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giovedì 8 gennaio 2009

Uccidere è possibile. Boicottare è impossibile

A volte capita, anche un po' più spesso veramente, che, aprendo un giornale, si provi una sensazione che non è più nemmeno di disgusto, è di più, è un qualcosa come di surreale, come vedere un Rinoceronte attraversare la strada.

La reazione normale, se non fossimo nell'assurdo, sarebbe quella di stupirsi almeno un po', fare qualche ipotesi, elaborare anche un solo semplice interrogativo. Invece niente, sembra del tutto normale questa notizia, aggiungendo poi, se non fosse chiaro del tutto il concetto, anche una foto che ne rafforzi il già chiarissimo richiamo.

Si nega per affermare, si confondono le idee ed i concetti. Si abbinano assurdamente contenuti, fonti e citazioni che non hanno niente a che vedere con il soggetto trattato.
Ci tranquillizzano assicurando che non esiste nessuna lista: ci rafforzano la memoria storica? O si strumentalizza una parte di passato vergognoso solo per interesse? Si denuncia la solita atrocità dell'umanità?


Dell'umanità? Ma quale umanità, se non ci soffermiamo nemmeno per un attimo sul concetto di popolo, gente, persone, uomini, donne, esseri umani, la vera umanità?

Né, e soprattutto, sul concetto di colpa e di responsabilità dell'atrocità.

Come se un popolo, solo per il fatto di appartenere ad un brandello di terra, improvvisamente diventasse responsabile assoluto del male, a prescindere da chi lo governa, da chi lo comanda, da chi impone una guerra o uno sterminio.


La colpa è del popolo, sempre. Palestinesi come ebrei, ebrei colpevoli e/o palestinesi colpevoli, a seconda delle necessità.

Il fatto però è che molto probabilmente io non sono differente da un palestinese, come non sono diversa da un israeliano o da un ebreo.

...ma non il popolo israeliano.

I popoli, gli altri, io siamo solo numeri, pedine, soldatini, figurine e scampoli di terra che l'illusione del dominio e del comando si litiga, strappa, baratta e uccide.

Di nostro usano solo il nome del popolo e la parte dell'esecuzione (nascondendo il 'forzata') di un ordine, e siamo o vittime o carnefici in base alla necessità.

Mai però fanno sentire la nostra voce, quella vera, che ci rappresenta come persone, popolo o umanità.
Quella di un israeliano, per esempio, contro Israele stesso.

La forza di un esercito si basa sul numero delle persone, noi siamo persone e siamo in molti, tanti, troppi, in confronto a quel manipolo di uomini che ci ha voluto schiavi. E a noi, il popolo, non sarebbe necessaria nemmeno una guerra per sconfiggere la schiavitù, basterebbe sottrarci, semplicemente, alla logica che vogliono imporci.

domenica 28 dicembre 2008

Vade nel Retro Web

Due memorandum brevi brevi, per non invadere il post sotto che merita più e più giorni di cima-classifica:

mentre l'Inghilterra rilancia la proibizione dell'uso del Web per il momento solo ai minori, altri siti (vedi Beppe Grillo) ci informano che noi, qui, la censura già ce l'abbiamo e senza bisogno di tanti monarchici proclami.

Stai a vedere che, tanto per pubblicizzare l'orrore, tra poco i nostri quotidiani di INFORMAZIONE (è una battuta) inizieranno a deliziarci con omicidi di pudiche verginelle seviziate e strangolate dagli orribili FREQUENTATORI del Web.

martedì 4 novembre 2008

Wikipedia



Ieri stavo vagabondando nel web quando, dopo aver seguito una serie di link (un po' come nel gioco de Il Bersaglio della Settimana Enigmistica) finisco nella voce: paranoia.

In fondo alla pagina si trova anche la paura di avvelenamento da scie chimiche.
Mi son venuti in mente tutti i video, tutti gli articoli, tutte le persone che ne hanno parlato... Un argomento che anche me ha spinto, sgomenta, a guardare con maggior attenzione, e preoccupazione, il mio cielo.

Wikipedia è affidabile?

O alla fine della storia, con tutte le informazioni cui possiamo accedere, siamo tutti un po' paranoici?









Un po' come dire, qualche dubbio, che alla fine anche l'essere comunisti possa diventare una devianza della personalità, dai tratti ossessivo-compulsivi?

venerdì 12 settembre 2008

Creazione data-base

Studiare la storia per me ha significato, fra le tante, anche imparare ad essere 'sistematica', tale ad avere un archivio di dati che possano meglio indicare quale è la china che stiamo prendendo.

