
e come ogni inizio , sarebbe bello poter cominciare con un bel pensiero , un desiderio , un buon proposito , invece che con i ricordi .
Peccato che mentre la nazione si scalda per un ' immunità , passino in sordina tante altre cose , come i tagli alle scuole , per esempio , e di bello rimanga solo il passato .
Anche oggi mi sono alzata alle sei , sono andata a scuola ed ho finito alle tre .
Cinque interrogatori , uno dietro l'altro . Cinque muti colloqui .
Interrogatori ai quali però gli interrogati avrebbero dovuto rispondere , forse , se solo quella lingua legata , quella saliva addensata, quella memoria annebbiata non avessero azzerato qualsiasi capacità di proferir parola .
Vorrei trincerarmi dietro i miei trascorsi sui libri , dietro la mia presunta cultura , dietro quella sgangherata cattedra e inveire contro quelle facce di culo, facce di sfida, facce di cazzo che si presentano ad un esame di stato senza aver aperto libri , ma con una bella abbronzatura .
Ma non lo faccio e forse sbaglio , o forse mi illuderei solo di voler ridare dignità ad un mestiere a cui tutti , bene o male , dobbiamo qualcosa e che di dignità ormai non ne ha più .
Ma non voglio nemmeno essere presuntuosa , non voglio essere come i miei vecchi insegnanti che mi facevano sentire una fallita solo per una virgola in meno .
Eppure .
Eppure alla loro severità , alla loro arroganza , alla loro superiorità io devo qualcosa. Io devo , in buona parte , me stessa .
La mia maestra portava cappelli e fare bene i compiti a casa significava dimostrarle il mio amore . Perché di amore si trattava , bello e buono , amore puro .
Ricordo ancora il suo nome e perfino il suo indirizzo , ricordo ancora la prima parola che mi ha fatto scrivere : MELA ; un po' storta , è vero , ma con un bel disegno sopra ed un benissimo sotto . Le mie esse sembravano spirali , facevo troppi giri , ma dopo un mese mi ha imposto di usare la penna stilografica (ancora niente cancellina) , la carta assorbente e la gomma blu dura , che comunque non cancellava , e allora dovevo stare attenta a non fare errori , perché più di tre correzioni in una pagina significava dover ricominciare tutto da capo . In quinta elementare ho studiato a memoria un brano dei Promessi Sposi (Addio monti sorgenti) e me lo ricordo ancora .
Alle scuole medie il mio professore preferito era quello di italiano , ricordo nome , cognome e che amava Fantozzi . Quando entrava in classe , tutti noi alunni ci dovevamo alzare e dire in coro quanto fosse bello e bravo . Ho sempre studiato , ma l'unica volta in cui non lo feci, la tristezza che provai mi ha perseguitato per anni : l'avevo tradito .
Un tradimento così grande proprio a lui che mi aveva sempre dato fiducia .
Era un ' interrogazione di geografia . All'università ho fatto una tesi in geografia , forse per ripagare l'errore . Tempo fa , per uno strano caso , tramite un amico dell'amico dell'amica , ebbi il suo numero di telefono . Avrei voluto chiamarlo , avrei voluto dir lui che lo ricordavo ancora , che ricordavo ancora quella terribile interrogazione , che avevo pagato il fio , che mi perdonasse , ma non ho avuto il coraggio . Chiamarlo avrebbe significato abbattere quella barriera di rispettabilità che ancora oggi , oramai in pensione , lo avvolge , quella distanza così magica che lo rendeva tanto importante ed inarrivabile , quasi intoccabile .
Alle scuole superiori il mio prof di italiano e latino mi "permise" di "rubare" il libro della biblioteca che dovevo leggere. Ma non era un furto tanto per fare, era di più . Quel libro lo custodisco sempre . Quel furto era una tacita intesa tra lui e me : amavo così tanto quel libro che lui capì . Capì che togliendomelo mi avrebbe fatto male , avrebbe ammaccato il mio rapporto con la lettura e quindi il mio rapporto con lui : lui aveva sentito come io avevo amato quel libro. Gli fui debitrice . Era di Verga .
All'esame di stato mi hanno chiesto una novella di Verga , all'università ho sostenuto il secondo esame di letteratura italiana con il prof Luperini (sì , proprio lui) su Verga , oggi io ho chiesto Verga , ma gli studenti non hanno saputo rispondere . Come non hanno saputo parlare di Pascoli , Ungaretti ed i crepuscolari , non hanno saputo nemmeno l'argomento a piacere .
Ho sentito un gran dolore nel cuore .
Non tanto per D'Annunzio , Saba o Gadda , ma perché nei loro occhi non c'era più amore per la scuola .
