martedì 22 aprile 2008

Crisi finanziaria


Le menti malate dei banchieri, i leader mondiali, sono arrivate alla loro ora di auto-riferimento estremo. Un vero e proprio 'loop infinito', per dirla come i programmatori, che sta per bloccare qualsiasi tentativo di azione.


La finanza, questa astrazione dalla realtà, si trova a dover risolvere un problema causato dalla sua stessa logica del dominio, del possesso e della schiavitù.


La filosofia perenne attribuisce valore a ciò che viene conquistato con il lavoro onesto, l'arte, l'altruismo, la qualità, il rispetto della vita e dell'essere umano.


Ha valore quello che l'uomo fa, diretta o indirettamente, in beneficio di altri uomini. Ha mercato ciò che, in qualche modo, serve al bene della comunità.


Il valore può essere diverso secondo la natura dell'oggetto: una sedia, un torta, un brano musicale, un servizio di riparazione o un quadro hanno tutti un valore che viene percepito secondo la sensibilità ed il bisogno dei soggetti.


Una mente sana vede la realtà e la concretezza del valore delle cose , siano esse oggetti o azioni compiute.


Quantificare il valore in una scala numerica è stabilire un prezzo.


Valore e prezzo sono cose molto diverse. Il valore viene dalla coscienza dell'importanza di qualcosa; il prezzo è un numero, semplice concetto aritmetico. Il valore può essere sentito nel cuore, capito dalla mente; un prezzo può essere scritto su un foglio di carta o inserito in un computer ed è solo una rappresentazione.


Una mente offuscata confonde valore e prezzo; una mente malata vede solo il prezzo.


Cosa è la finanza se non una astrazione dalla realtà? Un continuo manipolare di prezzi, di operare aritmeticamente con queste quantità? Dov'è il sentire umano di un valore?


Oggi la finanza è in crisi, le banche sono insolventi. Questo vuole dire che i numeri disponibili sono in predominanza negativi. Il loro operare aritmetico è diventato un gioco con numeri minori di zero. Cosa molto seria per una mente che ignora il valore e vede solo il prezzo. I numeri negativi sono schiavizzanti quando applicati al mondo naturale: rappresentano un debito.


Avere un pane con “segno negativo” davanti, significa dover dare via qualcosa che non abbiamo. Un vero e proprio controsenso per una mente sana e ordinaria, ma non per la mente di un banchiere.


Chi vive nel mondo naturale, sa che sotto lo zero non si può andare: qualcosa o c'è o è assente. Mettere un segno negativo davanti a una cifra significa ipotecare il futuro di qualcuno, rendendolo non più libero, ma compromesso.


Sovrapporre l'aritmetica dei banchieri alla realtà causa un apparente paradosso, un problema.


La moneta “negativa” cioè, il debito, non può essere associata con qualcosa di reale, ma serve solo a vincolare ed a schiavizzare l'uomo.


La soluzione non si trova sul piano del problema, ma al di sopra di esso. L'errore è cercare di dare valore a ciò che non esiste nel presente ma, forse, in un futuro.


Speculare è dare valore a qualcosa di inesistente.


Allo stesso modo, essere creditore è ricavare qualcosa di un tempo che non esiste realmente: il futuro.


Come finirà la crisi?


Il mondo della finanza è un sistema chiuso in se stesso. Numeri, prezzi, soldi, operazioni aritmetiche in un girare continuo. Ci sarà la completa dissociazione dalla realtà, i prezzi, i soldi saranno visti per quello che sono : numeri nei computer e sui fogli di carta.


I banchieri, con le loro menti malate, senza poesia, resteranno a guardare un mondo fatto di terra, aria, sole, lavoro, cibo, ma anche di emozioni, sentimenti e coscienza.


Un mondo complesso che le loro addizioni e sottrazioni non sfiorano minimamente.

lunedì 21 aprile 2008

Sull'anarchismo : riflessioni sparse


Riflessioni sull'anarchismo classico


Primo spunto di riflessione :


" La libertà del popolo non è la mia libertà "

Max Stirner 1844


Quanto mai sento mia questa frase .


