venerdì 25 luglio 2008

A Paolo Nori


uno degli autori per il quale ho preso una fissa è Paolo Nori, l'ho letto fin da quando sono usciti i suoi primi libri.

Anzi, i suoi primi libri li ho letti tutti, poi sono rimasta un po' indietro, perché la cultura costa e ogni tanto devo darmi una regolata, perché a leggere un libro a volte ci metto un giorno e basta, e va finire che in libreria poi ci lascio lo stipendio.

Che di per sé, a ben pensarci è una cosa assurda, ma talmente assurda.
Ché ogni mestiere abbia degli sgravi sulle spese degli strumenti atti a condurre nel migliore dei modi la propria professione, mi pare più che lecito.
Ciò che non è lecito, moralmente assurdo e anche molto tragico direi, è che io non abbia sconti sugli strumenti del mio mestiere ed a fine mese debba fare i conti su tutti i libri che vorrei leggere, e che sarebbero necessari al mio mestiere, ma che non mi posso permettere e debba fare una scelta tra quelli più urgenti e quelli meno.

Ché l'altro giorno quando sono andata in libreria mi sono anche incazzata, perché nella pila dei libri delle nuove uscite, mica c'eran libri sani, no, c'era valeria marini, nel suo libro e anche in copertina con gli occhiali da sole perché c'ha un occhio pio, e mi son chiesta che cazzo avrà da dire? io certe cose non sopporto.

Ora c'è lettura e lettura e ci son tanti libri nei cassetti di scrittori sconosciuti che non trovan nessuno che li pubblichi perché sono sconosciuti ed a questa invece che come spessore per me è molto molto sottile le pubblicano un libro sul come ti porto le mutande.

Ecco comprare un libro in una libreria dove subito all'ingresso avevan questo libro, mi ha dato un un po' fastidio. Se fosse per me, dovrebbero fare due tipi di librerie: quelle dove vendon i libri veri e quelle dove vendon le stronzate, così almeno non si ferisce chi invece, ancora un po', crede nella letteratura e nella lettura e nella scrittura e nel miracolo delle parole.

Ora, mi son detta, in questa libreria non ci vengo più, perché non voglio collaborare io al dar profitto a chi vende i libri della marini, ma poi mi sono accorta che da quando hanno aperto 'sta libreria gigantesca della figlia di berlusconi, han chiuso tutte le librerie d'intorno e l'unica alternativa, per comprare libri, era la mondadori.
Ed anche alla mondadori io non ci posso andare, perché anche quella è di berlusconi e lì, invece che la marini, c'han fabio volo, che sarà pure simpatico, ma sarebbe meglio che continuasse a fare il giullare e lasciasse stare la penna. O se proprio proprio, insistesse con il fatto che vuole la penna, prendesse quella di qualche pennuto e si mettesse a giocare agli indiani -con le penne in teste- o fare i cuscini ed i piumoni -con le penne dell'anatra.

Insomma, era tanto che lo guardavo 'sto libro di Paolo Nori, ma aspettavo uscisse in edizione economica, che son quelle lotte che faccio: lotte di attesa, lotte al centesimo.
Ma son quelle lotte per sfinimento, che talvolta vince lo sfinimento editoriale ed io mi compro il libro in edizione non economica e collaboro rabbiosamente al profitto della libreria che vende la marini.

Insomma lo compro 'sto libro e stanotte c'ho fatto le due per leggerlo, che è un vero spasso. Paolo Nori l'ho visto anche a una conferenza dove parlava dei suoi libri e gli ho fatto anche una foto.

Elenco dei suoi romanzi, e di quelli che mi mancano:

1999 - Bassotuba non c'è - celo
1999 - Le cose non sono cose - celo
2000 - Spinoza - celo
2001 - Grandi ustionati - celo
2001 - Diavolo - celo
2002 - Si chiama Francesca, questo romanzo - celo in duplice copia
2003 - Duke & Co - manca
2003 - Storia della Russia e dell'Italia - manca
2003 - Gli scarti - manca
2004 - Pancetta - manca
2004 - Learco. In un ora, nove romanzi in musica con Learco Ferrari, in un'ora - manca
2005 - Ente nazionale della cinematografia popolare - manca
2006 - I quattro cani di Pavlov - manca
2006 - Noi la farem vendetta - manca
2007 - Tre discorsi in anticipo e uno in ritardo. Su Calatrava, su Checov, sulle scimmie, sulla canzone popolare - manca
2007 - La vergogna delle scarpe nuove - manca
2008 - Siam poi gente delicata. Bologna Parma, novanta chilometri - manca
2008 - Mi compro una Gilera - celo

