giovedì 8 gennaio 2009

Uccidere è possibile. Boicottare è impossibile

A volte capita, anche un po' più spesso veramente, che, aprendo un giornale, si provi una sensazione che non è più nemmeno di disgusto, è di più, è un qualcosa come di surreale, come vedere un Rinoceronte attraversare la strada.

La reazione normale, se non fossimo nell'assurdo, sarebbe quella di stupirsi almeno un po', fare qualche ipotesi, elaborare anche un solo semplice interrogativo. Invece niente, sembra del tutto normale questa notizia, aggiungendo poi, se non fosse chiaro del tutto il concetto, anche una foto che ne rafforzi il già chiarissimo richiamo.

Si nega per affermare, si confondono le idee ed i concetti. Si abbinano assurdamente contenuti, fonti e citazioni che non hanno niente a che vedere con il soggetto trattato.
Ci tranquillizzano assicurando che non esiste nessuna lista: ci rafforzano la memoria storica? O si strumentalizza una parte di passato vergognoso solo per interesse? Si denuncia la solita atrocità dell'umanità?


Dell'umanità? Ma quale umanità, se non ci soffermiamo nemmeno per un attimo sul concetto di popolo, gente, persone, uomini, donne, esseri umani, la vera umanità?

Né, e soprattutto, sul concetto di colpa e di responsabilità dell'atrocità.

Come se un popolo, solo per il fatto di appartenere ad un brandello di terra, improvvisamente diventasse responsabile assoluto del male, a prescindere da chi lo governa, da chi lo comanda, da chi impone una guerra o uno sterminio.


La colpa è del popolo, sempre. Palestinesi come ebrei, ebrei colpevoli e/o palestinesi colpevoli, a seconda delle necessità.

Il fatto però è che molto probabilmente io non sono differente da un palestinese, come non sono diversa da un israeliano o da un ebreo.

...ma non il popolo israeliano.

I popoli, gli altri, io siamo solo numeri, pedine, soldatini, figurine e scampoli di terra che l'illusione del dominio e del comando si litiga, strappa, baratta e uccide.

Di nostro usano solo il nome del popolo e la parte dell'esecuzione (nascondendo il 'forzata') di un ordine, e siamo o vittime o carnefici in base alla necessità.

Mai però fanno sentire la nostra voce, quella vera, che ci rappresenta come persone, popolo o umanità.
Quella di un israeliano, per esempio, contro Israele stesso.

La forza di un esercito si basa sul numero delle persone, noi siamo persone e siamo in molti, tanti, troppi, in confronto a quel manipolo di uomini che ci ha voluto schiavi. E a noi, il popolo, non sarebbe necessaria nemmeno una guerra per sconfiggere la schiavitù, basterebbe sottrarci, semplicemente, alla logica che vogliono imporci.

6 commenti:

SCHIAVI O LIBERI ha detto...

Ma purtroppo senza un popolo cosciente e con la voglia di informarsi, tutto ciò non può accadere.
Un caro saluto.

Gabryella Costa Fdd ha detto...

Ho ragione io,che in ogni atto,in ogni cosa,ancor piu in una sporca guerra vanno sempre ricordate le origini del male,
Spesso le ragioni di una guerra si perdono , nella notte dei tempi,altre volte poiché molti di
NOI non amano ricordare, oppure non ci interessiamo di conoscere le fonti della ragione- Oppure ancora,per varie ragioni e titolo,si finiscono per confondere,le ragioni con altre verità,altri eventi,date e
realtà vissute da terzi-
Ho deciso a modo mio di descrivere quella che secondo me è l'inizio,GRAN PARTE della ragione,certo un post è sempre un post e non può raccontare tutto,ma le origini ci sono sempre ed è li che vanno cercate,
capite - se non si fa questo,se non si ritorna indietro con la memoria non si riesce ad avere il bandolo della
matassa,non si riescono a fare i debiti conti per poterne uscire-
se vi puo' interessare ho scritto qualcosa,magari il vostro commento,il tuo aiuto puo' dare un ulteriore
chiarimento e/o pensiero in merito,
Gabrybabelle



qui

Anonimo ha detto...

bel post trabocco, bel post.

fabio r. ha detto...

e' duro separare popoli e nazioni, stati e cittadini...
la gente normale, i civili sono sempre i primi a rimetterci la pelle cmq. sempre. la verita' e' sempre la prima vittima della guerra. oggi più che mai.

Prefe ha detto...

io sono assolutamente contro la guerra di Israele , ma ugualmente contro il boicottaggio!

Che senso ha boicottare i negozi di ebrei? Cosa c'entrano gli ebrei? Il problema è israele, no "gli ebrei". Sono due cose diverse! Adesso non è che il venditore di scarpe ebreo di roma, che magari è pure contro la guerra, ci puo' rimettere per colpa del suo governo. Sennò dovrebbero boicottare anche noi italiani per il nostro! Anche me che odio berlusconi...
Semmai non comprare i prodotti con codice a barre che comincia con 729 puo' avere un senso (sono prodotti di israele).

Poi il corriere che sbatte la foto del fascismo e i richiami a quel periodo sono proprio idioti, non ci piove.

JANAS ha detto...

"Tutte bugie. Tutto quello che vedi, tutto quello che senti. Così grosse da vomitare. Non fanno che arrivare, uno dopo l'altro. Ti ritrovi in gabbia, una gabbia che va di qua e di là. Ti vogliono morto... o parte della loro bugia.
da La Sottile Linea Rossa

volantino, “Perché lottiamo” – 1976

Perché?

– Perché intervenire in un quartiere occupando una casa con appartamenti vuoti da anni?

– Perché opporsi alla speculazione edilizia?

– Perché creare un centro sociale dove tutti si possano incontrare e discutere di vari problemi liberamente?

– Perché rifiutare una società che di fatto elimina i rapporti fra gli individui e gli crea delle città che sono alveari?

... per una società senza servi e senza padroni.