Ostile dichiaratamente al fenomeno mediatico .

Non riesco a digerire tv e la stragrande maggioranza dei film .

L'informazione ufficiale mi attanaglia la gola.

L'editoria mi disgusta e la pausa - libreria mi è stata tolta (il mio libraio , filosofo alcolista , sublime consigliere ed instancabile ricercatore , ha chiuso : vendevano di più la Mondadori , Fabio Volo e la Littizzetto).


Il crollo del capitalismo , oramai denunciato dalla controinformazione , lievemente accennato dall'informazione ufficiale , malamente nascosto dai volti sorridenti dei vertici politici mondiali , porterà ad una società diversa.

La spesa collassa .


I partiti sono figli del Marketing .

La salute è figlia del Marketing .

L'istruzione è figlia del Marketing .

La religione è figlia del Marketing .


L'ideologia è puttana , ben si compra e si assoggetta , inerme , passiva e deformata .

E' la nuova ideologia a quiz : niente è critico , la risposta è una , tutto il resto frustrazione e paranoia.


Come non mai oggi la libertà del popolo è un ossimoro.


Il popolo è indottrinato alla libertà , ma tale falsa libertà si scontra sempre di più con la vera libertà del singolo , quella che si respira ogni giorno .

Con un clik , l'economia ci può spegnere il bancomat .


Solo un esempio l'odierno dibattito :


la libertà di poter circolare di notte , comporterà l'uso massiccio di telecamere o guardie nelle principali vie pedonali ...


saremo più liberi così liberi, anche se maggiormente controllati , spiati e ripresi ?!?!


Lo spettacolo del reale – lo spettacolo in prima serata di un'intimità alla Truman Show – vomitata in faccia dall' Auditel ci ha già indottrinato ?


Secondo spunto di riflessione :


Una delle tante critiche mosse all'anarchismo classico , è stata la sua componente utopica, avulsa da ogni forma di realtà economica e realtà classista .


Di fatto oggi :

- il capitale è come non mai accentrato nelle stamperie bancarie private mondiali ;

- le classi sociali si sono auto-estinte : permangono fantocci , amanti del lusso , ma supini a improvvisi rovesci di fortuna , che troneggiano su una indiscussa massa , più o meno autonoma e/o anonima , ricca di un parcellizzato capitale , di norma sotto forma di debito a rate .

- tale massa ( per costrizione inconscia? ) è occupata a farsi guerra ;

- la moralità e l'etica vengono discusse a tavolino , il sacro è sempre più laico ed il laico sempre più sacro ;

- il 'cosiddetto' sottoproletariato Marcusiano è prossimo ad una nuova forma di razzial-ghettizzazione-deportazione (cui già si intravedono gli embrioni) ;

- la libertà garantita da una Costituzione in estinzione è tale , ma solo sulla carta ;

- c'è il Partito , un Solo Partito , venduto sotto falsi nomi e divergenze ambidestre , senza nemmeno un'ideologia (od un qualcosa , almeno , se non da seguire , almeno da combattere ).


Si sussurra :

il 'morbido regime' ed il massonico regime mondiale , sanguignamente semi-divino , che vuole un controllo totale , vita e morte compresi .


Terzo spunto di riflessione :


Il servizio reso dal marxismo , così profondamente sconvolto e deformato , si può considerare germe del contemporaneo trasferimento di un falso capitale (fatto essenzialmente di carta stampata, senza valore intrinseco), solo illusorio, nelle mani dei tanti ?


Gli ambiti 'strumenti di lavoro' sono ancora veramente capitale o solo prestito ?

O si trasferisce anch'esso in una ideologia del 'possesso' ?

Che diventa denaro , consumo , indebitamento , o comunque continua sottomissione al potere economico ?


Quarto spunto di riflessione : sulla liberà .


