mercoledì 18 giugno 2008

Dubito che la massima carica clericale concordi

Passeggiammo liberi per l'ultima volta.

Ieri sera.

Era una gran sera, anche se all'imbrunire il cielo diventava ancora più scuro per l'imminenza del temporale e gli stormi impazziti di corvi.

Brutto presagio.

Da oggi cala il sipario sulla libertà.

C'è stata gente che ha assaporato la libertà come mai quelli della mia generazione hanno saputo fare, la chiamavano la Liberazione.

La festa della liberazione.

Quelli della mia generazione sono nati troppo tardi, forse, per apprezzare il senso patrio di questa parola.

Quelli della mia generazione non hanno dovuto lottare contro nessuno di grande, non hanno sofferto la fame, non hanno sentito la guerra, non hanno sentito il patrio tradimento.

Quelli della mia generazione hanno combattuto solo contro i propri fantasmi, hanno scelto cosa mangiare e buttare via il resto, hanno fatto guerre ideologiche, ma intellettuali, hanno spaccato il capello in due degli strateghi del passato, son stati traditi dai sogni.

Quelli della mia generazione in fondo in fondo sono candidi.

Non passeggeremo liberi, con la coscienza di esserlo.

Stasera.

Passeggeremo guardandoci alle spalle, stringendo la borsa stretta stretta sotto l'ascella, impauriti dall'ombra e dalle foglie che si muovono al vento.

Respireremo l'aria dell'ingiustizia, del sospetto, della prepotenza, della repressione, dell'impotenza.

Molte persone che hanno vissuto l'autoritarismo raccontano storie dolorose, ma, dice, si son salvati perché la loro anima, almeno quella, era libera.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo post.
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Luisa

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.