[Discorso un po' contorto, ma tant'è, io son così... c'ho i fiori stipati nel vaso del cranio]

Il 15 Luglio, in maniera in po' idiota, ma soprassediamo, ho scritto in questo post ciò che avevo trovato sul Tirreno (un quotidiano con sede a Livorno), cioè l'incursione delle forze dell'ordine nella sede di Livorno e relativi controlli all'archivio del giornale.

[Al momento il link che avevo messo nel post è introvato... speriamo funzioni successivamente]

Oggi invece la notizia dall'Espresso, qui, qui e qui, ma in caso non fossero accessibili, ora o più aventi, riporto un articolo:

Perquisizioni Gdf, il comunicato
della direzione de L'espresso

" La direzione de L'espresso comunica che le perquisizioni nelle abitazioni dei colleghi Gianluca Di Feo e Emiliano Fittipaldi e negli uffici del settimanale sono terminate. Dopo 7 ore, i diciotto finanzieri impegnati nell'operazione hanno sequestrato numerosi documenti di lavoro dei giornalisti, i loro computer, le loro agende telefoniche. Nel ribadire che L'espresso continuerà nel suo impegno di corretta e completa informazione, per nulla intimidito dai tentativi di ostacolare il lavoro dei giornalisti e di limitarne il diritto di cronaca.

La direzione de L'espresso "


Allora l'idea è quella di creare un data-base per non perdere queste informazioni.

Chiunque voglia partecipare è ben accetto.

AL FINE DI NON PERDERE NOTIZIE, CHE POI NEL MARASMA CE LE DIMENTICHIAMO

Io non sono camerata


Io non sono fascista, non lo sono per ovvie ragioni, tra cui la prima estremamente cronologica e la seconda riguardante le informazioni che ho sul fascismo e che logicamente non condivido.

A volte ho provato a parlare con mia nonna, che ha vissuto la sua gioventù durante il fascismo, chiedendole quali significati avesse l'esser fascisti: nessuno, diceva, perché non c'era possibilità di scelta; a volte, diceva, doveva vestirsi con il colori della bandiera italiana e sfilare in bicicletta con le sue coetanee, delle vere faticate, in quanto raggiungere la città, a una quarantina di chilometri, toglieva ogni possibile voglia di trovare una qualsiasi forma di divertimento anche nell'obbligo.

Poi, racconta, a chi non era fascista, che si intestardiva, succedevano delle cose strane, gli uomini si potevano nascondere, ma le donne a volte venivano molestate. E lì, con la pudicizia tipica delle nonne di novantanni, eclissava sul racconto delle violenze sessuali subite da alcune ragazze nella campagna fiorentina.

Questo potrebbe bastare, assieme alla violenza ovunque e alla privazione della libertà, che io fortunatamente ancora non ho vissuto.

Per un po' di tempo, sapere che la legge Scelba puniva l'apologia del fascismo, mi ha fatto sentire più tranquilla, poi sapere che Pisanò nel 1991, fondatore del Movimento Fascismo e Libertà, ha scampato le pene previste grazie a quell'aggettivo "disciolto" , mi ha reso più titubante.

Oggi i miei studenti a scuola, giovani adolescenti appena varcata la soglia del diritto al voto, tengono in bella mostra l'effige di Mussolini e a nulla servono i miei rimproveri. Anzi, rimproverarli si traduce, per loro, in mera provocazione, che li porta a mostrarmi con divertimento altre immagini ed a propinarmi curiose dissertazioni sul fascismo nei temi a piacere. Meglio ignorare allora?

Peccato che oggi anche il regime informativo non manchi, giorno dopo giorno, di richiamare il fascismo, mettendo in secondo piano le varie critiche mosse all'apologia dichiarata a caratteri stampatelli e in grassetto, come è successo pochi giorni fa per della Repubblica Sociale Italiana (o Repubblica di Salò), quando poi alcune critiche altro effetto non hanno che inneggiarlo in maniera ancora più amplificata.

Trovo necessità proprio oggi di questo sfogo, in quanto ho scoperto, grazie ad un quotidiano locale, che a Firenze è stata fondata l'associazione La Fenice.
Scorro il sito web: gli accoliti si chiamano camerata e vendono portachiavi con la croce celtica.

Ciò che ancora non capisco è come si possa aderire a determinate idee, quali siano le motivazioni, gli ideali e tutto ciò che può significare.

Qualcuno me lo può spiegare?

mercoledì 10 settembre 2008

Caro libro fascista


Caro libro fascista, almeno tu eri più sincero nel manifestare le tue intensioni, quando apponevi il sigillo lettorino sulle tue prime pagine ed inneggiavi il duce.
Una persona poteva anche odiarti, ma almeno aveva di fronte chiaramente il nemico.

