una costruzione mentale, perché cosa succeda con la morte ancora non si sa. So però che per chi vive, qui ed oggi, sicuramente duole, da morire.

Vorrei imparare a credere nella morte come a un dolore indotto, ché si sapesse, per esempio e con certezza, che dopo la morte si va a star meglio, allora ci sarebbe più nessun problema al riguardo.

Molte popolazioni hanno connotato in maniera differente il rapporto con la morte: reazioni, comportamenti e riti distanti anni luce dai nostri, che solo a nominarli il nostro regolamento morale inorridirebbe.

Chi accetterebbe, per esempio, di abbandonare un anziano su un'amaca, distante da tutto e da tutti, senza acqua né cibo, ad aspettare la morte? Eppur ci son state delle società dove questa pratica era ricorrente. E chi accetterebbe di uccidere un bambino, buttandolo in un pozzo, per garantirsi la beatitudine? Eppur ci son state delle culture che durante questa pratica, iniziavano anche tutta una serie di festeggiamenti. O chi affiderebbe la propria vita a uno sciamano, ben sapendo che tutto ciò che deciderà e farà sarà dettato da una fortissima dose di sostanze allucinogene?

Tra l'altro noi, per esempio, accettiamo cose quali stragi e sfruttamenti, soprusi e torture.
Ma anche il giochetto con la vita, al fine di guadagnare soldi.

Tanti soldi, in una società dove la morte è sentita e vissuta con un profondo dolore da tutti i congiunti.

Con dolore, personalissimo, leggo informazioni su Tullio Simoncini, un oncologo, che pare aver trovato una soluzione al cancro con l'uso del semplice bicarbonato di sodio, atto ad uccidere la colonia di candida albicans che ha sviluppato il tumore come difesa.

L'articolo mi fa tristemente dolore.

Il boicotaggio della medicina ufficiale verso queste terapie, a favore invece di cure disastrose, ma di facili guadagni per le multinazionali farmaceutiche, mi spaventa.

Dall'altro il conflitto per chi, con un congiunto malato per cui tenta di fare il possibile, anche.

L'informazione, la dittatura farmaceutica sulla medicina, la controinformazione e la denuncia.

Al momento hanno il 50% e il 50% di possibilità di avere ragione, entrambe.

Si deve tirare a indovinare?

[ La soluzione a questo problema non la spiega nessuno, ma poi, qualora ci fosse qualcuno che lo spiegasse, potremmo credergli?
C'era un indovinello una volta, uno di quei giochetti di logica demenziale, che io non ho mai saputo risolvere, tra l'altro, che chiedeva: sei di fronte ad un bivio, non sai qual è la strada giusta da prendere; ci sono due fratelli, di cui uno bugiardo ed uno no; hai a disposizione una domande da fare ai due fratelli per chiedere loro la via giusta. Cosa chiedi per avere la certezza di non sbagliare strada? La soluzione non me la ricordo.]

martedì 2 settembre 2008

Due tempi


PRIMO TEMPO

Io non sono razzista, tanto per chiarire.

Ma l'equilibrio tra esserlo ed esserlo ugualmente sotto mentite spoglie, è così sottile che secondo me dovremmo stare attenti.

Ci sono persone che usano apertamente la parola 'razza' a sproposito: es. io quella razza lì non la sopporto (riferendosi ad un' altra persona di un'altra nazionalità).

Ci sono persone che invece usano la parola 'razza' per dire che le razze non esistono e per dimostrarlo si smanicano palesemente per far vedere quanto siano bravi e generosi e comprensivi verso un'altra persona solo perché è straniera, mentre degli italiani se ne fottono.

In entrambi i casi, si parla di razzismo: nel primo caso la superiorità è manifestata, nel secondo caso è mascherata da idiota, perché comunque si basa su una superiorità presunta che pretende di salvare l'altro dalla barbarie del suo stato.

Invece no, siamo tutti uguali, e se si aiuta qualcuno, va aiutato come si aiuterebbero tutti, a prescindere dalla nazionalità.

Faccio un es.: se si aiuta un ragazzo nella promozione alla classe successiva, NON si aiuta perché è di un'altra nazionalità, ma si aiuta perché è un ragazzo. Punto. E se si aiuta lui, si aiutano anche gli altri, anche se sono italiani.

Perché compatire una persona solo perché è di un'altra nazionalità, è la cosa più viscida che si possa fare.

Con questo mi scuso con chi non ho potuto aiutare, a prescindere dalla nazionalità.


SECONDO TEMPO

Gli occhi di uno studente pieni di lacrimoni, perché me ne andavo in un'altra scuola è stato il più grande riconoscimento che potessi aspettarmi dalla mia ingrata professione.

Una saggia persona una volta mi disse: Che cazzo, vogliono contaminare anche loro!