Emma Goldman 1917


“ L'anarchismo opera realmente per la liberazione dello spirito dell'uomo dal dominio della religione ; per la liberazione della persona dalla signoria della proprietà ; per la liberazione dalle catene e dalle restrizioni del governo . L'anarchismo opera per un ordine sociale basato sul libero raggruppamento degli individui , aventi lo scopo di produrre una ricchezza veramente sociale : un ordine che mira a garantire a ogni essere umano il libero accesso alla terra ed il pieno godimento delle necessità di vita , secondando i desideri , le predilezioni e le inclinazioni di ciascun individuo”.


lunedì 14 aprile 2008

Ettorex - Seconda parte

Trovandomi a Salamanca, vincitrice di una borsa di studio scippata alla moglie del rettore dell'Università, muovevo i miei primi passi nella nuova lingua, slogandomi sovente tale muscolo nel vano tentativo di pronunciare correttamente la parola cerveza battendo i famosi tre colpetti sull'arcata dentaria superiore.

Innervosita dall'esperienza, una notte, fallito l'ennesimo tentativo della pronuncia perfetta, mi convinsi che forse la sangria fosse migliore sotto molti aspetti. La pronuncia divenne ottima e gratificante la bevuta, così che la mia sicurezza mi costrinse a osare ripetutamente ed in svariati locali la mia nuova loquacità poliglotta.

Mi ubriacai.

Giovinetta studente qual ero, senza nessun punto di riferimento nella città sconosciuta, se non che la misera stanza dell'ostello studentesco, mi persi nella Plaza Mayor (impresa ardua, dato che si trattava di una piazza quadrata) finendo tra le grinfie di un baldo spacciatore spagnolo.

Accettai la sua offerta del giro di porro, solo al fine di migliorare la conversazione e la socializzazione con gli indigeni, senza accorgermi che il fido accompagnatore dello spacciatore, un rottweiler nero, già mi guardava con ringhio bavoso.

Fu un tutt'uno: allungato la mano al fin di porgere il calumet dell'amicizia, il mastino mi si attaccò al braccio, all'altezza del gomito, e, forandomi cappotto (che tutt'ora conservo come cimelio) maglione e magliettine, raggiunse le mie rosee carni su cui anc'oggi rimangono i segni indelebili.

Lo spavaldo spacciatore se ne andò ed io fui salvata da uno sconosciuto siciliano.

(Avviso importante: se tale proprietario di cane, per caso si imbattesse in questi scritti e si riconoscesse nell'infausta vicenda, si materializzi, avrei due o tre cose da dirgli; idem per lo sconosciuto salvatore siciliano.)

Lo sconosciuto siciliano chiamò un taxi e mi spinse su, abbandonandomi in balia degli eventi, in mano al tassista e poi al medico di turno del Pronto Soccorso.
Seguì medicazione, l'impossibilità di risarcimento danni, causa intox. etilica, come riportato sul referto, e due terribili settimane di agonia, dolori ed antibiotici.

L'odio per il genere cane trovò, quindi, abbondante giustificazione.

Ma la potenza di Ettorex fu tale che la mia vendetta si sciolse come neve al phon , il ghiaccio diventò acqua, l'acqua irrigò le piaghe del mio arido cuore e vi sbocciò l'amore.


venerdì 11 aprile 2008

Il cucinare

Dicono che cucinare è un'arte, per me è un rito di profondo significato spirituale. Cercherò di spiegare come vivo la preparazione di un pasto:

La prima cosa è la purificazione, lavo tutti i piatti che sono lì, nel lavandino, dal pasto precedente. Il passare la spugna con il detersivo è la rimozione dei cattivi pensieri, preoccupazioni, inutili desideri e dannosi ricordi della giornata. Mi prepara, concedendomi quel tempo necessario per la concentrazione mentale, ad entrare nella parte centrale del rito. Oltretutto, mangiare in piatti sporchi fa schifo a chiunque. Anche tutte le superficie devono essere pulite e ci dev'essere spazio per appoggiare ingredienti ed utensili. Questo è lo stesso che svuotare la mente e predisporla al ricevimento di una illuminazione. A questo punto faccio una breve pausa e contemplo l'ordine del puro vuoto.