Adesso il nemico è diventato più subdolo e si nasconde anche tra le tue pagine, caro libro, in maniera da creare confusione, da toglierci riferimenti precisi contro cui eventualmente scagliare il nostro dissenzo, da creare malafede, diffidenza e paura.

Prendo spunto da un articolo di Peter Gomez, dove si denuncia che la nuova cultura on line scolastica è chiaro appannaggio e di stampo berlusconiano, o di regime se vogliamo essere chiari, con addirittura una rivisitazione dei grandi dittatori, che da criminali dell'umanità diventano indiscusse figure da approfondire e dalle quali imparare.
Chi potrebbe pensare altrimenti ad un Hitler come un bravo ragazzo che intesse la sua filosofia di vita sulla base della spiritualità, la stessa, tra l'altro del Dalai Lama?

La questione caro-libri scuola ecco allora che trova la sua giusta collocazione nell'ottica dell'informazione manipolata e ambigua, nell'ottica della creazione di una cultura di regime.

I libri che rimangono nelle case di molte famiglie italiane, purtroppo, sono solo i libri di scuola. Essi sono considerati come vere e proprie Bibbie del sapere a cui far riferimento, spariti quelli, per molti rimarrà solo la tivvù a far da insegnante.
Quando un insegnante, per esempio, si discosta da ciò che il libro di testo dice, veloce si alza l'accusa da parte degli studenti, che indicano l'insegnante come non preparato.

Non a caso a suo tempo, seguendo un sito di un ragazzo appena uscito dalla scuola, che accusava gli insegnanti di essere impreparati, ho voluto mettermi in contatto con lui, chiedendogli rispettosamente in base a quali criteri poteva affermare che un insegnante fosse impreparato. Era una sincera curiosità, gli ho scritto, per capire, veramente come venisse percepita la figura dell'insegnante dall'esterno.
Non mi ha risposto.

La questione dei libri di testi adottati nella scuola, per me, non è una questione marginale.

La stampa invece propone la questione del caro-libri, come una colpa degli inseganti che dispongono l'adozione di libri eccessivamente costosi.

Il Ministro tiene a precisare che per evitare di pesare sulle famiglie si è vista la necessità di mettere un tetto massimo di spesa, oltre la quale non si può andare, per contenere quella brutta abitudine degli insegnanti di voler adottare libri di testo costosi.

Mi sembra doveroso chiarire che un insegnante basa la sua scelta del libro di testo in relazione ad altre cose, ben più importanti, che però non vengono mai menzionate, come la qualità, i contenuti, la portata didattica, tutti aspetti mirati al rendere migliore la preparazione degli studenti.

Caso mai dovrebbero essere le case editrici ad essere responsabili.

Ma la legge 133/2008 adirittuta si trova nella posizione non solo di voler mettere un tetto per contenere le spese, ma adirittura di ridurre a zero la spesa sui libri, affinché entro il 2011 le edizioni cartacce siano sostituite da versioni on line dei libri di testo.

In realtà i libri di testo hanno poco a che vedere con insegnanti "spendaccioni", che dalla stampa trapelano come coloro che, senza una motivazione reale, si dilettino a scegliere i libri di testo scolastici in base al capriccio del momento.

Nel dettaglio però ci sono anche altri molti aspetti particolarmente utili ed interessanti che mostrano a cosa possa essere utili tutta questa denuncia del caro-libri.

Partendo dal presupposto che la funzione prima della politica (quella logicamante ispirata esclusivamente al profitto personale) si muve lungo tre tappe: creare un problema, attendere la reazione della società, fornire la propria soluzione (nella speranza di mantenersi l'appoggio necessario per esistere).

Le principale case editrici di libri scolastici sono Mondadori e Le Monnier che, non a caso, sono di proprietà di Berlusconi.

Gli autori, che di norma sono un docente universitario e uno o due docenti di scuola superiore percepiscono come diritti d'autore solo dal 3% al 5% del prezzo, il resto va logicamente alla casa editrice.

Ultimamente i libri, soprattutto quelli di storia del Novecento, ma che sconfinano anche nel 2000 e più, argomentano i loro contenuti in una maniera tendenziosa.

In questi libri si aggiungono pagine su pagine di attualità: attentato alle torri gemelle, terrorismo fondamentalita e Silvio Berlusconi sorridente, talvolta definendo questa come l'era berlusconiana.

L'infiltrazione nell'istruzione scolastica non è secondaria, ma se fino ad ora, nonostante dopo lunge analisi sulla qualità dei libri di testo, un insegnante poteva scegliere almeno tra più libri, magari un po' meno di parte, anche se costosi come gli altri,

ecco la legge-gelmini che riduce il cartaceo a favore dell'on line, sicuramente più economico e meno costoso delle case editrici, tutto profitto.