Questa persona si riferiva a dei bambini che avevano avuto la sfiga di dover stare in uno orfanotrofio in un certa regione dell'Africa nera. Questa persona viveva lì, con loro, e li aiutava in quello che poteva e come poteva. Ma era una persona molto in gamba, che mai si sarebbe azzardato a mancar di rispetto alle loro abitudini, alla loro cultura, alla loro conoscenza. Quella persona lì si incazzava furiosamente con chi arrivava a far l'elemosina, pretendendo che in cambio i bambini si adeguassero ad uno stile di vita che non gli apparteneva. Chiacchiere, diceva. A loro piace dormire in terra, che si lamentavano diceva, che li mettevano nel letto e la mattina li trovavano a dormire in terra. Chiacchiere, diceva. Loro non hanno bisogno di imparare a dormire nel letto, hanno bisogno di altro, hanno bisogno di cibo, di acqua, di medicine, di poter accedere ad una cultura per avere una professione in futuro. Le chiacchiere diceva, andrebbero fatte a quelle persone lì, diceva, che sfruttano la terra di quei bambini per saziare i bisogni di altri paesi, come il nostro per esempio, che a volte, diceva, basterebbe solo smettere di bere coca-cola, solo per fare un esempio, che si aiuterebbero di più quei bambini lì, invece di pretendere di farli dormire nel letto e mangiare con le forchette. Ma quello era un grande uomo. Quelli più piccoli invece, si limitano a guardarli dall'alto in basso, giudicando la loro inciviltà e cercando di imporre la propria (di inciviltà).

lunedì 18 agosto 2008

Ognuno fa quel che può

Che stamani son cominciati altri corsi di recupero, solo che stavolta gli studenti eran miei, cioè che li avevo segati io, così gli ho detto che mi ero fatta uno scudo in ghisa refrattaria che gli accidenti quando me li mandavano dovevano stare attenti che gli tornavano indietro.

Una rimpatriata che le belvette avevan delle facce così lunghe che mi divertivo a camminare tra i banchi solo per pestargliele a spregio, che mica l'han capito loro che lo faccio per il bene e non per dispetto. Che mi han detto che del bene me lo volevano anche loro, ma mica mi venivano a rompere le palle in vacanza, loro.

Che son rimasta impassibile io, come una roccia, anche se io, quando andavo a scuola e son stata rimandata a settembre, lo sapevo che il professore mi aveva rimandato a settembre per dispetto, che era comunista lui e non tollerava quelli che andavano in vacanza a ottobre, ed io andavo in vacanza ad ottobre.

Che son scemi, ma gli voglio bene, anche se loro no, ma tanto mi son fatta lo scudo in ghisa refrattaria, anche se secondo me però c'ha qualche buco, che mi son storta pure una caviglia.
E poi capito, la lezione era dalle 14,30 alle 16,30, che una è andata via alle 15,00 che sennò non c'aveva più l'autobus per tornare a casa e uno è arrivato alle 16,00, che come ritardo non c'è male, veramente.

Che pensavano mi divertissi io, sotto il sole cocente del 18 Agosto a parlar di analisi del testo narrativo, con tanto di fabula e d'intreccio, d'analessi e di prolessi, che avevo anche trovato un pacchetto al centro benessere 199 euro tutto incluso, compreso di massaggio e pedicure, per questi giorni qui.

lunedì 11 agosto 2008

La svolta

A me, il mondo, è sempre sembrato un posto strano. Forse il mio carattere schizoide non mi permette di avere un contatto diretto con la realtà materiale. La mia mente non si accontenta o forse non si fida del mondo così come appare. Oppure, esiste dell'altro. Una realtà più complessa dove il bene e il male, lo spirito e la materia si scambiano degli influssi.

Cosa sta succedendo nel mondo in questi nostri tempi ? Secondo la mia intuizione siamo arrivati ad un punto di svolta. Quello che vediamo è l' estremo tentativo di un gruppo di uomini e donne, venduti al male, di garantire la propria sopravvivenza in un mondo che sta raggiungendo un livello di coscienza sempre più elevato. Dove i soliti trucchi non funzionano più come una volta.

Certo, è possibile dare una spiegazione meno esoterica, meno simbolica ai fatti dei nostri tempi. Sarebbe possibile, ma vuoto di significato. Sento, sentiamo credo, il bisogno di essere in contatto con qualcosa di più grande di noi. Il consumismo ci ha portati ad avere una casa piena di beni inutili, poco tempo per noi stessi e gli altri, infelicità personale ed a perdere il contatto con la nostra anima e con Dio. Chi ci voleva schiavi si trova ugualmente in gabbia. Una gabbia fatta di strumenti finanziari, banche piene di gente avida, illusa e incapace di avere una visione spirituale del mondo.

La magia nera si è rivolta contro gli stregoni del male. Come ci ha insegnato la filosofia orientale : il male è fondato sulla negazione, non può fare altro che distruggere se stesso. Stiamo assistendo ad un gioco dove i poteri forti puntano somme sempre più alte per recuperare ciò che hanno già perduto. Non hanno tempo, i loro SIV, CDO e altre diavolerie finanziarie stanno bruciando nelle loro mani.

La riunione del gruppo Bilderberg (vedi qui) anche conosciuto come i “camerieri del potere” sarà stata un po' più nervosa del solito. Hanno già capito che la situazione è critica. Se la attuale crisi è stata pilotata sono davvero intraprendenti e rischiano grosso. Se la crisi è fuori controllo, cercano un modo di uscirne ancora con qualche potere. Secondo me, stanno per giocare il tutto per tutto.

Il bene vincerà nel modo più elegante, quasi senza combattere, vedrà il male strozzarsi con la corda che voleva usare per legarci.

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.