Ho pensato ai miei insegnanti ed a quanto tutto fosse triste .
Peccato che mentre la nazione si scalda per un ' immunità , passino in sordina tante altre cose , come i tagli alle scuole , per esempio , e di bello rimanga solo il passato .
Anche oggi mi sono alzata alle sei , sono andata a scuola ed ho finito alle tre .
Cinque interrogatori , uno dietro l'altro . Cinque muti colloqui .
Interrogatori ai quali però gli interrogati avrebbero dovuto rispondere , forse , se solo quella lingua legata , quella saliva addensata, quella memoria annebbiata non avessero azzerato qualsiasi capacità di proferir parola .
Vorrei trincerarmi dietro i miei trascorsi sui libri , dietro la mia presunta cultura , dietro quella sgangherata cattedra e inveire contro quelle facce di culo, facce di sfida, facce di cazzo che si presentano ad un esame di stato senza aver aperto libri , ma con una bella abbronzatura .
Ma non lo faccio e forse sbaglio , o forse mi illuderei solo di voler ridare dignità ad un mestiere a cui tutti , bene o male , dobbiamo qualcosa e che di dignità ormai non ne ha più .
Ma non voglio nemmeno essere presuntuosa , non voglio essere come i miei vecchi insegnanti che mi facevano sentire una fallita solo per una virgola in meno .
Eppure .
Eppure alla loro severità , alla loro arroganza , alla loro superiorità io devo qualcosa. Io devo , in buona parte , me stessa .
La mia maestra portava cappelli e fare bene i compiti a casa significava dimostrarle il mio amore . Perché di amore si trattava , bello e buono , amore puro .
Ricordo ancora il suo nome e perfino il suo indirizzo , ricordo ancora la prima parola che mi ha fatto scrivere : MELA ; un po' storta , è vero , ma con un bel disegno sopra ed un benissimo sotto . Le mie esse sembravano spirali , facevo troppi giri , ma dopo un mese mi ha imposto di usare la penna stilografica (ancora niente cancellina) , la carta assorbente e la gomma blu dura , che comunque non cancellava , e allora dovevo stare attenta a non fare errori , perché più di tre correzioni in una pagina significava dover ricominciare tutto da capo . In quinta elementare ho studiato a memoria un brano dei Promessi Sposi (Addio monti sorgenti) e me lo ricordo ancora .
Alle scuole medie il mio professore preferito era quello di italiano , ricordo nome , cognome e che amava Fantozzi . Quando entrava in classe , tutti noi alunni ci dovevamo alzare e dire in coro quanto fosse bello e bravo . Ho sempre studiato , ma l'unica volta in cui non lo feci, la tristezza che provai mi ha perseguitato per anni : l'avevo tradito .
Un tradimento così grande proprio a lui che mi aveva sempre dato fiducia .
Era un ' interrogazione di geografia . All'università ho fatto una tesi in geografia , forse per ripagare l'errore . Tempo fa , per uno strano caso , tramite un amico dell'amico dell'amica , ebbi il suo numero di telefono . Avrei voluto chiamarlo , avrei voluto dir lui che lo ricordavo ancora , che ricordavo ancora quella terribile interrogazione , che avevo pagato il fio , che mi perdonasse , ma non ho avuto il coraggio . Chiamarlo avrebbe significato abbattere quella barriera di rispettabilità che ancora oggi , oramai in pensione , lo avvolge , quella distanza così magica che lo rendeva tanto importante ed inarrivabile , quasi intoccabile .
Alle scuole superiori il mio prof di italiano e latino mi "permise" di "rubare" il libro della biblioteca che dovevo leggere. Ma non era un furto tanto per fare, era di più . Quel libro lo custodisco sempre . Quel furto era una tacita intesa tra lui e me : amavo così tanto quel libro che lui capì . Capì che togliendomelo mi avrebbe fatto male , avrebbe ammaccato il mio rapporto con la lettura e quindi il mio rapporto con lui : lui aveva sentito come io avevo amato quel libro. Gli fui debitrice . Era di Verga .
All'esame di stato mi hanno chiesto una novella di Verga , all'università ho sostenuto il secondo esame di letteratura italiana con il prof Luperini (sì , proprio lui) su Verga , oggi io ho chiesto Verga , ma gli studenti non hanno saputo rispondere . Come non hanno saputo parlare di Pascoli , Ungaretti ed i crepuscolari , non hanno saputo nemmeno l'argomento a piacere .
Ho sentito un gran dolore nel cuore .
Non tanto per D'Annunzio , Saba o Gadda , ma perché nei loro occhi non c'era più amore per la scuola .
Ho pensato ai miei insegnanti ed a quanto tutto fosse triste .
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