Ma dietro la cultura on line, chi portrebbe essere impegnato nella grande opera di riscrittura della storia?
Chi, se non che berlusconi ed i suoi amici?

Due versioni dell'articolo, uno dal sito "Voglio scendere" di Travaglio, qui, l'altro dall'Espresso [di proprietà di Berlusconi] qui.

Mi auguro che le poche case editrici non ancora di Berlusconi possano accedere alla loro diffusione tramite internet.

I tre step sono al completo.
Si crea il problema : il caro libri,
si attende una reazione : famiglie disagiate per il caro-libri,
si trova la soluzione : si economizza con libri in cui si riscrive la storia in base a chi detiene il potere.

Prossimamente scannerizzerò le pagine di storia sull'attualità del libri di testo di storia del Novecento che dovrà restare in adozione per cinque anni, per essere poi sostituito per gli approfondimenti dalla versione on line. Il libro è delle Edizioni Mondadori.

giovedì 4 settembre 2008

Grazie


[Foto formato tomba]


Grazie. Grazie. Grazie.
Qui la prima tranvata ufficiale.


Ancora c'è da fare, con tatto e delicatezza, ma va bene. E' sempre un inizio. So che possiamo fare di più, molto di più, ma non c'è male.

Ah!

La Gelmini che fa la furba all'esame e va al diplomificio.

Tenui giustificazioni: dovevo lavorare.
Come la maggior parte delle persone.

Che dalle mie parti, se devi sostenere un esame che devi assolutamente superare per cazzi tuoi, non vai a giro per l'Italia a cercare dove ti regalano l'abilitazione, ti metti lì e studi.

Ah!

Porca!

Conflitti informativi

Morire non piace a nessuno [eccetto alcune eccezioni].

Non so se sia una questione istintiva o una costruzione mentale, perché cosa succeda con la morte ancora non si sa. So però che per chi vive, qui ed oggi, sicuramente duole, da morire.

Vorrei imparare a credere nella morte come a un dolore indotto, ché si sapesse, per esempio e con certezza, che dopo la morte si va a star meglio, allora ci sarebbe più nessun problema al riguardo.

Molte popolazioni hanno connotato in maniera differente il rapporto con la morte: reazioni, comportamenti e riti distanti anni luce dai nostri, che solo a nominarli il nostro regolamento morale inorridirebbe.

Chi accetterebbe, per esempio, di abbandonare un anziano su un'amaca, distante da tutto e da tutti, senza acqua né cibo, ad aspettare la morte? Eppur ci son state delle società dove questa pratica era ricorrente. E chi accetterebbe di uccidere un bambino, buttandolo in un pozzo, per garantirsi la beatitudine? Eppur ci son state delle culture che durante questa pratica, iniziavano anche tutta una serie di festeggiamenti. O chi affiderebbe la propria vita a uno sciamano, ben sapendo che tutto ciò che deciderà e farà sarà dettato da una fortissima dose di sostanze allucinogene?

Tra l'altro noi, per esempio, accettiamo cose quali stragi e sfruttamenti, soprusi e torture.
Ma anche il giochetto con la vita, al fine di guadagnare soldi.

Tanti soldi, in una società dove la morte è sentita e vissuta con un profondo dolore da tutti i congiunti.

Con dolore, personalissimo, leggo informazioni su Tullio Simoncini, un oncologo, che pare aver trovato una soluzione al cancro con l'uso del semplice bicarbonato di sodio, atto ad uccidere la colonia di candida albicans che ha sviluppato il tumore come difesa.

L'articolo mi fa tristemente dolore.

Il boicotaggio della medicina ufficiale verso queste terapie, a favore invece di cure disastrose, ma di facili guadagni per le multinazionali farmaceutiche, mi spaventa.

Dall'altro il conflitto per chi, con un congiunto malato per cui tenta di fare il possibile, anche.

L'informazione, la dittatura farmaceutica sulla medicina, la controinformazione e la denuncia.

Al momento hanno il 50% e il 50% di possibilità di avere ragione, entrambe.

Si deve tirare a indovinare?

[ La soluzione a questo problema non la spiega nessuno, ma poi, qualora ci fosse qualcuno che lo spiegasse, potremmo credergli?
C'era un indovinello una volta, uno di quei giochetti di logica demenziale, che io non ho mai saputo risolvere, tra l'altro, che chiedeva: sei di fronte ad un bivio, non sai qual è la strada giusta da prendere; ci sono due fratelli, di cui uno bugiardo ed uno no; hai a disposizione una domande da fare ai due fratelli per chiedere loro la via giusta. Cosa chiedi per avere la certezza di non sbagliare strada? La soluzione non me la ricordo.]

mercoledì 3 settembre 2008

Partiamo dall'inizio

http://www.centrofondi.it

E' obbligatorio.

