venerdì 12 settembre 2008

Io non sono camerata


Io non sono fascista, non lo sono per ovvie ragioni, tra cui la prima estremamente cronologica e la seconda riguardante le informazioni che ho sul fascismo e che logicamente non condivido.

A volte ho provato a parlare con mia nonna, che ha vissuto la sua gioventù durante il fascismo, chiedendole quali significati avesse l'esser fascisti: nessuno, diceva, perché non c'era possibilità di scelta; a volte, diceva, doveva vestirsi con il colori della bandiera italiana e sfilare in bicicletta con le sue coetanee, delle vere faticate, in quanto raggiungere la città, a una quarantina di chilometri, toglieva ogni possibile voglia di trovare una qualsiasi forma di divertimento anche nell'obbligo.

Poi, racconta, a chi non era fascista, che si intestardiva, succedevano delle cose strane, gli uomini si potevano nascondere, ma le donne a volte venivano molestate. E lì, con la pudicizia tipica delle nonne di novantanni, eclissava sul racconto delle violenze sessuali subite da alcune ragazze nella campagna fiorentina.

Questo potrebbe bastare, assieme alla violenza ovunque e alla privazione della libertà, che io fortunatamente ancora non ho vissuto.

Per un po' di tempo, sapere che la legge Scelba puniva l'apologia del fascismo, mi ha fatto sentire più tranquilla, poi sapere che Pisanò nel 1991, fondatore del Movimento Fascismo e Libertà, ha scampato le pene previste grazie a quell'aggettivo "disciolto" , mi ha reso più titubante.

Oggi i miei studenti a scuola, giovani adolescenti appena varcata la soglia del diritto al voto, tengono in bella mostra l'effige di Mussolini e a nulla servono i miei rimproveri. Anzi, rimproverarli si traduce, per loro, in mera provocazione, che li porta a mostrarmi con divertimento altre immagini ed a propinarmi curiose dissertazioni sul fascismo nei temi a piacere. Meglio ignorare allora?

Peccato che oggi anche il regime informativo non manchi, giorno dopo giorno, di richiamare il fascismo, mettendo in secondo piano le varie critiche mosse all'apologia dichiarata a caratteri stampatelli e in grassetto, come è successo pochi giorni fa per della Repubblica Sociale Italiana (o Repubblica di Salò), quando poi alcune critiche altro effetto non hanno che inneggiarlo in maniera ancora più amplificata.

Trovo necessità proprio oggi di questo sfogo, in quanto ho scoperto, grazie ad un quotidiano locale, che a Firenze è stata fondata l'associazione La Fenice.
Scorro il sito web: gli accoliti si chiamano camerata e vendono portachiavi con la croce celtica.

Ciò che ancora non capisco è come si possa aderire a determinate idee, quali siano le motivazioni, gli ideali e tutto ciò che può significare.

Qualcuno me lo può spiegare?

10 commenti:

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

Prima Milano, ora Firenze.... stanno arrivando e non lo vogliamo capire.

Anonimo ha detto...

il perchè non te lo so dire. so solo che alle superiori c'era un ragazzo (un amico ai tempi) simpatico. intelligente. ci si parlava benissimo. lo incontravo anche nel pomeriggio in piscina. era uno spasso. amava la storia (parlo al passato e così sembra morto ma- credo- sia vivo e vegeto) quella del 900 poi era la sua passione. quidni le cose le sapeva. ma non c'era verso di farlo ragionare. non so che cosa scatti nel cervello. una cosa è dire "quello non le sa le cose"... ma visto quel ragazzo credimi non so damri psiegazioni

Anonimo ha detto...

vi capisco. e non capisco. come voi. silenzio. è inutile parlare.

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Il fatto che non l'abbiano vissuto e il voler identificarsi nell'ideologia del più forte.Ecco secondo me i motivi oltre ad una profonda ignoranza.. Io se fossi il suo insegnante 4 in condotta e fuori dalla porta per mancato rispetto della Costituzione.Ma so che ci sono delle difficoltà.
Un saluto e sempre e comunque Resistere

Pipoca ha detto...

Ciao S&L se mettesi un 4 per quel motivo, avrei in direttissima il tormentone omelia del preside che difenderebbe i ragazzi 'ma che ci vuoi fare, son ragazzi, non bisogna essere così rigidi, te sei comunista e la politica dentro la scuola te come insegnante non la puoi fare, devi essere neutrale...' e via dicendo per mezz'ora... (già sperimentato)

Dopo un'ora di predica finirebbe come finiscono i consigli di classe finali, quando si decide se bocciare o no: dunque, per il prossimo anno servono X alunni nella classe successiva, altrimenti il numero non raggiunge lo standard, la classe non si forma e 'alcuni colleghi' perdono il posto... io no, che son precaria e mi mandano su e giù per le montagne, ma è lo stesso.

Che devi sapere che questa genialità del rapporto studente/insegnante si traduce con la necessità di un numero minimo per formare una classe... e quindi, se un preside non può perdere classi perché altrimenti rischia anche che chiudano la scuola, finisce che promuovono tutti...

digito ergo sum ha detto...

spiegartelo non te lo so spiegartelo. se è legittimo non essere fascisti, lo è pure esserlo.
se è legittimo credere in un credo (ma solo perché "pisciare in un credo" non significa un casso) è altrettanto legittimo non credere in un credo (ma sempre perché pisciare in un credo...)

Tutto qua. That's all. Dets oll

digito ergo sum ha detto...

Ah, per non creare quiquoqua, non sono fascita. Non sono "anti", non sono "contro". Non sono razzista e non sono sessista. Non sono nenache tassista. Non sono. Non. N. .

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

E poi ci lamentiamo di essere un popolo di ignoranti. che schifo.
Ciao ciao un saluto di incoragiamento.

Anonimo ha detto...

Sei un'insegnate Pipoca? Puoi fare molto allora: racconta ogni tanto la verità sul fascismo.
OT: che fine ha fatto la parte restante del tuo blog? Ho perso i tuoi riferimenti sullo scec ...

Donna Cannone ha detto...

gli studenti con effige di mussolini sul banco???? Io gliela farei ingoiare. Non credo ci sa nulla da capire. Sono puttanate che fanno presa sulle menti più rozze e sulle psiche meno evolute.- San capire solo la violenza e - consapevoli di essere nullità - si aggrappano a dei gruppi facinorosi

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.