Il passo successivo è la preparazione degli ingredienti e la disposizione delle pentole. Questo va fatto sempre, non importa se il piatto da preparare sia un uovo sodo o una fetta di formaggio. Qui, gli ingredienti si fanno conoscenza. La sintesi sta per succedere. Si mescolano gli elementi. Quello che era solo trova il suo compagno, il suo complemento. Si accende il fuoco, il potente elemento della trasformazione. Ogni cosa cambia e tutto si fonde. Il processo di sintesi, cioè la cottura, mi mostra come nulla può rimanere separato e immutabile davanti alla forza del fuoco. Il fuoco purifica, fonde, trasforma e riscalda ogni cosa, ogni sentimento, ogni idea. Se sono stato bravo, ne verrà fuori qualcosa di profumato e buono da mangiare. Se sono stato bravo, la mia mente crederà ancora di più al potere trasformatore della passione che conduce elementi separati a formare entità unificate e integrate. Durante la cottura c'è silenzio interiore, attesa fiduciosa.

Siamo alla fine, manca assaggiare e servire. Manca prendere coscienza della sintesi, della trasformazione. Annuso, guardo, porto al palato una piccola quantità del cibo. Buono, ho fame e penso che, poco fa, ciò che ho davanti non esisteva. Ringrazio Dio e offro alla mia donna, riconoscente del valore che ha la sua presenza, il piatto preparato. Non so se, in quel momento, lei intuisca che lei stessa sia l'ultimo e il più importante degli ingredienti nella sintesi che avviene fuori dalla pentola, ma sempre sotto un fuoco trasformatore: quello che è l'amore.

mercoledì 9 aprile 2008

Ettorex - Prima parte


Foto dell'autrice: Ettorex, Casole d'Elsa 2005

Lui.
Quella cosa morbida, appoggiata ai miei piedi, sotto le coperte nei freddi lunghi inverni.
Quella cosa puzzolente, come sotto un acquazzone.
Quella cosa bavosa, come quando mi bacia e mi morde.
L'amore puro, allo stato brado ed animale, incondizionato.

Il rapporto peccaminoso con il mio cane iniziò quando, abbandonato nel cortile di una scuola pubblica, il canile, supportato dal Comune e dalla mensa, minacciò la sua deportazione.

Originario di non sono dove, la famiglia di bastardi in cui nacque si era distinta per incallito vagabondaggio. Ultimo della sua cucciolata, essendo magro, tenerello e malaticcio, non raccolse quindi amor materno, né tantomeno fraterno e paterno.

L'allegra nidiata, dopo il travagliato parto, null'altro luogo trovò che il suddetto cortile dove, approfittando di qualche raro gesto di generosità della mensa scolastica, superò i primi giorni di vita.

Ma la vita è dura e anche da cani.

Il preside indignato dal tanto scalpore suscitato nelle menti plastiche dei suoi studenti, che all'ora di matematica preferivano sbirciare il cortile, piuttosto che seguire il professore, avviò l'indegna procedura che sottoponeva il problema all'attenzione dell'Illustrissimo Sindaco. Colui, spinto dal protocollo, dovette impegnare il suoi Consiglieri nel trovare una soluzione a tale sfacelo dell'istruzione.
I Consiglieri demandarono alle Segretarie, che altra strada non videro che formulare in quadruplice copia una richiesta al canile per la cattura e incarcerazione di quegli ammassi di peli pulciosi che iniziavano a muovere i loro primi passi nel mondo.

Nel frastuono generale, prodotto dal passaparola paesano che abbracciava la scuola, un po' di tempo passò e la coscienza si mosse.
Famigliole graziose ancora al primo figlio, giubilando fra i residui degli impulsi materni e paterni onnicomprensivi, si presero carico del salvataggio animale e quatti quatti si impossessarono di quattro dei cinque cuccioletti.

Ettorex, che abbiam detto era quello più stenterello, non fu baciato da tale fortuita sorte.

Il protocollo comunale, sul groppone del postino, già giungeva al canile.
L'ordinanza di cattura, da parte di due terribili mandatari comunali muniti di guinzagli e bastoni, già stava comparendo nello schermo del pc della segretaria del direttore carceriere.
Al click 'stampa' la fine di Ettorex sembrava già definita.