Pierluigi Paoletti IO l'ho conosciuto. E ne sono orgogliosa.

Che poi tutto è partito così, da qui, dalla tastiera, lo schermo e un blog. Con la voglia di dare agli altri gratuitamente un po' di noi e prendere in cambio liberamente quello che gli altri ci danno.

Si chiama baratto dell'informazione, c'è chi lo fa in un modo e chi in un altro, chi dà informazioni di politica, di società, filosofia, esistenzialismo, divertimento, di se stesso insomma, e tutto serve e tutto è libero.

Baratto è una parola che andrebbe usata più spesso.

Poi, come si sa, da cosa nasce cosa, si confrontano le idee, ci si trova in disaccordo su qualcosa e in accordo su altre cose.

E tra il dire e poi il fare, ci può essere di mezzo il mare, o l'autostrada, o lande e terre emerse, boschi e praticelli, non c'è cazzi, se c'è la volontà, il fare arriva sempre.

E questa voglia di fare è contagiosa.

Perché il fare poi diventa un'epidemia, che a forza di condividere idee e pensieri, tutti si viene contagiati, e chi ci mette una cosa e chi ce ne mette un'altra, vengon fuori delle robe da impallidire, per la loro enormità.

Così, quando per un motivo, quando per un altro, e quando condividi quello e quell'altro, sostituisci il termine LAMENTARE con il termine FARE e vengono su dei progetti, che io, quando ho visto Pierluigi Paoletti, un po' mi sono emozionata, che fino a quel momento poi l'avevo solo letto nel suo sito.

E insomma menala che ti rimenala, si forma questo gruppo di persone che ci mette dentro l'anima nel far le cose per gli altri, gratis. Che io, se proprio proprio devo essere sincera, a parte che diffondere il pensiero di Paoletti ovunque potessi, c'ho fatto pure una lezione a scuola con un suo articolo, non ho poi fatto molto.

Ho fatto un po' la cavia con le prove del sistema informatico, che mi han detto te che c'hai fantasia, siccome dobbiamo fare un test ad un sistema informatico, ti devi mettere lì e trovare i luoghi più strani e inventarti le professioni più strane. Ora, ecco al massimo dello sforzo, mi son spacciata per un venditore di kebab (che dovevo inventare anche il nome).

Però poi, giuro, ho dato tutto il mio appoggio e rinunciato a cene e passeggiate.
Ho asciugato qualche fronte anche, e portato qualche caffé, che fa sempre piacere.
Ma l'appoggio, quello ce l'ho messo tutto.

E continuerò, anzi mi attiverò veramente e finalmente, che ora inizia la parte più divertente: la diffusione.

Però, ecco in sostanza, indipendenti dal sistema, ci son persone che si son fatte un culo così per fare questo progetto.

Insomma: SI PUO'.

Morale della favola: se si crede in qualcosa si può fare. Basta arrotolorasi le maniche e iniziare.

Abbasso il sistema e chi ci vuol far credere di essere schiavi intrappolati che non si può più far nulla.

Se vogliamo SI PUO'.

Si inizia: con il progetto Arcipelago SCEC.

martedì 2 settembre 2008

Leggere dopo il post precedente

Tutto l'articolo linkato incentra il problema sulla clandestinità, tanto che come immagine riporta la perquisizione di due persone.

In realtà non è così.

Se si affitta una casa illegalmente,

a immigrati, a clandestini, a italiani, a chiunque,

senza registrare il contratto d'affitto e

denunciare alla Polizia Municipale la presenza di affittuari,

il reato NON lo compie chi va ad abitare nella casa, ma il proprietario.

Il clandestino, che ha bisogno di una casa in cui stare, che spetterebbe per diritto costituzionale, si abbassa al potere del proprietario di casa che si approfitta della sua situazione, affittando abitazioni, spesso non a norma, ed esigendo un affitto che non dichiara, quindi in nero.

E, in tema di denuncia, ciò che va denunciato è questo: IL PROPRIETARIO DELLA CASA.

Non il clandestino, perché non compie nessun reato.

Ma la stampa di questi coglioni, insiste a puntare il dito contro i clandestini e la prostituzione, sviando di fatto il problema, accusando chi non è colpevole e fomentando i pensieri degli idioti che gli vanno dietro.

domenica 31 agosto 2008

La Res Publica ed il Super Eroe


Rudimentali elementi semplificati di privatizzazione,
ovvero quando l'ingegno non serve, ché tanto noi siam stupidi.