Insomma son rimasta un po' indietro, che poi sono anche noiosa, ché un autore quando mi piace, io devo leggere tutto, e per di più ho questa strana pretesa di leggere i libri in ordine cronologico, così, penso, posso vedere anche la maturazione della sua scrittura e l'evoluzione del suo stile.

Che la scrittura è un'arte e subisce grandi cambiamenti nel tempo, e lascia un'idea del mondo e dell'uomo che è una cosa formidabile.

Ora Paolo Nori mi piace perché scrive come parla. Lo dice anche in un libro, che il computer, evidentemente lui scrive a computer, quando scrive un libro gli dà sempre quasi tutto sottolineato in rosso per gli errori.
Ma questo suo scrivere come parla, diventa quasi una cantilena, armoniosissima e bellissima, e musicalissima, che leggere e scrivere è quasi un po' come produrre musica, quando senti che le parole scivolano via al ritmo del mondo e non ti puoi interrompere mai di leggere, che sarebbe come stoppare una canzone sul più bello.
E lui è così, ti trascina nelle sue storie con questa musica del parlato e se ne sbatte della grammatica e forse c'ha ragione, che tanto si capisce lo stesso, anzi meglio, che fa un po' ridere e po' commuovere, ma è vero, ed è questo che conta alla fine, essere vero.

Come in un flusso di coscienza continuo. Che i pensieri di un uomo mica hanno forma mediata dalle regole linguistiche, i pensieri vanno e son liberi e non li devi controllare e la sua scrittura così rappresenta la libertà dell'essere i propri pensieri, che son tanto belli...

E che non capisco -cioè lo capisco, ma non voglio accettare- perché questa società faccia questa lotta furiosa contro la libertà anche del pensiero e ci allevi fin da piccini a rinnegare i nostri pensieri, ché ci insegnano che ci son pensieri e pensieri e i pensieri vanno educati, ché alcuni son giusti ed altri no.

Ed io non son mica d'accordo con questo.
I pensieri sono. Punto.

E questi suoi pensieri mi fanno venire una gran voglia di pensare anche a me e di scrivere e di leggere e non è mica da poco per un libro, far venire voglia di pensare senza tante proibizioni e accademismi e di scrivere, senza tanti dubbi sulla forma, e di leggere ancora.

Anche se ho notato che dai primi all'ultimo romanzo, la sua forma è diventata un po', ma leggermente, artificiosa. Che è un rischio in cui incorrono tanti scrittori, che smettono di scrivere per scrivere, ma scrivono per vendere e allora lì si sputtanano.

Dice sia l'editoria che ti obbliga a scrivere un po' di romanzi nei tempi stabiliti dal contratto, che ti prendon per la gola, quelli sciacalli lì, e allora uno lascia stare la scrittura ed entra nel meccanismo del mercato che è una fregatura.

Nel suo stile, scritto direttamente ispirato a lui.
Che mi pare sia anche dimagrito, che nella foto che gli ho fatto io era più tondo ed in quella che ho trovato ora mi sembra più smagrito.

1 commento:

calendula ha detto...

Frugando nel blog ho letto ora il tuo commento sulle caverne nel naso... sto ancora ridendo da sola!! Niente caverne ( peccato magari ci sarebbe venuta la foca monaca visto che l'hanno cacciata dala grotta del bue marino in Sardegna) Per quanto rigurda l'autore che ti piace.. per il tuo compleanno ho quindi ampia scelta!! e anche tempo sei dei gemelli quindi se ne parla l'anno prossimo!! Oppure per Natale...
Io ho fatto così per Camilleri, ho iniziato con la Forma nell'acqua, e poi via via tutti gli altri in rigoroso ordine cronologico!! Mi manca l'ultimo, ma il mese prossimo sara finalmente mio !!!
Grazie per esserti preoccupata per me.. emolto bello.

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.