Il padre di Ettorex, tutt'ora anonimo sconosciuto, se la diede a gambe. Non avendo partorito, né allattato, vantava forza e superbia, non che accumulo di energie e calorie tali da tentare e riuscire nella fuga.
Abbandonò così madre e figlio nel grigio cortile sassoso.
La madre, oramai già a suo tempo accantonato il cucciolo perdente, non vide altra strada che leccarsi le ferite per le perdite e per il risanamento post-parto, speranzosa forse in una prossima e rapida dipartita.

Fu lì che lo vidi la prima volta.

Bianco gomitolo, rattrappito sotto la macchina del bidello, solo, smunto, spaurito, ma ancora ignaro ahimè della fine che lo attendeva.

La madre ancora troppo sbattuta fu la prima e facile preda degli inviati comunali.
Io invece, dopo una breve colluttazione con gli energumeni, salvai Ettorex e, stringendolo tra le mie braccia, giurai per lui un futuro migliore.

In precedenza non avevo mai pensato ad un cane, anzi.

Tale genere animale nutriva silenziosamente le mie idee di vendetta a causa di una brutta avventura che anni or sono aveva caratterizzato un mio viaggio in Spagna.







The Black Dahlia


Grazie de Palma. Mille grazie per la nottaccia che passerò.

Brian de Palma dovrebbe essere un buon regista, ma è un pessimo sonnifero.

Alla ricerca di un buon film gratis on line, l'ultima frontiera degli accattoni cinefili, mi sono imbattuta in questo capolavoro.

Girato nel 2006, sotto ispirazione del romanzo di Ellroy, questo insuperabile thriller ha ottenuto il mio peggior plauso, mezz'ora di testa sotto il cuscino, nausea, batticuore e stres.

Ho dovuto controllare se era chiusa la porta di casa, guardare sotto il letto e dare una sbirciatina dietro le tende, sia mai si nascondessero terribili e folli assassini.

In sostanza, la vecchia e la giovane donna, la madre e la figlia, l'arte ed il pugile poliziotto ferito, traumatizzato e allucinato che, dopo ammirevoli esibizioni sessuali sul tavolo da pranzo, sistema il padre in un ospizio e risolve l'intricatissimo caso.

Niente critiche. Non ho le competenze. Mi posso dilettare in qualche osservazione tecnica, tipo guarda le dissolvenze, l'inquadratura e la ripresa a volo d'uccello, toh, guarda le citazioni, il set...

Poi niente altro.

Alcune domande però rimangono sospese, qui come altrove.

Perché il poliziotto va sulla scena del delitto sempre da solo? Non potrebbe andare in pattuglia o con i rinforzi? Perché sempre di notte? Perché non di giorno? Sarebbe più comodo e non necessiterebbe della pila tascabile.

Perché quando incontra l'assassino è sempre da solo e di notte?

Perché un cadavere deve essere sempre sgozzato? Non basta una pallottola?

Perché deve comparire sempre il corpo scuoiato? Perché deve apparire sempre il momento dell'autopsia, con una attenta analisi dei dettagli, nonché organi interni variamente asportati e/o malamente mutilati e/o animalescamente sbranati?

In realtà la riflessione è più ampia di quel che si pensi.

I nostri occhi sembrano aver bisogno di scene sempre più forti e sempre più macabre, il nostro sistema nervoso di emozioni sempre più forti ed alta tensione.

Rimpiango il vecchio film di ieri sera: La Strana Coppia di Gene Saks.

L'ho guardato due volte, di cui una in cui ho beatamente e sorridentemente dormito...

martedì 8 aprile 2008

Cambiamenti (2)


Foto dell'autrice (ehm!): Palazzo dei Diamanti, Ferrara 2007.

Visto così, sembra un mondo piramidale e surreale.

Io sono pessimista: ognuno vivrà nella sua celletta triangolare, un lungo solco ci propinerà quotidianamente ed indifferentemente cibo liofilizzato, notizie e psicofarmaci atti alla mutazione chimica e mentale cui questo mondo perverso dei potenti mira.