Come si privatizza la cosa pubblica (la ResPublica, Repubblica).

1 . detrarre tasse su tasse dagli stipendi dei cittadini, per la cosa pubblica;

2 . costruire numerose infrastrutture, sotto nome di cosa pubblica;

3 . mettere a capo della cosa pubblica qualcuno che segua tutto, eccetto che il buon senso;

4 . far fallire la cosa pubblica;

5 . dare l'allarme che la cosa pubblica sta fallendo e che sono a rischio migliaia di posti di lavoro;

6 . convincere i cittadini che solo un super eroe potrà salvarci;

7 . arrivo del super eroe, che pur di salvare la cosa pubblica, dice che bisogna venderla a prezzi stracciati;

8 . il super eroe logicamente compra la maggioranza delle azioni della cosa pubblica a prezzi stracciati, il resto ai suoi amici;

9 . il super eroe si vanta di aver salvato la cosa pubblica;

10 . noi continuiamo a pagare le tasse per una cosa pubblica;

11 . di fatto: abbiamo costruito una cosa pubblica, continuiamo a pagare per una cosa pubblica, per usare questa cosa pubblica dobbiamo pagare, anche se quella cosa che era pubblica, cioè nostra, non lo è più;

Di fatto siamo stati derubati, ma dal 6° punto in poi ci convincono dell'esistenza del super eroe e della sua bontà.

Esercizio 2: sostituire il termine cosa pubblica con: Trenitalia, Autostrada, Alitalia, etc. etc.

lunedì 25 agosto 2008

Tanto per fare un esempio.

Tanto per fare un esempio di quello che ho scritto sotto.

Oggi.

Titolo di giornale : LATINOAMERICANO RUBA OROLOGIO A UN TURISTA

Articolo : a un turista gli han fottuto l'orologio, lui ha fatto la denuncia e nella denuncia ha detto che FORSE quello che gli ha rubato l'orologio gli pareva un latinoamericano. Che mica lo hanno trovato ancora il ladro.

Fottitura al cervello. Ricetta per 8 o più persone, poi basta il passa parola.


Come ci fottono il cervello.

E' molto semplice : se quelli del potere vogliono qualcosa, non ce lo dicono in faccia, son più stronzi loro, ci fottono il cervello, così almeno facciamo quello che vogliono loro.

Un esempio :

se per esempio devono fare un appalto a un amico che vende lampioni verdi e quindi vogliono mettere i lampioni verdi (anche se non servono a un cazzo o fanno male alla salute, per esempio) in tutte le città d'Italia, ecco quello che fanno:

a . iniziano a dire che la luce verde fa bene alla salute e ci fanno un sacco di pubblicità e trasmissioni;

b . i prezzi delle luci verdi vanno alle stelle, vanno di moda, tutti i vip ce li hanno e anche la casalinga di Altopascio ce l'ha e non può più farne a meno;

c . iniziano a pubblicare studi serissimi in cui sostengono che le luci verdi proteggono dalle malattie, i medici iniziano a prescrivere sessioni di luci verdi;

d . iniziano a far vedere che delle persone muoiono perché non hanno usato le luci verdi;

e . iniziano a raccontar tragedie che le luci verdi avrebbero potuto evitare;

f . iniziano a dire se c'eran le luci verdi questo non succedeva;

g . se c'eran le luci verdi si evitava tutte le tragedie;

h . gli opinionisti iniziavano a fare manifestazioni per avere le luci verdi;

i . tutta la gente vuole le luci verdi.

Nel frattempo però nessuno si è preoccupato di cercare informazioni sulle luci verdi,

che se poi per esempio sbuca fuori che le luci verdi fanno male alla salute
son cazzi nostri, perché le luci verdi le abbiam volute noi.

Quindi per evitare di prendere abbagli, BISOGNA CERCARE UN SACCO DI INFORMAZIONI, IL PIU' POSSIBILE, LEGGERE TANTO E TUTTO, prima di dire sì o no alle cose.

Esercizio n.2 : sostituire il termine luci verdi con termovalorizzatori, vaccini, esercito per le strade ...

domenica 24 agosto 2008

Ollà ollà

In riferimento al post sotto sotto sotto
con il link del quotidiano (vedi: posto sotto sotto sotto Dubbi, molti dubbi, tantissimi dubbi),
ecco la risposta, immancabile,
della sig.ra gelmini,
a cui probabilmente hanno ricordato
Garibaldi .

Contraddistinto dal solito dilemma : cosa avran voluto dire?

