lunedì 14 aprile 2008

Ettorex - Seconda parte

Trovandomi a Salamanca, vincitrice di una borsa di studio scippata alla moglie del rettore dell'Università, muovevo i miei primi passi nella nuova lingua, slogandomi sovente tale muscolo nel vano tentativo di pronunciare correttamente la parola cerveza battendo i famosi tre colpetti sull'arcata dentaria superiore.

Innervosita dall'esperienza, una notte, fallito l'ennesimo tentativo della pronuncia perfetta, mi convinsi che forse la sangria fosse migliore sotto molti aspetti. La pronuncia divenne ottima e gratificante la bevuta, così che la mia sicurezza mi costrinse a osare ripetutamente ed in svariati locali la mia nuova loquacità poliglotta.

Mi ubriacai.

Giovinetta studente qual ero, senza nessun punto di riferimento nella città sconosciuta, se non che la misera stanza dell'ostello studentesco, mi persi nella Plaza Mayor (impresa ardua, dato che si trattava di una piazza quadrata) finendo tra le grinfie di un baldo spacciatore spagnolo.

Accettai la sua offerta del giro di porro, solo al fine di migliorare la conversazione e la socializzazione con gli indigeni, senza accorgermi che il fido accompagnatore dello spacciatore, un rottweiler nero, già mi guardava con ringhio bavoso.

Fu un tutt'uno: allungato la mano al fin di porgere il calumet dell'amicizia, il mastino mi si attaccò al braccio, all'altezza del gomito, e, forandomi cappotto (che tutt'ora conservo come cimelio) maglione e magliettine, raggiunse le mie rosee carni su cui anc'oggi rimangono i segni indelebili.

Lo spavaldo spacciatore se ne andò ed io fui salvata da uno sconosciuto siciliano.

(Avviso importante: se tale proprietario di cane, per caso si imbattesse in questi scritti e si riconoscesse nell'infausta vicenda, si materializzi, avrei due o tre cose da dirgli; idem per lo sconosciuto salvatore siciliano.)

Lo sconosciuto siciliano chiamò un taxi e mi spinse su, abbandonandomi in balia degli eventi, in mano al tassista e poi al medico di turno del Pronto Soccorso.
Seguì medicazione, l'impossibilità di risarcimento danni, causa intox. etilica, come riportato sul referto, e due terribili settimane di agonia, dolori ed antibiotici.

L'odio per il genere cane trovò, quindi, abbondante giustificazione.

Ma la potenza di Ettorex fu tale che la mia vendetta si sciolse come neve al phon , il ghiaccio diventò acqua, l'acqua irrigò le piaghe del mio arido cuore e vi sbocciò l'amore.


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volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.