Lavoreremo come api operaie, privati però del dono del volo, in nome di un dio che, al momento, ancora deve essere inventato.

Soli, rinchiusi ed imbavagliati nel pensiero stesso.

Duri ed aridi come le pietre, senza nemmeno troppi fronzoli, fiorellini e tendine alle finestre.

L'uniforme già la indossiamo (vedi: moda).

Il cibo è già chissàcomecazzo lavorato (vedi: multinazionali alimentari e supermercati e pubblicità...).

I medicinali per la sanità mentale già sono surrogati al seno materno (vedi: lobby farmaceutiche).

La cultura è già standardizzata (vedi: Il Codice da Vinci e Scusa se ti chiamo amore), sostenuta dalla TV sempre più privata e sempre più a pagamento.

L'informazione è legge (vedi: giornalismo e telegiornali).

E per lavorare... dobbiamo pagare (vedi: la mia busta paga).

Sintetizzato così, sembra poco.

Ci sarebbero milioni di parole per spiegare meglio questo regime mondiale, ma non c'è spazio, né tempo.

Siamo perennemente in corsa sul tapis roulant della nostra giornata.

...almeno fossimo usati per produrre energia alternativa...

Be'... in fin dei conti la celletta triangolare ci salverà dagli attacchi terroristici, armi chimiche e scoppi atomici.

Addio caprette, cieli azzurri e fiumi incontaminati. I più fortunati si potranno accontentare di un poster prebellico anni '70.



Cambiamenti

Sono convinto che stiamo vivendo tempi di grandi cambiamenti. L'umanità ha già subito una trasformazione interiore e ora stiamo assistendo alla sua manifestazione esteriore. Molte cose stano succedendo e altre verranno in breve tempo a modificare le nostre vite. Non sono pessimista, penso che dopo la tempesta verranno tempi pieni e interessanti.

Cosa è cambiando con l'umanità ? Per primo, vedo un radicale rifiuto alla guerra tra i popoli. L'essere umano non accetta più che si debba aggredire per risolvere dei problemi o assicurarsi delle risorse. Siamo coscienti che sprechiamo tanto e che, con uno stile di vita più sobrio, possiamo farcela senza opprimere o uccidere i nostri simili. In secondo luogo, non crediamo più al benessere basato sui consumi. Consumare, sopra un certo livello, causa solo frustrazione e un falso senso di sicurezza. Inoltre, l'accumulo di beni materiali in eccesso aumenta la nostra ansia per i debiti assunti e le nostre paure di perdita. Il cosiddetto “ricco uomo occidentale” ha capito che la sua vita è più bella se fa ritorno alla semplicità e vive in pace con i suoi fratelli vicini e lontani.

Sapiamo però che le istituzioni della nostra società non stimolano una vita semplice e non basata su grandi consumi. Così, gli interessi economici e politici sono potentemente messi contro la nuova prospettiva umana. Per questo esiste un conflitto e molta tensione nella società. La lotta si svolge a un livello semicosciente. Non tutti vedono il perché del malessere e delle difficoltà obiettive nei nostri sistemi economici e sociali. La soluzione passa per un cambio di paradigma nel modo di vivere. I sistemi presenti non possono essere modificati e dovranno essere sostituiti. Ci sarà un tempo in cui il vecchio sarà accantonato e il nuovo sarà messo in funzione. Il periodo tra questi due tempi sembrerà terribile alla maggior parte delle persone. In realtà sarà quello shock necessario per portarle alla coscienza dei nuovi tempi. Sarà un tempo di concentrazione e di introspezione importantissimo per il futuro dell'umanità. Gli interventi che porteranno ai cambiamenti non saranno esterni, ma interni ai sistemi stessi. Gli uomini e le donne che costituiscono le nostre istituzioni dovranno accettare il nuovo o farsi da parte. Vedremo un castello che sgretola perché non ha più la solita base su cui appoggiarsi, l'umanità si è mossa, i tempi cambiano.

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.