Strumentalizzazione e Paura Sociale


Oggi vagabondando per i blogs, che c'avrei tante altre cose da fare, ma non c'ho voglia

ho letto dell'indignazione della gente per quel fatto di cronaca,

che due romeni hanno bastonato, torturato, stuprato e ucciso (non so in che ordine)
quelle due persone lì, a Roma, nella tenda.

Ora io vorrei dire a tutte quelle persone
che fanno bene ad indignarsi,
che è un sano segno di umanità, partecipazione, morale, etica, etc. etc.

Ma vorrei anche dire a quelle persone,
di non farsi prendere troppo la mano da queste notizie,
che qui questi fatti orribili,
più che dovere di cronaca,

SONO STRUMENTALIZZAZIONI.

Queste strumentalizzazioni delle disgrazie,
orribili già di per sé,
conducono dritte dritte alla dittatura.

Che poi, a forza di farci paura,
si crea quella che si chiama
PAURA SOCIALE

di cui altri ben più bravi, intelligenti e preparati di me, hanno molto discusso.

Che poi si arriva a dire che è giusto avere CONTROLLI nelle città
per la SICUREZZA, che è giusto anche l' ESERCITO nelle città

e questo alla fine si chiama REGIME [e chi ha avuto la sfiga di conoscerlo da vicino sa cosa vuol dire]

Che se oggi la sicurezza ci fan credere che sia per una giusta causa,
domani potremmo anche essere noi quelli che vengon fermati, controllati, messi in stato di fermo, arrestati etc.etc.

ma non necessariamente perché facciamo qualcosa di male,
anche solo perché magari vogliamo PROTESTARE contro qualcosa di ingiusto.

Continua il post di prima, quindi va letto dopo quello di prima


E QUESTO E' SOLO L'INIZIO ...

- per chi avesse problemi a leggere dal vero queste cose che effettivamente ci vuole più fegato di un alcolista anonimo -

"

Niente reintroduzione del 7 in condotta, si tratta di una cosa diversa. “Non è un 7 in condotta, è l'introduzione alla valutazione del comportamento. È più un 5 in condotta, perchè con il 7 si viene promossi, mentre questa insufficienza fa media e nei casi più gravi viene lasciato alla discrezionalità del consiglio dei docenti prevedere la bocciatura”. Lo ha detto Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, a 'Cortina InConTra' nel dibattito “Dietro la lavagna”.


“La scuola non deve essere un'appendice del Welfare, non deve avere una funzione sociale, ma deve svolgere una funzione educativa e formativa - ha continuato il ministro - Abbiamo introdotto l'educazione alla cittadinanza perché i ragazzi siano cittadini consapevoli dei propri diritti ma anche dei propri doveri e allo stesso tempo anche l'educazione ambientale, alla salute, ai corretti stili di vita e l'educazione stradale. Tutti i progetti che vanno a correggere l'attuale progetto di educazione, che non è nè condiviso nè esaustivo”.

Nella scuola bisogna "premiare il merito e introdurre una rivoluzione che è indispensabile perchè oggi c'è un livello di insoddisfazione generalizzato tra le famiglie e anche fra gli insegnanti - ha proseguito il ministro -. Occorre liberare le risorse. Oggi il 97% del bilancio del ministero viene utilizzato per pagare stipendi molto bassi. La scuola è stata utilizzata come uno stipendificio, un modo per creare occupazione".

E qui mi fermo che l'articolone continua, ed è pure lungo, ma io c'ho i conati di vomito e non voglio sporcare tutto il pc.

Dubbi, molti dubbi, tantissimidubbi

Io, questo articolo non l'ho capito.

Se qualcuno che passa, cortesemente, me lo potesse spiegare, ne sarei veramente grata e felice.

Da un'analisi anche approfondita, tra l'altro, alcune parti mi risultano piuttosto oscure, altre, che inizialmente mi pareva di aver compreso, arrivano a delle conclusioni la cui logica mi sfugge completamente, talune infine sono veramente un dilemma.

L'autore non si è firmato e pertanto non posso nemmeno chiedere al diretto compilatore delucidazioni, ma, data la tipologia del suo scritto, dubiterei anche nella mia comprensione di una eventuale risposta.

Il titolo :

Corsi intensivi per i prof del sud abbassano la qualità della scuola

il sottotitolo

Il ministro dell'Istruzione ha spiegato che il taglio agli insegnanti si è reso necessario: "Il Italia la scuola è uno stipendificio". E spiega: "Combatteremo il bullismo con il 5 in condotta".

i contenuti dell'articolo:

non pervenuti;

Contenuti correlati:

stop al bullismo
sabato a casa per tutti gli studenti
baby gang devasta un appartamento e picchia i proprietari
vandalismi e furti filmati per You Tube
ruba occhiali da sole al compagno e pretende riscatto per restituirli
rompe bottiglia e minaccia coetaneo

Cazzo c'entrano, con la Gelmini a Cortina d'Ampezzo?

