mercoledì 4 giugno 2008

Una mattina Così

Non so, questa è partita una mattina così. Non mi sono alzata. La solita ingrata mattina incastrata nel letto a pensare ai miliardi di cose da poter fare, senza la minima voglia di farne nemmeno una.

Incastrata tra quattro cuscini, il portacenere, le sigarette, la settimana enigmistica e la caccia all'accendino, che pare si muova da solo.

Queste non sono riflessioni, non sono storie, non sono nemmeno uno di quei diari liberi in scioltezza che vanno tanto di moda, in cui le persone si divertono a narrare le cose più scabrose di sé.

Potrebbe essere noia, ma rovinerebbe il romanticismo; potrebbe essere apatia, ma già il fatto stesso di farlo si negherebbe da sé.

E' solo il fatto che la vita che scorre mi dà ansia, l'ansia del niente.

Ed in qualche maniera mi viene il bisogno di fare qualcosa, una cosa qualsiasi che mi impegni, ma non comporti oltre che il mio superfluo pensare.

Accendo un'altra sigaretta, sento dei passi nella strada di sotto.

Anch'io avrei voglia di uscire, ma non so dove andare, i posti che mi piacciono me li sono giocati tutti più volte e quelli che ancora mancano alla lista sono proprietà private, ingabbiate da cancelli, reti metalliche e siepi, cartelli enormi, giganteschi divieti di sosta e transito.

Leggo le notizie e le sento distanti, così come sento distante la controinformazione: immondizia, delitti della porta accanto, immigrati, fame nel mondo, frodi e culi di attrici.

Mi sembra il Carnevale, dove la cartapesta diventa plastica, problema di riciclo e tette al silicone: il petrolio aumenta e gli israeliani sono incazzati.

Mio padre dice che è meglio fregarsene del mondo.

Così penso al cavallo ed immagino gli azionisti impegnati in una corsa alla biada; al fuoco e al girarrosto; la zuppa di verdura bollita; progetto un orto; il ripristino dei mulini e la pasta fatta in casa; un cane e una mucca.

Mi piace l'autarchia, il mio nuovo Medioevo.

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volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.