martedì 29 luglio 2008

Consigli per gli Acquisti


Conigli Squisiti [Crittografia anagrammatica]

ovvero La società dell'Immagine.





Che stamattina son andata a cercare un libro da leggere,

che in questo periodo di vacanze è la cosa più bella che si può fare,

che durante l'anno poi mi lamento sempre che non ho tempo per leggere,

e pensare che io son di quelle che leggono anche al buio.


E nella libreria dove sono andata,

che non è il supermercato dove l'altra volta gli ho chiesto uno Ionesco e non sapevano nemmeno chi fosse,

nella libreria dove sono andata,

che è una libreria di quelle piccole e tutte raffinate,

dove i libri li scelgono con cura e mettono anche la musica ricercata di sottofondo,

che secondo me comunque un po' influisce la musica sulla scelta del libro,

nella libreria dove sono andata a cercare qualche libro di Paolo Nori,

mi han dovuto far l'ordinazione ché quell'autore non ce l'avevano.


E mi ha fatto un po' ridere insomma,

perché il libraio che ha l'accento di uno del nord,

e qui da noi in Toscana, quelli che hanno l'accento del nord ci fanno un po' di suggestione,

parlava con un altro, che anche lui aveva l'accento del nord,

e dicevano che c'era un libro con il testo russo a fronte e sembravano due intellettuali di quelli con le palle,

e quando io gli ho chiesto i libri che cercavo,

ecco, questo signore con l'accento del nord che leggeva libri con il testo in russo a fronte,

mi ha fatto un po' ridere quando diceva i titoli dei libri che cercavo io: Pancetta, Mi compro una gilera, La vergogna delle scarpe nuove.

Che io gli ho detto, no, quello della gilera ce l'ho, ma pancetta e i quattro cani di Pavlov van bene.

Allora lui ha ridetto: Pancetta e I quattro cani,

che mi ha fatto un po' ridere insomma, la serietà con cui lo diceva.


Che la gente, secondo me, mica lo capisce il significato di un titolo.

La gente cerca libri che abbiano un bel titolo, di quelli che anche se non vogliono dir niente, l'importante è che c'abbiano un certo spessore nel titolo.


E quindi a Paolo Nori io gli volevo dire che i titoli dei suoi libri mi piacciono tantissimo, che hanno un sapore così naturale che ti fanno sentire la sincerità delle cose quotidiane e ti fanno vivere quelle situazioni un po' assurde in cui la letteratura la smette di essere uno strumento per l'immagine ed inizia ad essere uno strumento della nostra bellissima semplicità complicata.


Però gli volevo dire, a Paolo Nori, che per me i suoi titoli son bellissimi così,

ma forse sarebbe meglio facesse delle sovra-copertine con altri titoli finti, così solo per attirare l'attenzione, e il titolo vero un po' nascosto,

perché la gente si sa, quando fa quella gran mossa di andar per libri,

vuol sentirsi un po' intellettuale.


Allora sarebbe meglio fare un contro-titolo, tipo 'Shopping con mia cugina', 'Shopping per la piscina', 'L'orologio più costoso del mondo' o 'Il naufragio dell'Odissea',

così le persone li comprano e ci son nelle librerie e io non devo fare l'ordinazione,

che poi vanno in ferie e non si sa quando arrivino i libri.


Che poi i contenuti vanno bene così, tanto la gente mica li capisce quelli.


2 commenti:

fabio r. ha detto...

ricordo ancora la volta in cui anadi in libreria per comprare "Lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Pirsig ... la faccia stupita della commessa che cercava il libro nel reparto "fai-da-te" e poi in quello "sport a 2 ruote"..vaglielo a spiegare...

Pipoca ha detto...

Meravigliosa!
Questa la clono!

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.