No, non sto diventando pazza.
No, non sto diventando pazza.
Va tutto bene. Sono calma. Sono calma.
Non sono pazza.

Che mia nonna, povera donna, che c'ha novantanni e certe cose per lei, anche se legge molti libri, legge i giornali e guarda la tivù, son sempre abbastanza forti, l'altro giorno per telefono mi ha detto:

Io - Nonna vado a scuola, che ricominciano i corsi di recupero, per quelli che son stati rimandati a settembre.

Nonna - Stai attenta! Con tutte le cose brutte che succedono...

venerdì 22 agosto 2008

Bang!


Sulla situazione italiana della scuola

(che qui va fatta una digressione :
che per 'scuola' oggi le prime cose che vengono in mente sono i professori pedofili e le professoresse pornostar, e che palle c'è da studiare, e quanto è stronzo il professore,
ma in realtà SCUOLA,
a prescindere dalle inclinazioni e/o gusti sessuali e/o caratteristiche caratteriali degli insegnanti
SCUOLA SIGNIFICA AVVIO ALLA CULTURA, ALLA CONOSCENZA, ALL'INTELLIGENZA, ALLA CAPACITA' DI DISCERNIMENTO, ALLA CAPACITA' DI CRITICA, ALLA CAPACITA' DI SAPER DIRE NO A CHI TI VUOLE SCHIAVO DI UN SISTEMA)

mi sa che sulla stampa ufficiale han leggermente barato sui tagli all'istruzione
(che son perseguitata dai numeri)

che non hanno fatto dei TAGLI,
come ha detto la stampa di regime,
che uno dice toh, ci metto un cerotto!
o che comunque fa meno impressione di SBRANI e SFREGI,

che in realtà l'istruzione italiana l'hanno VERAMENTE SBRANATA E SFREGIATA,

ma con dei tagli così profondi, che se si rischia il dissanguamento è solo ottimismo.

Dico quel che succede con la scuola. Succede che questo ammirevole governo che ci propone la sua bella immagine infiorettata, non è sterco, è peggio dello sterco, che potrebbe essere vomito, ma anche lì l'immagine non renderebbe, o Le 120 giornate di Sodoma, nemmeno in versione desadiana, che scritto fa meno effetto, ma pasoliniana, ma forse anche lì non farebbe lo stesso effetto che fa la situazione dell'istruzione oggi in Italia.

Che a quattordici anni (ripeto 14) nel cellulare, anziché sane immagini porno, c'han le foto di Mussolini.

Ecco, questi sono i grandi genioni della scuola italiana che magari son capaci di passare con tutti 9.
Che per quest'anno la novità è che finalmente in classe c'hanno messo il crocefisso nuovo nuovo, che quell'altro era rotto, ma la carta igienica te la porti da casa.
Che a storia dell'arte ti indicano sempre le sculture delle chiese, ma sorvolano sul fatto che se osservi con attenzione certi punti dell'edificio ci son ancora il segni delle fucilazioni.

Che quest'anno una media di 25 cattedre son diventate una media di 5 cattedre.
Che non è una questione di disoccupazione, no, è una questione di tagli, che sa un cazzo la gente che significa.

SIGNIFICA CHE CI SARA' ANCORA PIU' IGNORANZA SULL'IGNORANZA, CHE PIU' IGNORANZA DI COSI' SI MUORE - e non è una metafora.

Boh... sarà che oggi vedo così nero, che a guardarmi allo specchio ero convinta di essere senegalese.

Nei prossimi mesi attenderemo immancabilmente e sempre di più alla diffamazione continua della scuola e degli insegnanti, che la scuola perderà sempre più credibilità, che la cultura diventerà sempre più relativa, che inizieranno a fiorire come muffe putride, cancerogene e puzzolenti le scuole private, che scuole private non significa solamente che va a scuola solo chi c'ha i soldi, che già sarebbe gravissimo, ma significa anche che potrai imparare solo certe cose ed in certo modo, e che diventeremo come il popolo degli Eloi dei Morlock, che non sanno né leggere né scrivere, vivono nella totale indifferenza del prossimo e sono il cibo dei padroni, esseri orribili che vivono nel sottosuolo, tipo topi di fogna.

giovedì 21 agosto 2008

lunedì 18 agosto 2008

Un altro eccelso esempio di regime del terrore

19:28 CRONACHE Dante De Angelis mosse accuse sulla sicurezza: «Ora i colleghi hanno paura di denunciare» N. Luca

corriere.it

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.