lunedì 29 settembre 2008

A S.

Ciao S.

te ne sei andato Venerdì notte, così, senza dire niente.

Abbiamo litigato tante volte, perché il Sabato preferivi andare a giocare a pallone, piuttosto che venire a scuola, e come darti torto a 18 anni?

Abbiamo ascoltato i Doors [bieco tranello per insegnarti il ritmo della poesia], mi hai prestato un CD ed io me lo sono ascoltato tutto, per capirti meglio, abbiamo fatto infinite discussioni sul Che Guevara, che tu amavi tanto, e quando i tuoi compagni ti provocavano, durante l'ora di storia, tu diventavi tutto rosso e ti incazzavi, mi piaceva la tua energia, anche se eri troppo irruento.

Ma io solo adesso dolorosamente ho capito perché avevi questa urgenza di vivere tutto, troppo, così intensamente e velocemente.

Ti ho ascoltato quando ti sei fidanzato con G., ma l'hanno messa in punizione, ed io ti ho procurato degli appunti fasulli, affinché tu avessi una scusa per andare a trovarla a casa; dopo ti sei innamorato di E., Niente di impegnativo dicevi, e le avevi dedicato la canzone di Alice.

Di me so che ti sei portato dietro i versi piani, sdruccioli e tronchi, Machiavelli e la scienza politica. Di te ho due temi e la scheda d'ingresso dell'anno scorso. Quando mi hanno detto che eri andato via, li ho letti: ti avevo brontolato perché mi avevi scritto Kaos accanto al tuo nome e raccontavi di come le cose a volte non funzionino, perché anche alla tua età la vita spesso è un casino.

E' vero, la vita è proprio un casino.

Stai bene, ovunque tu sia.

la tua prof.

18 commenti:

Melpomene ha detto...

che storia triste.Mi dispiace

Anonimo ha detto...

Eh, si. Davvero una brutta storia.
Solidarietà.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Sono senza parole, ma i miei occhi lucidi parlano per me adesso.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Cara Pipoca, per quello che può contare in questi frangenti, ti mando la mia solidarietà e un abbraccio.
Si...la vita è proprio un casino, per questo dobbiamo cercare di viverla nel migliore dei modi.
Grazie per aver condiviso con noi questa storia.
Un caro saluto.

calendula ha detto...

troppo presto, troppo troppo presto, mi dispiace... non so tu poi ma per me è molto difficile perchè non ho il conforto della religione a cui molti si affidano...mi dispiace ti sono vicina, se hai bisogno di qualsiasi cosa ci sono.
Un bacio forte calendula

Pipoca ha detto...

si capisce l'impotenza e la stupidità dell'intelletto.

grazie

F.

desaparecida ha detto...

mi spiace.
x tutto.

x una giovane vita che nn c'è +.
x te e il tuo dolore.

ti abbraccio di cuore!
e ancora un po'....

digito ergo sum ha detto...

Ciao, S.

ventopiumoso ha detto...

mi unisco alla solidarietà degli amici (passami questo termine) blogger. ciao

Octuagenario ha detto...

Molto affascinante questa storia. Peccato che ai miei tempi l'unica prof veramente fuori dagli schemi da me incontrata a scuola fosse una che soleva annotare il registro di classe andando ben oltre il margine destro.

desaparecida ha detto...

ma niente...così....x darti un saluto....

Pipoca ha detto...

grazie

Pipoca ha detto...

Ho messo in discussione tutto

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

E mi chiedi scusa?
Non devi scusarti cara F. Hai lasciato un commento di una umanità infinita.
Grazie...un abbraccio forte forte.

smooky ha detto...

che cara che sei.
buona notte.

desaparecida ha detto...

Lei sta ricevendo il suo abbraccio quotidiano....
si
adesso
ancora un po'
ancora
si....quasi
fatto!

E solo x lei,solo x oggi,se rilegge il commento si ripeterà tutto di nuovo!

Proprio così
ancora una volta!

:)

Franco ha detto...

Ci sono momenti in cui ci si scontra con l'evidente piccolezza delle nostre vite.
Ci sono parole che invece le rendono grandiose.
Anche nel dolore.

marteresa ha detto...

un caldo abbraccio
marteresa

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.